L’Inps tira un sospiro di sollievo, stavolta non è stato l’Ente previdenziale a sbagliare. La Federcontribuenti aveva già presentato, lo scorso ottobre, un’altra vicenda che coinvolgeva un’altra bambina gravemente malata facendogli riottenere l’indennità. All’Inps era stato fatto notare la falla nel sistema automatizzato che, senza logica, toglieva assegni a persone non in grado di vivere senza tale sussidio. A questo punto ci chiediamo? Chi sa a chi rivolgersi ottiene il diritto e a chi non sa a chi rivolgersi no?
La notizia è stata battuta dall’Ansa da poche ore e subito ha fatto il giro di giornali e televisioni. L’inps nega l’assegno ad una bimba malata di una patologia metabolica rarissima di cui si conoscono cinque casi in tutto il mondo. Una malattia che richiede che venga assistita 24 ore su 24, a casa e scuola, che mangi solo certi alimenti. Una malattia che le impedisce di avere una vita normale. A denunciare il fatto Federcontribuenti che oggi è però stato costretto ad una marcia indietro. L’assegno, la cosiddetta indennità di sostegno, c’è ed è stato versato regolarmente anche negli ultimi due mesi. Il problema, si è capito, nel faccia a faccia tra l’associazione, i genitori della piccola di nove anni e l’inps, è a monte. E’ della commissione medica dell’Ulss che nell’ultimo controllo effettuato sulla bambina, a fine maggio, ha definito la patologia non invalidante. Questo ha tolto ai genitori le agevolazioni previste dalla legge 104, che consentirebbero loro, tra le altre, di godere di tre giorni di permesso mensile retribuito. Questo perchè hanno riscontrato un miglioramento.
“La bambina -spiega la madre- è affetta da una patologia genetica, questo vuol dire che sarà sempre ammalata E se un miglioramento in questi anni c’è stato è perchè io e suo padre abbiamo avuto la possibilità di seguirla, di assisterla, di fare con lei tante cose che se non ci riconoscono l’invalidità non potremo più fare”.
Questa comunicazione li aveva preoccupati a tal punto da spingerli verso Federcontribuenti, con il timore che di conseguenza anche l’assegno dell’Inps venisse sospeso. Da lì la confusione di responsabilità che ha portato l’istituto previdenziale a finire, a torto, su tutti i giornali e le tv nella lista dei colpevoli
“La notizia apparsa in queste ore -spiega Giovanni Martignoni, direttore dell’Inps di Verona- è assolutamente falsa. Il nostro assegno è sempre stato versato e continuerà ad essere versato. Mai abbiamo avuto intenzione di sindacarne l’opportunità. Altro discorso è quello per prestazioni che non riguardano noi ma che sono conseguenti ad una decisione presa in altra sede, nello specifco dalla Commissione medica dell’Asl”.
I genitori otterranno una dichiarazione, espressa, dell’Inps, a testimoniare che l’assegno continuerà ad essere versato. Federcontribuenti, dall’altra parte, a parte la rettifica ufficiale di quanto dichiarato, promette di correggere il tiro e indirizzare il ricorso, questa volta, contro la commissione medica dell’Ulss, quella da cui dipende in sostanza l’assistenza e il futuro della bambina. TGVERONA