È bastato denunciare un caso di bolletta del gas esagerata per vedersi piovere addosso altre bollette ancora più esorbitanti. Federcontribuenti: ”ci è stata girata addirittura una fattura Enel Gas pari a 900 euro, stesso periodo di fatturazione e sempre per uso domestico”. Focus sul prezzo del gas e sulle imposte che pesano come macigni sul prezzo finale. Il caso verrà segnalato in tutte le sedi politiche e ”pensiamo ad una interrogazione parlamentare fermo restando che i consumatori devono interrompere le forniture o comunque denunciare sempre i casi anomali”. Accisa: Come mai un trattamento differente tra Nord e Sud? Il prezzo finale per un utente di tipo domestico così come espresso da Arera: imposte per il 37,81%: spesa per la materia gas naturale 38,85%; oneri di sistema 4,23%; spesa per il trasporto e gestione del contatore 19,11%.
Il prezzo base del gas ha un range che va da euro 0,70 a 1,20 a seconda se parliamo di mercato tutelato o mercato libero e a seconda del consumo annuo e della residenza per le forniture domestiche che non superino i 3000 Smc (Standard Metro Cubo).
In Italia il prezzo non è uguale per tutte le regioni.
Chi stabilisce i costi del gas e la componente fiscale?
Arera è l’autorità che secondo la legge istitutiva del 1995, ha la funzione di «garantire la promozione della concorrenza e dell’efficienza nel settore dei servizi di pubblica utilità, assicurandone la fruibilità e la diffusione in modo omogeneo sull’intero territorio nazionale, definendo un sistema tariffario certo, trasparente e basato su criteri predefiniti, promuovendo la tutela degli interessi di utenti e consumatori».
Ecco come sono state definite le accise in centesimi per ogni metro cubo:
4 centesimi fino a 120m3 di consumo fino a 17 centesimi fino a 480 m3. In ambito industriale invece le accise costano da 1 a 0,74 centesimi.
Nei territori dell’ex Mezzogiorno, indicati dal decreto del Presidente della Repubblica 6 marzo 1978, sempre in centesimi: 3,8000 fino a 120 m3 e 13,5000 per 480m3.
Come mai un trattamento differente tra Nord e Sud?
”Ci crediate o no si trattava di spingere il Mezzogiorno – attualmente con aliquote accise inferiori rispetto al Centro Nord – verso un utilizzo massivo della componente gas metano ai fini energetici e anche se ormai tale obiettivo è stato raggiunto le aliquote non sono state allineate in tutta Italia creando disparità di trattamento tra gli stessi consumatore di uno stesso Stato”.
E le addizionali regionali?
Eccole espresse in centesimi per m3: Piemonte 2,2000; Veneto 0,7747;
Liguria con 4 zone climatiche varia da 2,2 a 1; Emilia Romagna 2,2000; Toscana 2,2; Umbria 0,5165; Marche 1,55; territori ex Cassa del Mezzogiorno 1,9000; Abruzzo 2 zone climatiche 1,03 1,0330; Molise 1,9000; Campania 1,9000; Puglia1,9000; Basilicata 1,9000 Calabria 0,5165. le regioni escluse non applicano addizionali.
Come per i carburanti e per le altre fonti energetiche, anche sul gas pesano 3 tipologie differenti di contributo: accisa, IVA e addizionale regionale.
”Già è un abuso caricare di accise e imposte ogni tipo di fornitura ma, stabilire il costo delle imposte in base al consumo è altroché perverso, è un furto! Ancora più grave se pensiamo che il prezzo dell’accisa viene anche stabilita in base alla regione di appartenenza”.
L’IVA invece si stabilisce in base all’uso: se domestico al 10% fino a 480 Smc e al 22% per quote fisse e consumi superiori a 480 Smc; sempre al 22% in caso di possessori di partita IVA.
Conclusioni a cura di Federcontribuenti:
”Quando noi diciamo che su ogni reddito il peso delle imposte è pari al 70% ci dicono eretici, ma basta sommare tutte le imposte dirette e indirette che gravano su ogni cittadino, quindi aggiungendo anche le tasse e le accise su ogni particella di ossigeno che respiriamo per capire che su ogni 10 euro di reddito 7 vanno allo Stato. La battaglia sui ricalcoli, sull’IVA, accise e addizionali su gas e luce va avanti da decenni e quando gridano che il prezzo iniziale di gas e luce è diminuito dimenticano che il costo finale cresce e non decresce. Il consumatore oltre a cambiare immediatamente fornitore, al fine di destabilizzare il mercato, deve opporsi ad ogni bolletta fuori da ogni logica e poi perché le grande industrie devo sempre pagare meno?”
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