” Rescatamos a personas no a los bancos ” Letteralmente significa: ‘‘ Salviamo le persone, non le banche ”. Spazi collettivi di solidarietà dove la persona viene messa sopra al bisogno di difendere gli interessi bancari e con essi quelli dello Stato. Succede in Spagna dove il contribuente al pari di quello italiano subisce sfratti e pignoramenti e vessazioni. In una Spagna dove prima i fabbri e ora i pompieri, uniti e solidali, si stanno rifiutando di partecipare agli sfratti forzati. In Italia, invece, leggiamo la nota dei dipendenti Equitalia, stanchi e arrabbiati con i loro stessi padroni, che prima li hanno armati e che ora li indicano come strozzini, carnefici, responsabili della rabbia della classe civile e dei suicidi. Stesso problema e disagio, due modi di reagire. In Spagna si solidarizza con il più debole, in Italia, si polemizza, si scrivono inutili note senza incidere sul meccanismo vessatorio. Sarebbe una cattiva idea per i dipendenti Equitalia organizzare uno sciopero di massa? Rifiutarsi di eseguire gli ordini? Solidarizzare con i tanti poveri malcapitati? 8.500 dipendenti infuriati contro chi gli fabbrica armi di distruzione di massa, dove la dignità umana non viene riconosciuta, dove riuscire a portar via fino all’ultimo centesimo diventa di primaria importanza. Equitalia, il bersaglio perfetto in questa campagna elettorale e chi la spara più grossa toglie voti agli avversari. Non vorremmo mai arrivare a pensare che, gran parte di questo rastrellamento a danno dei contribuenti italiani, serva per coprire certe scadenze che lo Stato italiano ha nei confronti di altri Stati o istituti finanziari: lo abbiamo detto più volte, da noi, il rating, lo da Equitalia. Ricordiamo che chi finisce nella ragnatela di Equitalia è chi le tasse le ha sempre pagate, l’evasore non figura in nessun archivio, in nessun registro. L’evasore non ha mai pagato l’Irap, l’Irpef, i contributi previdenziali, la tassa sulla spazzatura, ha macchine con targhe estere e quindi non paga nemmeno la contravvenzione. Poi ci sono i contribuenti: in Italia il prelievo statale sulle buste paga raggiunge la cifra record di 53,5%, contro una media Ocse del 35,3%; la pressione totale sulle imprese è del 68% contro il 43% medio dell’Ocse. È qui, sulle aziende e sul lavoro, che il peso del fisco raggiunge record mondiali e dove è più facile incappare nelle barbarie di banche o Equitalia. È qui, dunque, che vanno concentrati gli sgravi. Onde ad una riforma strutturale del sistema della riscossione.
