I reati maggiormente prescritti sono: reati societari (13,2%) e reati della pubblica amministrazione (12,5%). A seguire troviamo le truffe 9%, omicidi colposi 5,9% e reati ambientali 5,6%. Stando alla relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2019 la maggioranza dei processi muore tra l’attesa della chiusura delle indagini e la fissazione delle udienze per i processi di primo grado. Davvero la Legge è uguale per tutti? Cosa ne sarebbe stato della famiglia Cucchi o della famiglia Vannini, alle quali va tutto il nostro appoggio, se non avessero così tanto lavorato ( e speso ) per ottenere un minimo di giustizia?
Federcontribuenti: ” Ricordiamo che i tempi lunghissimi di un processo mettono in ginocchio, non solo per i costi, quella classe sociale senza santi in paradiso e con poche possibilità economiche”.
Solo Federcontribuenti ha almeno una decina di casi dove l’intervenuta prescrizione con l’aggiunta dei costi della giustizia hanno piegato le vittime privandole della giustizia ma anche di una vita. Il caso più emblematico è quello di Nadia Gentilini che pur vedendosi piegare dalla mafia ligure non ha ottenuto alcun ristoro dai tribunali e ora vive una latitanza non voluta.
Per non parlare di quei reati legati alle truffe, come gli schemi Ponzi: oltre che truffare lo Stato e singoli cittadini per svariati milioni di euro rischiano di vedersi anche incoraggiati da una giustizia lenta, impreparata e macchinosa.
Secondo i dati del 2018 forniti dal Ministero della Giustizia, la durata media dei procedimenti penali, dalle indagini preliminari fino alla sentenza di Cassazione è di circa 5 anni.
Il processo penale è paralizzato dalla catastrofica condizione della struttura amministrativa deputata a gestirlo. I processi arrivano al dibattimento a distanza di anni e quando inizia finalmente il dibattimento troviamo l’imbuto degli adempimenti che la macchina amministrativa, non riesce ad organizzare con standard di efficienza minimamente decenti.
Basterebbe constatare quanti processi vengano rinviati perchè è stata omessa la citazione del
testimone, o per indirizzi sbagliati, notifiche intempestive, e quanti altri perchè i testimoni, semplicemente non compaiono rendendo vana quella autorevolezza da parte dell’Autorità Giudiziaria (il numero dei rinvii dovuti alla assenza del Giudice o di uno dei Giudici) è altissimo; e quanti siano dovuti al carico abnorme dei ruoli, che rende pressocchè impossibile rispettare il programma istruttorio di quella giornata.
In conclusione, il dato clamoroso è il seguente: ben il 42,6% dei processi fissati per
lo svolgimento della istruttoria dibattimentale viene rinviato senza lo svolgimento di alcuna
attività, perchè l’atto della citazione del testimone o è stato del tutto omesso, o è stato effettuato in modo errato ovvero, pur effettuato regolarmente, non è stato ottemperato dal destinatario.
Nel 2017 ci sono state 125.659 sentenze di prescrizione.
I costi di una disorganizzata giustizia.
Nel 2018 sono state emesse 182 ordinanze di riparazione per casi di persone sottoposte a custodia cautelare in carcere o ai domiciliari poi prosciolte al momento della sentenza dai tribunali del distretto d’appello. Il conto dei risarcimenti pagati dallo Stato supera i 33 mln nel 2018.
”Questo fa paura, l’idea che si possa finire in carcere per un errore umano e la consapevolezza che chi ha soldi e potere possa farla franca giocando sul filo dell’intervenuta prescrizione”.
Non è forse vero che in Italia c’è la sostanziale impunità di molti reati che riguardano la pubblica amministrazione e la corruzione? Non è forse vero che il sistema corruzione s’intreccia con i reati delle organizzazioni criminali e dunque le mafie? Anche la macchina giudiziaria a due velocità, addirittura spietata con i deboli e incredibilmente debole nei confronti dei delitti dei colletti bianchi o degli amministratori di società mafiose.
In conclusione: ”Il nemico non è la prescrizione nel senso stretto del termine, poiché nessuno può essere condannato ad una vita da imputato ma, la macchina organizzativa della giustizia. Se guardiamo alle percentuali, reati societari (13,2%) e reati della pubblica amministrazione (12,5%), è semplice capire dove pende la bilancia della giustizia. Se qualcuno si domandasse la classifica dei tribunali meno efficienti sinceriamo subito che tra nord e sud l’Italia risulta, in questo ambito, unita ed eguale.
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