Una manovra correttiva pari allo 0,2% del PIL, 3,2 miliardi di euro da racimolare. Federcontribuenti: ”la sovranità ce l’hanno già tolta e anche la credibilità ma ora basta, stanno tirando la corda e ulteriori rincari la spezzeranno”.
I continui tagli e distrazioni di denaro hanno già avuto pesanti ripercussioni sulla società civile, a partire dalle mancate manutenzioni che fanno franare strade e isolare interi paesi per neve o pioggia; che fanno assistere pazienti sul pavimento di un ospedale per mancanza di posti letto o personale; o che fanno morire persone per mancanza di autoambulanze e la lista delle ripercussioni è lunghissima. ”Dai contribuenti e lavoratori italiani non possono pretendere più nulla e la mancata crescita di Pil è dovuta proprio alle manovre sanguisuga a danno delle PMI e della troppa disponibilità data a chi si è prima preso gli aiuti di Stato per poi migrare altrove con aziende e occupazione”. L’aumento delle accise sul carburante potrebbe ”essere la goccia che farà traboccare il vaso”.
La Federcontribuenti ritiene oltremodo insopportabile e intollerabile ulteriori manovre correttive a danno dei cittadini italiani: ”non possiamo sempre sottostare alle pretese dei tecno burocrati, non possiamo sempre subire l’inerzia dei nostri rappresentanti europarlamentari, l’arroganza della Commissione e l’apatia del nostro governo. Quindi, se ci saranno gli aumenti sulla benzina o su qualunque altro balzello a danno di contribuenti e consumatori proclameremo uno sciopero ad oltranza ma senza scendere in piazza, inviteremo i cittadini italiani a disertare uffici, lasciare le auto nei parcheggi e fermare ogni funzione di questo Paese perché se crescita non c’è stata la causa va ricercata nelle loro stesse politiche illogiche e controproducenti”.
Conclude l’Associazione: ”la sovranità e la credibilità non si conquistano impoverendo la società civile, ma si ottengono lavorando onestamente e continuamente ripulendo lo Stato dallo strato mafioso. Che fine ha fatto la Spending Review? Attendiamo un’applicazione seria da 5 anni: lasciamo lavorare le imprese, lasciamole nascere eliminando costi inutili e l’Italia tornerà a crescere e a produrre e pazienza se la UE ci manderà una cartolina minacciosa, sapremo difenderci e rimandare al mittente le accuse”. Questa guerra economica ha già fatto troppi morti e altrettanti prigionieri, è tempo di usare l’artiglieria pesante o si chiederà alla popolazione civile di ”fermare il Paese interrompendo ogni lavoro e acquisto di ogni genere e li inviteremo a restarsene a casa ad annaffiare i fiori, piuttosto che chinare nuovamente la testa”.