Condannato a tre mesi di arresti domiciliari perché ha smesso di pagare gli alimenti all’ex moglie. A poco è servito spiegare al giudice che la sua attività, una nota pizzeria di Padova, nel frattempo è fallita e che è stato travolto dai debiti. L’unica alternativa offerta dal tribunale sono i lavori socialmente utili, ma anche questa sembra non essere una strada così facile da percorrere. Giovanni Prevedello ha così deciso di chiedere aiuto a Federcontribuenti per presentare un ricorso alla decisione del giudice. La sua storia inizia nel 2002 quando l’ex moglie gli impedisce di vedere suo figlio. Prevedello smette di pagare gli alimenti inizialmente per ripicca, non potendo immaginare che nel giro di pochi anni le sue attività sarebbero state colpite dalla crisi. Oggi gli alimenti non corrisposti ammontano a 28 mila euro, un “debito” impossibile da estinguere per chi nel frattempo ha perso la casa e il lavoro. Ma in questa stessa situazione, a suo dire, sarebbero oggi moltissimi padri separati.
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