Abuso di potere, di ufficio, violenza psicologica, per 8 lunghi anni e non c’è niente che potrà ripagare quest’inferno se non la soddisfazione di uscirne puliti nella dignità, anch’essa colpita duramente. Quando si dice che lo Stato fa paura non è solo un modo di dire. Stefano e Rolando sono due commercianti di automobili, un bel giorno, ricevono dei normali controlli dalla gdf, siamo nel 2006. I due non si preoccupano certi della loro regolarità. Nel novembre 2008, Equitalia recapitare al sig. Rolando una cartella di 441.229,48 euro, al sig. Stefano una di 438.439,65 euro e alla loro azienda una di 893.644,72. Alla fine Equitalia arriverà a pretendere dai due titolari oltre 6 milioni di euro: il reato “ipotizzato” è il mancato versamento dell’Iva per 700.000 euro.
Stefano e Rolando vengono criminalizzati sulla base di una presunzione di reato mai riscontrato. Non conta perchè le banche ed Equitalia gli distruggono quel poco che hanno, distruggono la loro serenità familiare e la loro salute. Li annienta senza riserve anche laddove chiaro è l’errore. Inoltre i verbali di constatazione della GdF fanno scattare l’indagine penale.
Dopo lo shock e la paura e quei cattivi pensieri che affliggono chi non sa dove sbattere la testa reagiscono e riescono a provare, documenti alla mano, la loro innocenza. Un errore maledetto riscontrato anche dal perito incaricato di visionare le carte accusanti e dalla motorizzazione che mai, durante i controlli, ha riscontrato irregolarità. Il 24 febbraio scorso il Garante del Contribuente ordina all’Ag Entrate di effettuare sugli atti autotutela, cosa che non è ancora stata fatta. Tra i due enti una serie di missive e il Garante replica all’Agenzia delle Entrate, evidenziando la illegittimità del procedere.
” Non si dice in base a quali criteri sono state irrogate le sanzioni e determinato il quantum delle stesse. Nei provvedimenti di autotutela si legge soltanto una fredda e sterile elencazione di numeri, incapaci di assolvere, nel concreto, al dettato della legge. Da qui la illegittimità del provvedimento. Infatti, non si è speso neppure una virgola per dimostrare la presunta colpevolezza dei contribuenti ”.
Non soltanto Stefano e Rolando non hanno commesso nessun reato, non solo nessuno si è preso la briga di verificare, non solo li hanno massacrati, ma, le sanzioni calcolate erano anche ingiuste, è quindi lecito parlare di truffa? Gli interessi toccavano punte del 900% a cartella esattoriale, infine negli estratti di ruolo compaiono codici tributi, in particolare il “1600” soppressi nel 2001.
Sarebbe logico, alla luce di tutto ciò, pretendere l’annullamento di ogni atto, cartella, sequestro, provvedimento e un doveroso risarcimento danni però, con il procedimento penale in corso gli atti non si possono cancellare, al massimo si applica l’autotutela con tanti saluti dalla giustizia e dallo Stato italiano.
Si è potuto accertare che gli atti a carico dei due commercianti sono doppiamente fasulli, primo per mancanza del reato e secondo perchè firmati da dirigenti abusivi, cioè privi dei requisiti di legge; si legge in una delle raccomandate inviate dai contribuenti ai vari enti: ” le regole di imparzialità, correttezza e buona amministrazione impongono all’amministrazione finanziaria, una volta informata dell’errore in cui è incorsa, di compiere le verifiche necessarie e poi, accertato l’errore, di annullare in autotutela il provvedimento riconosciuto illegittimo, anche qualora il contribuente abbia lasciato scadere il termine utile per impugnare il provvedimento avanti alla Commissione tributaria”. (cfr. Cass. 2-20 aprile 2012, n. 6283).
Commenta il presidente di Federcontribuenti, Paccagnella: «Abbiamo enti di controllo che si litigano competenze e responsabilità mettendo in gioco la vita di chi subisce quest’imbroglio politico. Troppo Stato nella vita dei contribuenti, troppi cavilli, codici, incursioni ed ingerenze che nulla hanno a che vedere con il bisogno di combattere l’evasione fiscale e garantire diritti ed uguaglianza fiscale ai cittadini italiani».
Di seguito il video dove i due commercianti raccontano la loro incredibile vicenda
AIUTACI AD AIUTARE
Abbiamo rifiutato da sempre i finanziamenti pubblici previsti per le grandi Associazioni perché, la nostra politica, prevede di sedere al tavolo dei cittadini e non dei politici. Oltre all'assistenza e alla tutela in tutte e le sedi per quanto riguarda il diritto bancario, fiscale, tributario, commerciale verso contribuenti, utenti e consumatori il nostro impegno é anche di dotare i nostri iscritti di servizi importanti nel pieno rispetto del Codice del Consumatore.
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Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO RACCOMANDATA N° 14586657281-4
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA (AG)
TEL. FAX. 0922.32115 – Cell. 347.6862733
Opera pubblicata: IGNOMINIE EPOCALI VOL. I
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ALLA DOTT. SSA ANTONELLA PANDOLFI
SOSTITUTO PROCURATORE PRESSO PROCURA
DEL TRIBUNALE DI AGRIGENTO
OGGETTO: atto di querela nei confronti di Sebastiano Padovani Procuratore della SERIT – Agrigento, da allegare al fascicolo n° 5718/11 MOD. 21. ARCHIVIATO E OPPOSTO. DA DEFINIRE IN CAMERA DI CONSIGLIO IL 12-05-2014
ATTO DI QUERELA
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in c/da Bagli 53,
PREMESSO CHE:
Il Procuratore Sebastiano Padovani della SERIT di Agrigento, in data 27/09/2012 avendo ricevuto per trasmissione, copia dell’ultimo avviso di pagamento della somma di € 7.500.000.00 più interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo; cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali; cancellazione delle ipoteche e del fermo amministrativo sui miei beni mobili ed immobili, emessi abusivamente dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento. Con la complicità della SERIT – Agrigento, inviato in data 25/09/2012 al Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti.
Il 02/10/2012, senza avere smentito che la SERIT – Agrigento è complice delle malefatte commesse dai Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Entra nelle calende greche e con lettera del 02/10/2012 protocollo 33862, attesta che sono debitore della somma di € 389.778,41.
In data 08/10/2012 a mezzo raccomandata e a mezzo Fax rispondevo, sia alla dirigenza della SERIT, sia al Procuratore Sebastiano Padovani.
Stessa data ho sporto querela presso la Procura di Agrigento, per inadempienza professionale, occultamento di atti d’Ufficio, abuso di potere continuato e aggravato dalla continuazione dell’emissioni di avvisi di pagamento, iscrizioni di ipoteca sui miei beni immobili e fermo amministrativo sui miei beni mobili, in virtù di numerose cartelle di pagamento emesse abusivamente dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento, “fortemente contestate sia alla SERIT, sia all’Agenzia delle Entrate di Agrigento”, nei confronti dell’attuale dirigente e del – dei dirigenti della SERIT – Agrigento, che dal 04/02/04 ad oggi si sono susseguiti. Che va ad aggravare la loro posizione di complicità già denunciata nella querela del 10/11/2011.
In data 08/12/2012 inviavo a mezzo Fax, copia della querela sporta in data 05/12/2012, presso codesta Procura, nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti. Nella cui dodicesima pagina si legge: dal 08/10/2012 ad oggi non ho ricevuto alcuna risposta dell’avvenuta cancellazione delle ipoteche emesse sui miei beni immobili e il fermo amministrativo sui miei beni mobili. Né il Procuratore Sebastiano Padovani mi ha chiesto scuse per sua la leggerezza commessa.
Stessa data e stessa copia, è stata inviata a mezzo Fax alla Tenenza dei C.C. di Favara.
In data 06/03/2013 a mezzo raccomandata n° 1456657277-8 inviavo diffida revoca importi reclamati ed altri eventualmente da reclamare, cancellazione del mio nominativo dal registro degli evasori fiscali, cancellazione delle ipoteche e fermi amministrativi emessi illecitamente da codesta SERIT Agrigento.
In data 07/03/2013 è stata inviata copia della su citata diffida a mezzo Fax n° 091 6201193.
Stessa data e stessa copia è stata inviata a mezzo Fax alla Tenenza dei C.C. di Favara.
In data 18/03/2013 informavo a mezzo Fax n° 091 6201193 il su citato Procuratore Sebastiano Padovani che sporgevo querela presso la Procura di Agrigento.
E denuncia presso il Comando Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento, affinché venisse sequestrato e verificato il fascicolo a mio nome, per accertare la complicità della già querela SERIT, con la Agenzia delle Entrate di Agrigento; l’illegittimità: della richiesta della somma sopra indicata; delle ipoteche emesse sui miei beni immobili; dei fermi amministrativi emessi sui miei beni mobili; della perenne tenuta sul registro degli evasori fiscali il mio nominativo. Più volte invocata la cancellazione, non solo alla su citata SERIT; alla Agenzia delle Entrate di Agrigento e di Palermo. Ma anche agli affetti della sindrome pilato fobia, Giulio Tremonti; Tommaso Padoa Schioppa; Attilio Befera, direttore Generale delle Agenzie delle Entrate d’Italia e direttore di EQUITALIA; Ministero Economia e Finanze Direzione Agenzie ed Enti della Fiscalità piazza Mastai, 11 00153 – Roma e il già Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Economia e delle Finanze, Mario Monti. Che di voi criminali organizzati specializzati in truffe e complotti per tiranneggiare persone innocue come nella fattispecie, se ne sono lavate le mani come Ponzio Pilato.
Il querelante fa appello a codesta Procura affinché venga autorizzata d’Ufficio la Guardia di Finanza di Agrigento ad acquisire copia del fascicolo a mio nome, presso la sede della SERIT Agrigento, per verificare ed accertare quanto si legge nella su indicata denuncia
PER QUANTO SOPRA
Sporgo formale querela nei confronti del Procuratore Sebastiano Padovani, per tentata estorsione, falso, calunnia e diffamazione ai miei danni. Con costituzione di parte civile, sia nei confronti del soggetto nominato, sia nei confronti della già querelata SERIT – Agrigento. La cui somma da pagare in solido Padovani – SERIT sarà uguale di quella intimata al Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il querelante ha facoltà di pubblicare sul Sito internet in intestazione e inviare ove riterrà opportuno, sia la presente querela, che altre scritture di specie.
Allegati:
N° 1 copia trasmissione documenti alla SERIT Agrigento con allegato, del 25/09/2012.
N° 3 copie Fax inviati in tre date diverse alla Tenenza di Favara.
N° 1 copia diffida al Procuratore Sebastiano Padovani del 06/03/2013.
N° 1 copia Fax del 07/03/2013 inviato in data 07/03/2013 al n° 091 6201193.
N° 1 copia lettera informativa del 18/03/2013 inviata a mezzo Fax al Procuratore Sebastiano Padovani.
N° 1 copia denunzia alla Guardia di Finanza per sequestro fascicolo SERET.
N° 1 CD-R DENOMINATO IGNOMINIE EPOCALI DOCUMENTI GENERALI N° 2 dimensione 331 MB file 183 cartelle 38.
Si precisa che, in questo CD-R n° 2 vi è stata aggiunta la cartella n° 15 e nelle cartelle 1 – 2 – 6 – 10 – 12, ci sono state delle aggiunte. Il CD-R già agli dal 05/12/2012 è formato di 14 cartelle.
Distinti saluti
Favara, li 18/03/2013
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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ALLA DOTT. SSA ANTONELLA PANDOLFI
SOSTITUTO PROCURATORE PRESSO PROCURA
DEL TRIBUNALE DI AGRIGENTO
OGGETTO: atto di querela da allegare al fascicolo n° 5718/11 MOD. 21. ARCHIVIATO E OPPOSTO. DA DEFINIRE IN CAMERA DI CONSIGLIO IL 12-05-2014
QUERELA A MARIO MONTI COMPOSTA DI 12 PAGINE.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in c/da Bagli 53,
PREMESSO CHE:
Una turba di uomini SCELLERATI di diverse estrazione e ceti sociale, appartenenti a più Istituzioni d’Italia si unirono in complotto per portare me e la mia famiglia alla rovina morale, fisica e finanziaria.
A dare il via alla mia rovina, a quella della mia famiglia e a quella di tutti coloro i quali si accorparono a questo colossale complotto politico – giudiziario a mio danno, è stato il forcaiolo Maresciallo dei CC della Stazione ora Tenenza di Favara, Epifanio Giordano, che, nel tentativo di fare il salto di qualità, in data 09/05/94 stilò la nota informativa n° 7875/33 e la trasmise presso codesta Procura, che apre il fascicolo n° 593/94 art. 644 c.p. e lo affida per le indagini preliminari al P.M. Pietro Pollidori, il quale, in data 12/05/94 emette decreto, nel quale si legge: Visti gli atti del procedimento penale n° 593/94 nei confronti di Sanfilippo Giacomo + 2 per il reato di cui art. 644 c.p. Poiché vi è fondato motivo di ritenere che nei locali sotto indicati si trovi documentazione relativa al reato per cui si procede, dispone la perquisizione locale nell’abitazione di c/da Bagli Favara. Il presente decreto ha anche valore di informazione di garanzia ex art. 369.
Il maresciallo ordinario Vincenzo Schillaci e altri tre commilitoni dell’Arma Benemerita della Caserma di Favara, in data 31/05/94 eseguono la perquisizione sequestrando dell’innocuo materiale cartaceo, il quale, venne trasmesso presso codesta Procura.
Il prefato P.M. l’ho esaminò e in data 14/06/94 emette decreto di acquisizione n° 117/94, nel quale si legge: Considerato che appare assolutamente necessario acquisire al procedimento copia relativa alle dichiarazioni dei redditi per gli anni 92 e 93, di Sanfilippo Giacomo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli. Dispone l’acquisizione della predetta documentazione in copia conforme ovunque essa si trovi. Delega per l’esecuzione la Sezione di P.G. Guardia di Finanza Sede. I detti militari di PG eseguirono e in data 17/06/94 depositano il cartaceo al P.M. Pietro Pollidori.
In data 22/06/94 il Brigadiere Garziano Rosario e altri tre commilitoni della Guardia di Finanza, si sono presentati a casa mia e per umiliare la mia dignità, vollero che li portassi presso la Banca, Cassa Centrale di Risparmio filiale di Favara e presso la Banca, Cassa Rurale ed Artigiana di Castrofilippo filiale di Favara, dove intrattenevo i miei conto correnti. Mentre invece, nella Banca, Cassa Rurale ed Artigiana San Francesco di Canicattì filiale di Agrigento, ci si sono presentati da soli. Avendoli esaminati ed estratto copia della documentazione, la depositarono in Procura.
In data 27/08/94, su richiesta della Guardia di Finanza di Agrigento, il prefato P.M. autorizzò l’utilizzazione ai fini fiscali della documentazione acquisita nelle Banche, nei mesi di Giugno e Luglio su detta delega d’indagine n° 117/94 del 14/06/94. Pagina 43 sottocartella 1 cartella 6.
In data 12/11/94 il prefato P.M. chiese ed ottenne dal G.I.P. SEDE l’archiviazione: per Presti Salvatore e Sanfilippo Giacomo, per il reato di cui art. 644 c.p. iscritti nominativamente nel registro delle notizie di reato di cui all’art. 335 comma 1 c.p.p. in data 09/05/94, ritenendo che, limitatamente ai due indagati di cui sopra, non si sono potuti raccogliere elementi di prova sufficiente per la richiesta di rinvio a giudizio (esito negativo per la perquisizione a carico del primo, esito negativo delle SIT relative al secondo). (Mentre si procede con contestuale richiesta di rinvio a giudizio per Tuzzolino Francesco).
Il G.I.P. Rita Carosella in data 20/02/95 fa proprie le richieste del P.M Pietro Pollidori e dispone l’archiviazione parziale del procedimento per insostenibilità dell’accusa in giudizio. Vedi cartella 1 C.D. in allegato.
La Guardia di Finanza di Agrigento che come già detto aveva chiesto ed ottenuto dal P.M. Pollidori l’autorizzazione all’utilizzazione ai fini fiscali, la cui relazione doveva essere depositata al prefato P.M. entro 10 giorni, se non entro la data della richiesta dell’archiviazione. Tre mesi dopo la scadenza di tale termine. Cioè, il 15/02/95 deposita alla Procura di Agrigento la nota n° 112 UG. Il P.M. Pietro Pollidori che aveva già inviato il fascicolo al GIP – SEDE per l’archiviazione non l’ha preso in considerazione.
CHI L’HA PRESO IN CONSIDERAZIONE?
Lo strano ed indecifrabile PM Stefano Dambruoso, che, senza osservare nessuna regola giuridica, il 15/02/95 firmò il mandato di perquisizione della mia abitazione.
L’indomani, 16/02/95 si presentarono a casa mia: il Capitano Fabio Migliori; il Maresciallo M. Falsone Nino; il Brigadiere Garziano Rosario ed il Brigadiere Tranquillo Giuseppe della Guardia di Finanza di Agrigento. Che, consci di violare l’articolo 14 della Costituzione, hanno perquisito – saccheggiato, la mia abitazione. Il Brigadiere Tranquillo partecipò solo alla perquisizione – saccheggiamento. In tale perquisizione – saccheggiamento requisirono dell’innocuo materiale cartaceo. Con il quale, il Falsone di nome e di fatto, e il reo confesso Garziano Rosario, come poi si qualificò essere. Su richiesta del loro Capitano Migliori manipolarono numeri e verità.
Per le manipolazioni dei numeri e della verità riguardante gli anni 1992 e 1993, vedi pagine 49, 51, 62, 69, del PVC; Per le manipolazione dei numeri e della verità riguardante gli anni 1994 e 1995, che i verificatori con l’anima nera come la pece li hanno preso in esame senz’essere autorizzati da codesta Procura, vedi pagine 1, 75 – 81 del PVC; Per la veridicità dei due assegni di lire 15.000.000 cadauno e per l’assegno di lire 13.000.000 catalogati come ricavo dai vili verificatori, vedi pagine 82 – 87 del PVC; Per la documentazione dell’interrogazione nei confronti del dott. Michele Sanfilippo, manipolata dai tre pessimi militari su indicati, che gli importi giustificati dal dott. Sanfilippo li hanno catalogati come ricavo, vedi pagine 88, 89 e 92 del PVC, in quest’ultima, si legge: Queste ultime operazioni, come si evince dall’allegato 3 (verbale delle operazioni compiute a carico di Sanfilippo Michele) non hanno evidenziato situazioni tali da dover essere fatti oggetto di menzione in questa trattazione; Per la veridicità della violazione dell’art. 14 della Costituzione, vedi stessa pagina, nella quale si legge che gli operanti non disponevano, né dispongono di nessun elemento certo. Vedi cartella 2.
Per la documentazione trascritta dalla Procura di Agrigento in cui il Garziano Rosario si è reso reo confesso, vedi pagine 10 – 40, della sottocartella 1 cartella 6.
Alla pagina 13 che corrisponde alla 2 del verbale di trascrizione si legge: Io ci dico solo una cosa… questo secondo bordello che avete combinato… Il Maresciallo già Brigadiere di cattiva fede Garziano Rosario risponde: che hanno combinato… un ci mittissi a mia no mezzu… picchì ci l’hai dittu sempri… io ero o…
Alle pagine 15, 16 e 17 che corrispondono alle 4, 5 e 6 si legge: Il suo comandante non doveva dirlo… dobbiamo fare per castrarlo… Risponde: ahhh… abbe… u capitanu… cioè… allora quando si fece quella… gli accertamenti bancari… si vitti ca lei faciva… da una parti i mittiva dall’altra parti… poi dall’altra parti i mittiva all’altra parti… ma lo faceva… Ma se erano tutti giro banca!!! Risponde: erano… giro banca… non c’era nulla e poi nulla ai fini fiscali… E voi avete ascoltato il vostro comandante di fare u… una azione così brutta.. Risponde: nooo… poi… la… m… poi ascolti… poi l’autorità giudiziaria… autorità, autorizzò… qu.. a fare il controllo fiscale nei suoi… un putennulu incastrare per altre cose… l’ha voluto incastrare pu fattu du… co… ha capito cosa è stato? Lei non ciavi qua.. avi solo il nome di avere firmato… Risponde: E chi putiva fari… cafari… non firmavo? Chi faciva non firmavo… militari siamo… io vidiva ca si sciarriava ogni tantu cu maresciallu Falsone, ma insomma… Ma se io mi sciarriava… mi sciarriava dicennuci ca era latru? O ca era onestu… eiddu ca era disonestu cavia a camuffari i numeri… Risponde: Il fatto che lui… che lui non ha fatto altro che… ehhh… cioè lui riciviu un ordin du capitanu… u… u… maresciallo Falsone… u capitanu chiddu ca come sinniu comu si chiama Migliori…
Alle pagine 19 e 20 che corrispondono alle 8 e 9 si legge: Lei non ha stilato il verbale… nemmeno il capitano… però siete tutti firmatari… tutti firmatari siete… Risponde: e vabbè… tutti firmatari… che posso… chi boli… chi po fari… non è… U capitanu u sapiva ca… era camuffatu stu verbali… però iddu u sapiva ca fu ordinatu du capitanu… Risponde: glielo dissi io… io tutto gli ho detto a lei… dal primo… dalla prima volta che l’ho conosciuto… gli dissi dico… glielo posso mettere … sono stato sempre leale con lei… e chissu me lo renderà…
Alle pagine 24, 25 e 26 che corrispondono alle 13, 14 e 15 si legge: Nella mia ignoranza mi avete castrato… Risponde: nooo…lei… Mi avete castrato… Risponde: Ma lì per lì non è stato niente… perché era un atto… un atto da li anzi… mi mancava u bigliettu da potere allegare… (Il biglietto si riferisce al mio biglietto da visita che me lo ha estorto con il suo sporco potere…). Ma non è ca… mi avete castrato in primo tempo…mi avete castrato in secondo tempo su ordine del capitano… Risponde: picchi si iddu non ordinava la verifica… ma evidentemente… Ma l’ha fatto… Risponde: l’ha avuto dalla Magistratura… lei chistu docu nun succidiva nenti… finiva la… Se la verifica era scritta onestamente… non disonestamente per come l’ha stilò u maresciallo Falsone… e glielo spiego come è scritta disonestamente… ne cuntuca… ci dicu disonestamente e nun si sapi com’è scritta… pi quali mutivu un si sapi… è scritto disonestamente per avere occultato documenti e per avere gonfiato e sgonfiato i numeri… Risponde: siccome la legge… chidda bancaria… purtroppo na… non contempla il fatto che… sissavi a pigghiari… siccome lei faceva come i giochi di tre carte… chiddi i passava ca… chiddi i passava da… bastava un po’ di attenzione in più… comunque… guardi non è cosa du maresciallo Falsone… non è cos… la… la.. non… perché lui riciviu ordini… riciviu ordini du capitanu… u capitanu… guardi… chissu ce lo posso assicurare che u capitanu gli disse iti a fari sta verica generale… e vinni… si ricorda… che vinni iddu?… Ma chi l’ha ordinato di farla camuffata? U capitanu o u maresciallo di testa so la camuffà? Risponde: E vabbe… l’ha firmata pure u capitanu a verifica… he… e certu iddu… Quindi fu iddu… a diri facitila camuffata.. Risponde: Si poi al maresciallo Falsone ci ha consigliato delle cose… io ad esempio… io non firmavo per modo di dire va… io intanto non firmo… non è lo stesso… non cambia niente… se a lei ci diciva dicca… lei firmassi… sarà indulgente… sarà che intanto… ehh… mi scoglionava proprio vedere tanti altri lavori a Favara che ci stavano genti che fanno fatture false da mattina a sera… propria ni lei ca vinniva cunigghi…
A pagina 29, 30, 31 e 32 che corrispondono alle 18, 19, 20 e 21 si legge: Lei mi dica se questo buffone proprio buffone di maresciallo Falsone che è un buffone… glielo dirò in televisione che è un buffone… mi mandano una cartella al ruolo… Risponde: addirittura… l’hanno scritta al ruolo? Al ruolo… una cartella al ruolo di ventunomilioni quattrocento trentasettemila… Risponde: e per che cosa? Ma cu minchia mi lava a… chissa di ca è pi l’anno 1994… unni la Cassazione rici ca il fatto non sussiste… comu minchia mannati al ruolo una cosa di chista… strunzu!!!… sceccu u maresciallo Falsone chi minchia scrivisti… Falsuni sceccu!!!… chi minchia scrivisti… Risponde: chiddu ci fa a contra querela… stassi attentu… Iddu mava a spiegari come mai… fici spariri un assegno?… Mi deve spiegare il perché ha manipolato e occultato il documento che ha firmato il medico Sanfilippo… mi deve sapere a dire perché aumentà e sgonfià i numeri… tuttu ca è… tuttu scrittu ca… allora si taglia i cugliuna puru iddu… ca firmà… Risponde: ogni giorno sinniva nu capitanu… avevanu puru discussioni… Ah sinniva nu capitanu… minchia… Risponde: Io purtroppo i scopi non lo so picchì fici sti nummari… non ma ricordo… quannu fu n’to novanta … quando è stato n’to novantasett… novantacinque… Si… E perché non avete fatto la verifica a Catania a Santa Venerina? E perché non avete fatto la verifica a tutti i nominativi ca vi detti? Iddu docu mava a spiegari non ca mi fa a contru querela… iddu ava a pagari tutti i danni… e mava a pagari a moralità ca mammazzà… Risponde: Non sa… non s’avvelenassi a vita… la sl… ormai… ma comunque le dico solo questo e chiudiamo… la fonte di ogni male è stato u maresciallu… unnu vogliu difenniri a Falsone… picchì tantu è congedatu… nun ne cchiù… non voglio difendere a Falsone… ma la fonte di ogni male è stato il maresciallo… soprattutto un suo presunto… sicuramente amico… per modo di dire tra virgolette… un amico… e se il… la fonte di ogni male è stato un suo amico che fici u delatore… ca ci dissi ca lei dava denaro a strozzo… questo è stato… poi il resto chiaramente u fici Giordano per fare carr… per farsi bello… poi nel mucchio… arrisultò Tuzzolino che effettivamente faceva chiddu da… hai capito… e adesso…
A pagina 36 e 37 che corrispondono alle 25 e 26 si legge: Al suo Comandante Provinciale dovevo informarlo… non so se lei… Risponde Innocente sono… Intanto io dovevo mandare il libro al Colonnello della Guardia di Finanza… Risponde: e ha fatto bene… Ne ho mandato un altro al Colonnello dei Carabinieri… un altro alla Prefettura… un altro al Presidente della… delle Entrate di Agrigento… e tanti altri… al Procuratore capo… al Presidente del Tribunale… ora loro se vogliono aprire un’inchiesta l’ha aprono… hanno tutto… Risponde Gli elementi…
A pagina 39 che corrisponde alla 28. Risponde: non voglio difendere a Falsone… però ci dico solo una cosa… che Falsone… non c’è ne… perché… picchì ricivio ordini do capitano a sua volta… c’era un’indagine… Avete usato la documentazione relativa alla prima inchiesta… già chiusa… Risponde: No…no…no… E non doveva essere… usata più questa documentazione… Risponde: Quale quella di… cosa… come si chiama?… Quella dell’usura… Risponde: no… ma mica è stata usata… Siii… la usastivu… lavete usata la prima documentazione… Risponde: Quella quando ficimu l’indagini bancaria?… Si… questa non doveva usarla questa… questa documentazione era per quella indagine… dovevavo aprirne un’altra no con questa… con questa vi siete tagliati tutti… Risponde: Ma perché… non scusa… l’avvocato l’avia a fari… (Vedi pagine 10 – 40 sottocartella 1 cartella 6).
(Il libro si riferisce a CAINI PE VIRTU’ FAVARA 2 pubblicato nel Settembre 2001)
La parola indulgenza si riferisce al Giudice penale che per salvare lui e i suoi complici: Garziano e Migliori dalle pericolose maglie dov’erano finiti, mi consigliava di pagare la somma di lire 102.262.000. Così, il giudice vedendo la bolletta di pagamento sarà indulgente nel condannarlo. Risposi al mercenario senza scrupoli di cancellare quella dicitura a lui e agli altri facenti comodo e di scrivere questa dicitura: Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, contesta tutto quanto oggi verbalizzato dalla Guardia di Finanza, riservandosi il diritto di produrre prove ed elementi giustificati agli organi giudiziari e al contenzioso tributario. Vedi pagine 36 e 38 del PVC.
Al fallimento, accorparono il pescecane d’acqua sporca Calogero Schifano, l’allora mio avvocato, che, per riuscire nei suoi e negli altri loschi intendi me lo ha detto in tutte le salse per fare il patteggiamento d’una pena che non avevo mai commesso.
Ma le mie negazioni non sono servite a nulla. Perché il Giudice Maria Agnello che agli atti aveva: il PVC integrale; la succitata nota 292/UG/5442 sched del 02/05/95 del Tenente Gaspare Cilluffo. Senza nominare CTU, che avrebbe verbalizzato quanto si legge nella su indicata nota del Tenente Cilluffo; gli errori di sommata esistenti nei fogli 18 e 20; le falsità attestate nei fogli 16 e 19; l’occultamento del processo verbale delle operazioni compiute in data 26/11/1993 dalla Guardia di Finanza di Agrigento, in cui si evince la provenienza dei due assegni di lire 15.000.000 cadauno e un assegno di lire 13.000.000 che i viziosi militari li hanno catalogati come ricavi; l’abuso di potere nell’avere preso in esame anche gli anni 1994 e 1995. Mi condannò arbitrariamente come se fossi un vero e proprio evasore fiscale. Vedi Cartella 3.
Nel Settembre 2001, ho pubblicato il libro denuncia CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2.
Il 20/09/2001, ho inviato a mezzo posta una copia di detto libro al Procuratore antimafia Piero Gasso presso la Procura di Palermo.
Il 30/09/2001, ho inviato a mezzo posta una copia di detto libro al Procuratore antimafia Pier Luigi Vigna presso la Procura di Firenze.
In data 05/01/02, ho inviato alla Procura di Agrigento capitanata dal dott. Ignazio De Francisci un esposto denuncia con allegato una copia di detto libro denuncia.
In data 12/02/02, ho inviato alla stessa Procura una audio-cassetta.
Il P.M. dott. Carmine Olivieri titolare dell’inchiesta del fascicolo n° 2095/01 RG MOD. 45. Che, stando al numero era stato aperto nel 2001 forse per uno degli esposti denuncia inviati a mezzo posta alla Procura antimafia di Palermo e di Firenze, pro o contro di me. Vedi sottocartelle 2 e 3 cartella 6. Delega la Sezione di PG, aliquota Carabinieri di procedere all’ascolto ed alla trascrizione dell’audio-cassetta in atti. Detta PG, in data 28/06/02 deposita il verbale di ascolto e trascrizione dell’audio-cassetta. Il cui contenuto è leggibile in dialetto siculo alle pagine 10 – 40 della sottocartella 1 cartella 6.
Il succitato PM, e l’alto Magistrato Ignazio De Francisci, avendo letto le gravità commesse dal Maresciallo dell’Arma Benemerita Epifanio Giordano che si servì d’un mio amico per fare carriera, (non riuscendo nel suo sporco intendo per avvenuta archiviazione del fascicolo 593/94 per svolti indagini testimoniali). E quelle dei millantatori militari del Corpo della Guardia di Finanza di Agrigento, Falsone e Garziano, che su ordine del loro capitano Fabio Migliori manipolarono numeri e verità. Anziché rinviare a giudizio i quattro individui pericolosi per loro e per gli altri, accantonano il fascicolo e dopo mie sollecitazioni di conoscere le attività d’indagini svolte, in data 14/03/03, il Procuratore aggiunto dott. Claudio Corselli e l’alto Magistrato Ignazio De Francisci, trasmettono per competenza ex art. 11 c.p.p. ed ult. C.p.v. c.p.p. detto fascicolo presso la Procura di Caltanissetta, allegando: copia fascicolo 57/95 RG Mod. 21 F e copia fascicolo 204/95 RG Mod. 45.
Nell’attesa che la Procura di Caltanissetta svolgesse le proprie indagini ed emettesse il proprio provvedimento, come in effetti, in data 18/03/04 l’ha emesso.
Il Colonnello Giuseppe Conti, in data 05/02/04 deposita la prima nota. Che, stando al trasferimento del fascicolo presso la Procura di Caltanissetta, codesta Procura non aveva fascicoli aperti, né pro, né contro di me. E, se l’avesse aperto, il sotto indicato fascicolo n° 3031/04 RG mod. 44 aperto a fronte della successiva querela del 03/06/04 doveva essere allegato all’ipotetico fascicolo n°… E il PM Caterina Salusti non avrebbe dovuto archiviare il fascicolo 3031/04 RG. Mod. 44, ma l’ipotetico fascicolo n°…
Come in effetti, il Procuratore De Francisci la mia querela sporta nominativa nei confronti dei Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento e inviata il 18/02/08 a mezzo posta presso la Procura antimafia di Palermo, che ha aperto il fascicolo e trasferì il malloppo cartaceo per competenza territoriale a codesta Procura. Che, a sua volta, ha aperto il fascicolo n° 1460/08/Mod 45 e l’ho unì al fascicolo 834/08/Mod. 21 aperto a mio carico per una querela sporta per comodità dai due spietati maramaldi Leto Pietro Pasquale e Spoto Stefano. Unì anche, i fascicoli aperti per le querele del 15/04/09 e 22/06/09, sporte nominative nei confronti dei componenti delle Sezioni 2 e 3 della CTP di Agrigento. Vedi sottocartelle n° 8 – 9 – 10 – 11 cartella 6.
Dopo le dovute indagini, il PM Andrea Bianchi ha chiesto ed ottenuto dal G.I.P. Stefano Zammuto l’archiviazione del fascicolo 834/08 Mod. 21. Dalla quale archiviazione derive la pubblicazione del GIORNALE LA VOCE CHE TUONA DEL 03/06/2010. E la richiesta di risarcimento danni per un importo di € 7.500.000,00. Vedi cartella 14.
A fronte del provvedimento emesso dalla Procura di Caltanissetta, in cui, alla pagina 2 che corrisponde alla 44 della sottocartella 1 cartella 6, si legge: Deve premettersi che quest’Ufficio è stato chiamato a pronunciarsi su fatti avvenuti nell’ambito del territorio di Agrigento in virtù del disposto dell’art. 11 CPP, con competenza, cioè, sui soli fatti sussumibili in precise fattispecie di reati ascrivibili a Magistrati o ad altre fattispecie di reato commesso con le prime. Ho sporto denuncia nominativa nei confronti dei Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento, presso la Tenenza dei Carabinieri di Favara, la quale venne occultata dal Tenente Antonino De Luca. Vedi sottocartella 4 cartella 6.
In data 03/06/04 ho sporto denunzia presso la Tenenza dei Carabinieri di Favara. Questa, venne trasmessa presso codesta Procura che ha aperto il fascicolo n° 3031/04 RG mod. 44.
Il PM Caterina Salusti a cui vennero affidate le indagini del delicato caso, pur avendo agli atti: Il libro denuncia CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2; Il dossier rielaborato in cui c’era la trascrizione integrale delle conversazioni tra me e il reo confesso Garziano e altra documentazione di specie, depositata unitamente alla querela del 03/06/04; La relazione del Vaiarelli fornita dal Colonnello Conti con note del 05/02/04 e del 14/06/04; Le mie interrogazioni a SIT; L’interrogazioni a SIT della Galluzzo; L’interrogazioni a SIT del Leto; La querela del 09/05/05 sporta nominativamente nei confronti dei componenti delle Sezioni 1 e 29 della CTR di Palermo; La richiesta del 09/05/05 dei nominativi dei delatori di comodo dell’ingiurioso Giordano che mi servivano per denunciarli per calunnia e diffamazione, i quali, mi sono stati negati persino il nominativo della persona che il Giordano conosceva con certezza. Vedi sottocartella 6 cartella 6. E cartella 1. Non interroga i tre taglia teste: Migliori, Falsone e Garziano, sul perché hanno manipolato numeri e verità giungendo ad un contesto di farmi condannare dai Tribunali di primo, secondo e terzo grado penale. Revocate nel Marzo 2001 dal Tribunale di Agrigento. Vedi cartella n° 3. Né l’ingiurioso Giordano richiamato dal reo confesso Garziano nella pagina 21 della trascrizione che attesta: La fonte di ogni mio male è stato il Maresciallo Giordano che per fare carriera si servì di un mio amico tra virgolette che gli disse che prestavo danaro a strozzo; Né interroga il Vaiarelli sul perché nella sua nota ispettiva non ha citato il dossier rielaborato in cui vi era inclusa la documentazione della trascrizione della Procura precedentemente letta; sul perché non ha dichiarato che il PVC era manipolato nei numeri e nella verità per volere del capitano Fabio Migliori; sul perché ha dichiarato che la Sentenza annullata senza rinvio dalla Suprema Corte di Cassazione riguardante l’anno 1994 perché il fatto non sussiste, non ha efficacia nel giudizio Tributario e sul perché non ha dichiarato che la contabilità dei fogli 18 e 20 del PVC è errata. Vedi cartella 4.
Se invece, lo sprovveduto Vaiarelli dichiarava la verità ed invalidava il tanto contestato PVC e le Sentenze tributarie emesse da una vera e propria banda di giudici partigiani che non sanno cosa significhi essere imparziali, non si sarebbero implicati in questa faccenda di faccendieri disonesti: l’Ispettore Angelo Cascino; Il PM Caterina Salusti che ha attestato: nella certezza di non poter svolgere altra attività di indagine, si formula richiesta di archiviazione essendo stato accertato l’assoluta infondatezza della notizia di reato, senza iscrivermi nel registro delle notizie di reato per false pubblicazioni e per vilipendio verso le Istituzioni; Il Procuratore Ignazio De Francisci; Il GIP Walter Carlisi che ha fatto proprie le nepotererie attestate dalla Salusti e avallate dal Procuratore De Francisci. Vedi sottocartella 5 cartella 6.
Conseguentemente a questa imprudente archiviazione del PM Caterina Salusti, in data 04/03/06 ho pubblicato il libro denuncia IGNOMINIE EPOCALI VOL I. Nelle pagine 168 – 178 si legge integralmente in lingua nazionale la trascrizione della Procura di Agrigento; Alle pagine 179, 180 si legge la nota trasmissione dossier rielaborato al Leto Pietro Pasquale. Con costui, in data 28/10/03 ho parlato per circa un’ora di questo anomalo caso. Alla fine, assicurò che avrebbe controllato il dossier e il loro fascicolo interno. Esaminato con dovizia il dossier, gli venne il voltastomaco senza avere preso la mannite. E, anziché formulare nota informativa e inviarla unitamente al dossier rielaborato alla Procura di Agrigento, unitamente alla Galluzzo Antonina e forse anche dello Spoto Stefano ordirono un complotto ai miei danni allo scopo di coprire: sia il complotto già ordito ai miei danni dai tre taglia teste già nominati, sia le malefatte commesse dagli infedeli Funzionari della Agenzia delle Entrate da lui diretta.
In data 18/11/03 che lo sprovveduto Vaiarelli si presentò presso l’Agenzia delle Entrate di Agrigento per ispezionare la documentazione da me contestata, se lo tirarono dalla loro parte e gli hanno fatto attestare tutto quello che a loro faceva comodo. U duppiu scimunitu Vaiarelli, che aveva l’ordine di dare corso al mio dossier rielaborato, nella sua relazione ispettiva non parlò che il capitano Migliori diede ordine al Maresciallo Falsone di manipolare numeri e verità, né parlò dei fogli 18 e 20 nei quali figura la contabilità errata. Parlò invece, delle Sentenze emesse con l’art. 12 e 18 passandole per buone, ed attestò che la Sentenza emessa dalla Suprema Corte di Cassazione che annulla senza rinvio relativamente all’anno 1994 perché il fatto non sussiste, non ha efficacia nel giudizio tributario. E tanto altro ancora; Alla pagina 185 si legge l’interrogazione a SIT del reo confesso Garziano; Alle pagine 185 – 188 si legge il provvedimento emesso dalla Procura di Caltanissetta; Alle pagine 188 – 191 si legge la querela del 02/04/04 occultata dal Tenente dei C.C. di Favara De Luca Antonino; Alle pagine 192 – 196 si legge la querela del 03/06/04 che archiviò il PM Salusti; Alle pagine 201 – 204 si legge la querela sporta nominativamente nei confronti dei componenti delle Sezioni 1 e 29 della CTR di Palermo e la richiesta dei nominativi dei delatori di comodo del Giordano; Alle pagine 205 – 211 si leggono i due incarichi speciali al Vaiarelli e la sua relazione; Alle pagine 211 – 212 si legge la nota della Agenzia delle Entrate di Palermo inviata al Generale B. Cosimo Sasso, la sua nota inviata al Colonnello Conti e le due note del colonnello Conti inviate alla Procura di Agrigento; Alle pagine 212 – 215 si legge l’interrogazione a SIT della Galluzzo; Alle pagine 215 – 219 e 221 si leggono le mie interrogazioni a SIT; A pagina 219 si legge l’interrogazione a SIT del Leto; Alle pagine 221 – 227 si legge l’esito delle indagini dell’Ispettore Cascino; Alle pagine 227 – 230 si legge la richiesta di archiviazione del PM Salusti; Alle pagine 230 – 237 si legge la mia opposizione alla richiesta di archiviazione; Alle pagine 237 e 238 si legge il provvedimento di archiviazione emesso dal GIP Carlisi; Alle pagine 238 – 245 si leggono le Sentenze emesse dalla Sezione 20 della CTR di Palermo che annullò col rinvio due Sentenze emesse con l’art. 12 e 18 dalla Sezione 2 della CTP di Agrigento. Che riguardano le querele del 15/04/2009 e 22/06/09. Vedi sottocartella 10 cartella 6. Per la veridicità clicca su http://www.sanfilippo-editore.it
In data 04/03/06 che cade la data della pubblicazione del libro denuncia IGNOMIE EPOCALI VOL I, ho inviato una copia di detto libro a mezzo posta al CSM. Vedi cartella 11.
Sempre nella stessa data, ho inviato una copia di detto libro a mezzo posta al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti. E a tanti altri NOTABILI. Vedi tutti i nominativi nella cartella 7.
Il 08/06/06 ho sporto querela nominativa per abuso di potere e complotto ai miei danni, nei confronti dei Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento, presso la Procura antimafia di Palermo, la quale, apre fascicolo e lo trasferisce per competenza territoriale a codesta Procura, che apre fascicolo n° 2951/06 RG Mod. 44 e lo affida al PM Laura Cameli, la quale, senza eseguire indagine alcuna, archivia il caso. Vedi sottocartella 7 cartella 6.
In data 01/09/2010 ho sporto querela nei confronti del direttore pro tempore della Agenzia delle Entrate di Agrigento, La Rocca Giuseppe. Il PM Giacomo Forte, in data 03/11/2010 l’ha archiviata. Attestando che la notizia di reato è infondata. Vedi sottocartella 12 cartella 6.
In data 10/11/2011 ho sporto querela per inadempienza professionale, occultamento di atti di Ufficio, reiterazione di reato e tentata estorsione continuata e aggravata dalla complicità delle già citate CTP, CTR, E SERIT SICILIA SEDE – AGRIGENTO, nei confronti del direttore pro tempore della Agenzia delle Entrate di Agrigento, dott. La Rocca Giuseppe, e nei confronti del dott. Stefano Spoto, rappresentante legale della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Presso codesta Procura che ha aperto il fascicolo 5718/11/RG Mod. 21 ancora in corso d’indagini. Vedi tutta la documentazione inviata e ricevuta nella sottocartella 13 cartella 6.
A prendere a pesci in faccia: Al PM Stefano Dambruoso che nel 94 aveva classificato la Procura di Agrigento una SATRAPIA e da SATRAPO firmò quell’accesso fiscale nei miei confronti. Al Giudice della Corte di Assise di Agrigento. Al Giudice della Corte di Assise di Appello di Palermo. E’ stata la Suprema Corte di Cassazione che ha annullato senza rinvio la Sentenza relativamente all’anno 1994 perché il fatto non sussiste. E il Giudice Maria Agnello, come da cartella 3, nel Marzo 2001 ha revocato la Sentenza che aveva emesso nel Giugno 96.
A tagliare la testa ai tre taglia teste Migliori, Falsone e Garziano. Che, come si era capito dovevano tagliarmi la testa se il falso Falsone riusciva a farmi firmare quel PVC che era un accertato cappio per me, o se in un secondo momento il pescecane d’acqua sporca avvocato Calogero Schifano, fosse riuscito a farmi fare il patteggiamento d’una pena che non avevo mai commesso. E’ stato il Tenente Cilluffo della Guardia di Finanza di Agrigento, nello scrivere la nota prot. n° 192/UG/5442 sched del 02/05/1995. Vedi pagina 92 cartella n° 2.
Ad accreditare di più la mia tesi che i tre summentovati taglia teste ordirono un complotto ai miei danni. E in data 15/02/95 si fecero firmare dallo strano ed indecifrabile personaggio Stefano Dambruoso la su indicata ordinanza di perquisizione della mia abitazione ed ha aperto i due già citati fascicoli n° 57/95/RG Mod. 21 F. e n° 204/95 RG Mod. 45. Vedi cartella 2; Che in data 18/11/03, il Leto, la Galluzzo, il Vaiarelli e forse anche lo Spoto Stefano, ordirono un altro complotto ai miei danni; E che i giudici tributari sono una sorta di partigiani che non sanno cosa significhi l’imparzialità, la legalità e trasparenza. E’ stato il Generale delle Fiamme Gialle B. Cosimo Sasso, Comandante Regione Sicilia. Che ha adottato il proverbio che dice: Il gatto si mangiò il topo perché si era mangiato il formaggio; il cane si mangiò il gatto perché si era mangiato il topo; Ma il cane non mangia cane, perché cane non mangia cane. Cioè, il ladro mangia il ladruncolo, la legge mangia il ladro. Ma la legge non mangia le persone oneste che osservano la legge. E nella Sua nota n° 9575/262 prot. non ha proferito parola alcuna su di me. Ed ha invece, incaricato il Colonnello Conti del Comando Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento di prendere contatti con l’A.G competente, per le valutazioni della portata delle affermazioni scritte nella documentazione in essa contenuta, per le eventuali iniziative di competenza.
Il prefato Colonnello, nella sua nota 2801/OPER/262 di prot. del 05/02/04, indirizzata alla Procura di Agrigento scrive: Dal contenuto della relazione e degli allegati in essa contenuti richiamati si evince che l’esponente Giacomo Sanfilippo, ha già corrisposto con codesta Procura della Repubblica. Quanto sopra affinché la S.V. possa valutare l’eventuale rilevanza penale delle affermazioni dell’esponente nei confronti dei militari e del Corpo della Guardia di Finanza.
Nella seconda nota n° 17599/OPER/262 di prot. datata 14/06/2004 il Colonnello scrive: Con riferimento alla relazione redatta dall’Agenzia delle Entrate di Palermo, inviata a codesta Procura della Repubblica con nota indicata a seguito – di cui per ogni buon fine si allega copia – ed al fine di aderire ad analoga richiesta da parte del superiore Comando Regionale Sicilia della Guardia di Finanza di Palermo, prego valutare la possibilità di far conoscere le decisioni assunte in merito all’eventuale rilevanza penale delle affermazioni dell’esponente (Sanfilippo Giacomo) nei confronti dei militari del Corpo della Guardia di Finanza. Vedi pagine 16 – 19 cartella n°4.
A castrarsi da soli sono stati: L’Ispettore di P.G. aliquota Polizia di Stato Angelo Cascino, che per coprire il complotto orditomi dai tre taglia teste già nominati e quello orditomi dai Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento già nominati, ha occultato la dicitura risultate nella pagina 15 e in altre pagine. E quanto si legge negli allegati 7, 8, 9, 10, 11 e in altre pagine della relazione del Vaiarelli Salvatore. Vedi sottocartelle 1 e 5 cartella 6.
Il Procuratore capo Ignazio De Francisci per avere letto il libro denuncia CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2 e la documentazione trascritta nel Giugno 2002 dalla PG. E, riconosciuto le gravità commesse dall’ingiurioso e diffamatore Maresciallo dei CC Epifanio Giordano e quelle dei vili militari della Guardia di Finanza di Agrigento: Migliori, Falsone e Garziano. Quest’ultimo reo confesso. Non rinvia a giudizio i quattro personaggi pericolosi per loro e per gli altri, da me querelati, si erse a paladino – capopopolo in loro favore e invia per legittima suspicione il fascicolo n° 2095/01 RG MOD. 45 alla Procura di Caltanissetta.
Per avere incamerato le note con gli allegati del Colonnello Conti già citate senza avere aperto un fascicolo introducendoli poi, nel fascicolo n° 3031/04 RG Mod 44. Commettendo il gravissimo errore nell’usare tale documentazione contro di me e lasciarla dentro il fascicolo. Che invece, andava tenuta nascosta negli armadi degli scheletri o addirittura distrutta col trita carta per non arrivare nelle mie mani.
Per avere fatto archiviare il fascicolo n° 2951/06 RG Mod. 44 al PM Laura Cameli senza che avesse eseguito indagine alcuna.
Per avere aperto il fascicolo n° 834/08/ RG Mod. 21 a fronte della querela sporta per diffamazione nei miei confronti dai due SPIETATI MARAMALDI Leto Pietro Pasquale e Spoto Stefano in data 11/01/08. Archiviata e non opposta dai succitati SPIETATI MARAMALDI.
Se invece, non si fosse eretto a paladino – capopopolo in favore dei quattro succitati nominativi e man mano degli altri che avevano senza dubbio alcuno offeso e maltrattato la legge, ed avesse dichiarato improcedibile la su citata querela. Io e la mia famiglia non ci saremmo trovati umiliati da chicchessia, né mi sarebbero sopraggiunti i due infarti cardiaci, né mi sarei trovato in queste pessime condizioni finanziarie. Né il Ministero dell’Economia e delle Finanze, si sarebbe ritrovato a dover pagare a me esponente la somma di € 7.500.000,00 più interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo a titolo di risarcimento danni. Con avvertimento, che se entro 60 giorni della data di ricezione dell’ultimo avviso di pagamento del 25/09/2012, del quale, ho ricevuto avviso di ricezione postale che porta la data 28/09/2012 , non abbia provveduto al pagamento di dette somme, mi vedo costretto, mio malgrado, a dare incarico al mio legale per il sequestro del palazzo della Agenzia delle Entrate di Agrigento e dei conti correnti ad essa intestati. E dei conto correnti del Ministero dell’Economia e delle Finanze Roma. E per altre cose che si leggono nell’oggetto dell’ultimo avviso di pagamento. Né gli implicati in questa faccenda di faccendieri disonesti si sarebbero trovati a dover essere rinviati a giudizio per i reati loro commessi e a dover subire delle azioni disciplinari dalla Corte dei Conti. Vedi sottocartelle 8 e 13 cartella 6. E cartella 14.
Il PM Caterina Salusti perché era conscio che nella pagina 15 della trascrizione della Procura di Agrigento esisteva quella dicitura. E conscio era che su quella documentazione depositata in due date diverse dal Colonnello Giuseppe Conti non si era aperto un fascicolo, ed ha archiviato il fascicolo 3031/04 RG mod. 44, commettendo anch’essa l’errore di farmi trovare nel fascicolo la compromettente documentazione del dott. Mazzarelli; del Generale B Cosimo Sasso e del Colonnello Giuseppe Conti.
Il PM Laura Cameli, perché aveva agli atti, anche il libro denuncia IGNOMINIE EPOCALI VOL I pubblicato in data 04/03/2006 e archiviò il fascicolo n° 2951/06 RG Mod. 44 senza avere eseguito indagine alcuna, poggiando l’archiviazione sulle querele già archiviate.
E’ lapalissiano, che se il su citato PM riteneva che la richiesta di archiviazione del PM Salusti e il provvedimento emesso dal GIP Walter Carlisi rientravano nella legalità e trasparenza, di certo non sottoscriveva questa piatta richiesta di archiviazione priva della firma del Procuratore Capo. Ma doveva smentire nella maniera più assoluta i miei scritti ed emetteva due provvedimenti, uno, volto al ritiro dalla vendita il su citato libro denuncia, e l’altro, volto all’oscuramento del Sito Internet che si legge in intestazione, e doveva iscrivermi senza indugio alcuno nel registro delle notizie di reato con l’accusa di false pubblicazioni e per vilipendio verso le Istituzioni. Che poi, non sarebbe stato compito suo. Ma dal Procuratore Ignazio De Francisci; dal PM Caterina Salusti e dal GIP Walter Carlisi, che sono i protagonisti di questa nuova pubblicazione del su citato libro denuncia. Per cui, il suo disperato tentativo di far rimanere ancora una volta tutto allo stallo non ha funzionato. Per ciò, ho dovuto informare il Ministro della Giustizia Clemente Mastella. Che, come gli altri non ha preso alcun provvedimento.
Il G.I.P. Walter Carlisi che ha fatto propria la richiesta di archiviazione del P.M. Salusti.
Ed ha fatto anche propria la piatta richiesta di archiviazione del PM Cameli e l’ha archiviate.
I dirigenti della SERIT – Agrigento che non hanno dato importanza alle mie denunce ed hanno continuato ad iscrivere più ipoteche sui miei beni immobili e più fermi amministrativo sui miei beni mobili, allo scopo di coprire le malefatte commesse della Agenzia delle Entrate di Agrigento che su una serie di Sentenze illegittime ed incostituzionale emesse da un esercito di giudici con nani cervelli, alcuni dei quali, come già detto, sono stati querelati presso codesta Procura, hanno emesso una caterva di cartelle di pagamento. Le cui cartelle sono state tutte da me contestate.
Conseguentemente a questi personaggi di dubbia personalità e professionalità appartenenti a vari Istituzioni d’Italia si sono castrati: 26 menbri del CSM. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha la funzione di Primo Magistrato d’Italia, Presidente di tutti gli italiani anche di quelli residenti all’estero, Presidente del CSM e garante della Costituzione d’Italia. Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi; Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi; Il Presidente del Consiglio Romano Prodi; Il Ministro della Giustizia Clemente Mastella; Il Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro; Il Ministro Scajola; Il Ministri dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti e Tommaso Padoa Schioppa. Per i nominativi e per il GIORNALE LA VOCE CHE TUONA pubblicato il 08/02/08. Vedi Cartelle 7 e 14. Per la veridicità clicca su http://www.sanfilippo-editore.it
TRE SONO STATI I CAVALLI DI TROIA:
Luigi Pirrera, alias u chiovu da naca (Caduto vittima della lupara bianca nel Marzo 2011), che sotto registrazione svelò le magagne adoperate nei miei confronti, le quale, si leggono nei libri denuncia CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2 pubblicato nel settembre 2001 e IGNOMINIE EPOCALI VOL I pubblicato nel Marzo 2006.
Il Tenente Gaspare Cilluffo, che a pagina 3 della sua relazione ha dichiarato che gli operanti non disponevano né dispongono di nessun elemento certo. E queste ultime operazioni, come si evince dall’allegato 3 (verbale delle operazioni compiute a carico di Sanfilippo Michele) non hanno evidenziato situazioni tali da dover essere fatti oggetto di menzione in questa trattazione.
Il Maresciallo già Brigadiere Garziano Rosario della Guardia di Finanza di Agrigento, che sotto registrazione confessò: Che la verifica fiscale eseguita sulla mia movimentazione bancaria altro non era che una sorta di giro banca; Che non c’era nulla e poi nulla ai fini fiscali; Che l’Autorità Giudiziaria non potendomi incastrare per altre cose mi ha voluto incastrare per il fatto…; Che non si poteva rifiutare di firmare il PVC perché era un militare; Che fu l’ignobile capitano Fabio Migliori a ordinare al capopattuglia Maresciallo M. Falsone Nino di camuffare numeri e verità nei miei confronti. E di tralasciare glintrallazzisti favaresi che fanno fatture false dalla mattina alla sera per rovinare: me, la mia famiglia e tutti coloro i quali si andarono accorpando in questo colossale complotto politico – Giudiziario nei mie confronti. Senza alcun precedente.
E il Procurato Ignazio De Francisci, che come già detto, tramite: Il mio libro denuncia CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2; La trascrizione dell’audio-cassetta tra me e il reo confesso Garziano Rosario; La video-cassetta dell’intervista televisiva NUOVE OPINOINI di TELEACRAS; Il mio libro denuncia IGNOMINIE EPOCALI VOL I, era a piena conoscenza di tutte queste scelleratezze commesse da più uomini delle Forze dell’Ordine di diverse Istituzioni, ai miei danni.
Sapendo: Che i castelli costruiti senza fondamenta sono destinati a cadere; Che chi mente anche se non scoperto, ha la punizione in se medesimo; Che se scoperto, come nelle fattispecie, trascina nel suo baratro tutti coloro i quali avevano infangato la legge; Che a se stesso prepara mali l’uomo che ad atri prepara mali; Che il cattivo consiglio è pernicioso allo stesso consigliere; Che la dignità all’uomo non si può togliere con la prepotenza, perché la giustizia al termine del suo corso vince la prepotenza. Come in effetti, il Giudice Maria Agnello del Tribunale penale d’Agrigento, su intervento della Suprema Corte di Cassazione ha dovuto riconoscere i propri errori – orrori commessi nell’emettere l’arbitraria Sentenza n° 259/96 e in data 16/03/2001 l’ha revocata. Vedi cartelle 3.
Ha fatto lo gnome. E, anziché dichiarare improcedibile la querela dei due SPIETATI MARAMALDI, Leto e Spoto, sporta per diffamazione nei miei confronti, a fronte della quattordicesima lettera inviata allo SPIETATO MARAMALDO Leto Pietro Pasquale. Peraltro, in data 08/02/2008 venne pubblicata per intero nell’ultima colonna della pagina 4 del GIORNALE LA VOCE CHE TUONA. Ha aperto il fascicolo n° 834/08/ RG Mod. 21.
Facendo implicare ulteriori NOTABLI. Quali: La Rocca Giuseppe Direttore pro tempore della Agenzia delle Entrate di Agrigento; Attilio Befera Direttore Generale delle Agenzie delle Entrate d’Italia e di EQUITALIA; Il Direttore delle Agenzie ed Enti della fiscalità Roma; Il Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti. Che, come gli altri, della legge uguale per tutti, d’un uso hanno fatto un abuso.
Quest’ultimo, come da copia documento n° DICA – 0007339 – p – 27/03/2012 inviatomi per conoscenza in data 27/03/2012, si interessò ad inviare al direttore delle Agenzie delle Entrate d’Italia e di EQUITALIA, Attilio Befera, la documentazione inerente all’Ulteriore diffida del 31/01/2012. Nella quale si legge: Si trasmette copia della lettera inviata anche alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dal nominato in oggetto, pregando codesto Ufficio di fornire allo scrivente elementi informativi sulla vicenda esposta.
IL COORDINATORE DEL SERVIZIO
DOTT. SSA MARIA PATRIZIA CAMPANELLA.
In data 18/07/2012 mi arrivò a mezzo pasta la comunicazione che il Presidente del Consiglio e Ministro Mario Monti ha trasmesso la documentazione alla Direzione Agenzie ed Enti della fiscalità Piazza Mastai 11 Roma. Nella quale si legge: Istanza di richiesta di pagamento e cancellazione dal registro degli evasori fiscali. Si trasmette a codesta Direzione per le valutazioni di competenza la nota qui pervenuta, indirizzata dalla persona che legge per conoscenza al Presidente del Consiglio dei Ministri, con accluso il relativo carteggio. Vedi file 11 cartella 7.
IL COORDINATORE DELL’UFFICIO
CON. ANNA GARGANO
Il dott. Befera Attilio è stato querelato presso codesta Procura in data 03/07/2012 per inadempienza professionale.
Il direttore pro tempore della Direzione Agenzie ed Enti della Fiscalità Roma, è stato querelato presso codesta Procura in data 27/09/2012 per inadempienza professionale.
Oggi, 05/12/2012 formulo ufficialmente querela per inadempienza professionale nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti.
In virtù di quanto sopra, voglia codesta Procura concludere le indagini riconoscendo gli errori – orrori commessi dai Magistrati di codesta Procura, sia prima di essere capitanata dal dott. Ignazio De Francisci, che durante la sua dirigenza. E rimandare a giudizio: il dott. La Rocca Giuseppe e il dott. Spoto Stefano per i reati loro commessi e a tutti gli implicati in questa faccenda di faccendieri disonesti che hanno offeso ed infangato la GIUSTIZIA.
E in virtù delle inadempienze professionale, occultamenti e omissioni di atti d’ufficio da parte del Dott. Befera Attilio e del Direttore della Direzione ed Enti della Fiscalità di Roma; del Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia e delle Finanze, Mario Monti, che, come richiesto avrebbero dovuto elargire le sotto indicate somme richieste e inviare una nota informativa con allegata documentazione alla Corte dei Conti che avrebbe provveduto disciplinare i 26 nominativi che si leggono nella intimazione di pagamento ecc. ecc. al Presidente e Ministro Mario Monti. Vedi copia allegata nell’esposto denuncia del 03/07/2012, e delle inadempienze professionali commesse da tutti gli implicati in questa iniqua storia che per lunghi 18 anni e mezzo hanno combattuto contro un mulino a vento. Emettere un provvedimento con effetto immediato: Per il pagamento della somma di € 7.500.000.00 più interessi maturati dal 07/06/2010 alla data di soddisfo; Per la cancellazione del mio nominativo dalle liste degli evasori fiscali; Per la cancellazione delle ipoteche sui miei beni immobili e per cancellazione del fermo amministrativo sui miei beni mobili, emessi abusivamente dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento. Con la complicità della SERIT – Agrigento.
Nel caso in cui per i Magistrati: Stefano Dambruoso; Caterina Salusti; Laura Cameli; Ignazio De Francisci. Coinvolti in questa iniqua storia. Codesta Procura decidesse di inviare per legittima suspicione il fascicolo in oggetto, presso la Procura di Caltanissetta, la quale, è chiamata solo sui fatti sussumibili in precise fattispecie di reati ascrivibili a Magistrati. Non faccia come il Procuratore Ignazio De Francisci e il Procuratore aggiunto Claudio Corselli che hanno inviato il su citato fascicolo N°2095/01 RG Mod. 45 e non hanno rimandato a giudizio i quattro personaggi pericolosi per loro e per gli altri già citati.
Per la nota informativa del Maresciallo Giordano Epifanio, vedi cartella n° 1.
Per il PVC della Guardia di Finanza di Agrigento, vedi cartella n° 2.
Per le Sentenze penali, vedi cartella n° 3.
Per la relazione Vaiarelli e note Mazzarelli; G. di F. di (AG) e di (PA), vedi cartella n°4.
Per le Sentenze Tributarie, vedi cartella n° 5.
Per le querele, vedi cartella n° 6.
Per la documentazione inviata ai presidenti e Ministri d’Italia, vedi cartella n° 7.
Per la documentazione inviata alla Agenzia delle Entrate di Agrigento, vedi cartella n°8.
Per la documentazione inviata alla Agenzia delle Entrate di Palermo, vedi cartella n° 9.
Per la documentazione inviata alla SERIT di Agrigento, vedi cartella 10.
Per la documentazione inviata e ricevuta dal CSM, vedi cartella n° 11.
Per la documentazione inviata alla Procura di Agrigento, Palermo e Firenze, vedi cartella 12.
Per le Prefetture di Agrigento e Firenze, vedi cartella n° 13.
Per le pubblicazioni libri e giornali, vedi cartella n° 14. Del CD-R in allegato.
Copia della presente sarà inviata senza CD-R. alla Tenenza di Favara per svolgere ulteriori indagini di competenza Se lo riterrò opportuno.
Allo STAFF DIREZIONE SEGRETERIA /AFFARI GENERALI PALERMO. In persona del Procuratore Sebastiano Padovani, che dal 08/10/2012 ad oggi non ho ricevuto alcuna risposta dell’avvenuta cancellazione delle ipoteche emesse sui miei beni immobili e il fermo amministrativo sui miei beni mobili. Né mi ha chiesto scuse per la leggerezza commessa.
E sarà pubblicata sul Sito in intestazione e inviata ove l’esponente riterrà opportuno.
Con il riserbo di depositare ulteriori documenti.
E con facoltà di pubblicare ed inviare documentazione di specie dove riterrà opportuno.
Resta a disposizione di codesta Procura per qualsiasi chiarimento in merito.
Allegati:
uno CD–R denominato IGNOMINIE EPOCALI DACUMENTI GENERALI. Dimensione su disco: 296. MB (310.550.528 byte). Contenuto: 161 File, 30 cartelle. Attributi solo lettura.
Nessuna immagine come nei precedenti CD–R e DVD già in possesso di codesta Procura.
Copia lettera denuncia del 23/03/09 inviata per conoscenza alla dirigenza della SERIT Agrigento, non evidenziata nei precedenti documenti per il motivo che, la cartolina di ricezione postale si trovava fuori posto. Per la veridicità clicca su http://www.sanfilippo-editore.it
Favara, li 05/12/2012.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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ALLA DOTT. SSA PANDOLFI SOSTITUTO
PROCURATORE PRESSO PROCURA
DEL TRIBUNALE DI AGRIGENTO
OGGETTO: Deposito ulteriori documenti al fascicolo n° 5718/11 MOD. 21. ALLO STATO IN CORSO DI INDAGINI
GIACOMO SANFILIPPO
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AL DOTT. ATTILIO BEFERA
DIRETTORE GENERALE
DELLE AGENZIE DELLE ENTRATE D’ITALIA
VIA CRISTOFORO COLOMBO N° 426 C/D OO145 – ROMA
Oggetto: OGNUNO PAGHI IL PRIPRIO FIO.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, riferendosi alle lettere denuncia del 31/01/2012 – 08/03/2012 e all’istanza della Presidenza del Consiglio del 27/03/2012, pervenutami in data 29/03/2012.
Chiede, alla SV Illustrissima che gli sia dato sapere se abbia aperto una Commissione interna, disciplinare, nei confronti dei 14 nominativi appresso indicati:
Migliori Fabio Capitano; Falsone Nino Maresciallo M; Garziano Rosario Brigadiere, della Guardia di Finanza di Agrigento. Vetro Giuseppe; Fontana Calogero; Lauricella Maurizio; Argento Francesco, Galluzzo Antonina; Letizia Di Liberto, Funzionari. Giorgio Verduci; Leto Pietro Pasquale; La Rocca Giuseppe, dirigenti ed ex dirigenti. Spoto Stefano, capo aria legale della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Vaiarelli Salvatore dirigente Ispettivo;
Nei confronti dei dirigenti della Agenzia delle Entrate di Palermo che hanno ricevuto le mie lettere denunce dal 04/03/04 al 08/03/2012 e non hanno dato risposta alcuna;
E nei confronti dei componenti delle Sezioni 2 e 3 della CTP di Agrigento e dei componenti delle Sezioni 1 e 29 della CTR di Palermo che hanno emesso Sentenze non rispondente al vero, già querelati presso la Procura di Agrigento.
Per le Sentenze Tributarie, vedi fascicoli: 16 – 17 – 18 – 19 – 20 – 21.
Per le Querele, vedi fascicoli 12 – 13 – 14 del CD – R in allegato.
Copia della quale sarà depositata presso la Procura di Agrigento.
Allegati:
Copia lettera Agenzia delle Entrate di Agrigento;
Copia lettera Agenzia delle Entrate di Palermo;
Fascicolo composto di 83 pagine che denunciano in modo cronologico i complotti orditi ai miei danni: dai militari delle Fiamme Gialle e dai dirigenti della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
N° 1 CD-R
In attesa di Suo cortese riscontro porgo
Distinti saluti.
Favara, li 11/04/2012
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
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AL DOTT. ATTILIO BEFERA
DIRETTORE GENERALE
DELLE AGENZIE DELLE ENTRATE E DI EQUITALIA
VIA CRISTOFORO COLOMBO N° 426 C/D OO145 – ROMA
Oggetto: sollecito adempimento.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, riferendosi alla ulteriore diffida del 31/01/2012 e agli esposti del 08/03/2012 e dell’11/04/2012.
Sollecita la SV Illustrissima affinché provveda fornire gli elementi informativi al Dipartimento Amministravo sulla vicenda esposta da chi Le scrive.
Ed emettere provvedimento disciplinare nei confronti: dei 14 nominativi; del – dei direttori generali della Agenzia delle Entrate Ufficio Fiscalità di Palermo che si sono susseguiti dal 04/03/04 al 08/03/2012; dei componenti delle Sezioni 2 e 3 della CTP di Agrigento e dei componenti delle Sezioni 1 e 29 della CTR di Palermo, già richiamati nella querela del 10/11/2011 e nell’esposto dell’11/04/2012. E trasmetterlo alla Corte dei Conti che provvederà ad addebitare ai nominativi summentovati, la somma di € 7.500.000,00 che il Ministero dell’Economia e delle Finanze erogherà in favore dello scrivente, più le somme delle cartelle esattoriali emesse abusivamente ai danni dello scrivente, dai richiamati Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Che, per occultare le manipolazioni dei numeri e della verità commessi dai complottatori militari delle Fiamme Gialle di Agrigento; gli errori commessi dai Funzionari della locale Agenzia delle Entrate di Agrigento, che nella loro totale incapacità di intendere e volere hanno emesso più avvisi di accertamento per gli anni 1992 – 1993 – 1994 – 1995 a fronte d’un manipolato PVC, in data 18/11/03, il Leto Pietro Pasquale, la Galluzzo Antonina e il Vaiarelli Salvatore e forse anche lo Spoto Stefano, hanno ordito un altro complotto ai danni di chi Le scrive.
E i due ex Ministri dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti e Tommaso Padoa Schioppa, quest’ultimo deceduto, non si sono mai degnati di inviare gli Ispettori Ministeriali più volte richiesti per verificare le doglianze dello scrivente, nei confronti dei summentovati personaggi di dubbia professionalità; né l’ex Ministro Giulio Tremonti si degnò di cancellare il nominativo dello scrivente dalle liste degli evasori fiscali, né si degnò di intavolare una transazione di accordo sulla somma di € 7.500.000,00 richiesti come risarcimento danno. Vedi diffide del 03/06/2010 e 07/06/2010 in allegato.
Così facendo, si potrà evitare il ripetersi di altre inique vicende di specie e altri spiacevoli episodi, come quello commesso dal sig. Martinelli che è uscito di senno ed ha tenuto in ostaggio per più ore gli impiegati della Agenzia delle Entrate o di EQUITALIA di Bergamo. Grazie a Dio si è scongiurato il peggio.
Nessuno ha il diritto di farsi giustizia da sé. Come nessuno può unirsi in complotto per tirar fuori dalle brace personaggi di varie Istituzioni, che nel pieno svolgimento delle proprie mansioni commettono delle ingiustizie al miro scopo di ipotecare la dignità altrui.
La legge, ha già provveduto ad arrestare e condurre nelle patrie galere il sig. Martinelli. Così come dovrà provvedere per i signori che hanno ordito più complotti ai danni dello scrivente.
Da buon osservatore della legge italiana, condanno l’insano gesto compiuto dal sig. Martinelli. Così come gli insani gesti compiuti dagli orditori di complotti ai danni di chi Le scrive.
NB: qualora la SV Illustrissima entro il 30/06/2012 non dà comunicazione allo scrivente dell’avvenuto Suo adempimento, lo scrivente, a far data del calende di Luglio 2012 ha facoltà di pubblicare tutte le scritture inedite e inviarle dove riterrà opportuno. Con tutte le consequenziali azione del caso.
Copia della quale sarà depositata presso la Procura di Agrigento.
Allegati:
Copia diffida del 03/06/2010;
Copia diffida del 07/06/2010.
In attesa di Suo cortese riscontro porge
Distinti saluti.
Favara, li 12/05/2012
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
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ALLA DOTT. SSA PANDOLFI SOSTITUTO
PROCURATORE PRESSO PROCURA
DEL TRIBUNALE DI AGRIGENTO
OGGETTO: Deposito esposto al fascicolo n° 5718/11 MOD. 21. ARCHIVIATO E OPPOSTO. DA DEFINIRE IN CAMERA DI CONSIGLIO.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53.
ESPONE QUANTO SEGUE:
Il dott. Attilio Befera, Direttore Generale delle Agenzie delle Entrate e di Equitalia. Via Cristoforo Colombo n°426C/D 00145 Roma. In virtù del mio esposto del 12/05/2012, che richiama la ulteriore diffida del 31/01/2012 e gli esposti del 08/03/2012 e dell’undici Aprile 2012, rimaste senza esito alcuno, anche se, nell’esposto del 12/05/2012 si legge: di emettere un provvedimento disciplinare nei confronti dei 14 nominati; del – dei dirigenti della Agenzia delle Entrate Ufficio Fiscalità di Palermo che si sono susseguiti dal 04/03/04 al 08/03/2012; dei componenti delle Sezioni 2 e 3 della CTP di Agrigento e dei componenti delle Sezioni 1 e 29 della CTR di Palermo già querelati e richiamati nella querela del 10/11/2011. E trasmetterlo alla Corte dei Conti che provvederà ad addebitare ai summentovati nominativi, la somma di € 7.500.000,00 che il Ministero dell’Economia e delle Finanze erogherà in favore dello scrivente, più le somme delle cartelle esattoriali emesse abusivamente dai richiamati Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento, ai danni dello scrivente. Qualora la SV Illustrissima entro il 30/06/2012 non dà comunicazione allo scrivente dell’avvenuto Suo adempimento, lo scrivente, a far data del calende di Luglio 2012 ha facoltà di pubblicare tutte le scritture inedite e inviarle dove riterrà opportuno, con tutte le consequenziali azioni del caso.
E in virtù dell’istanza n° DICA – 0007339 – p – 27/03/2012 – 4.8.2.5.2 trasmessa in data 27/03/2012 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Presidente Mario Monti, nelle vesti di Ministro dell’Economia e delle Finanze, che gli chiedeva elementi informativi sulla mia vicenda esposta. Avrebbe dovuto disciplinare i responsabili di questi complotti e mandare l’incarto alla Corte dei Conti; riferire al Dipartimento Amministrativo e di conseguenza comunicarmi:
Che la Guardia di Finanza di Agrigento aveva trasmesso la documentazione bancaria reperita nelle banche nei misi di Giugno e Luglio 94, alla Procura di Agrigento, la quale, nell’Agosto ‘94 gliela riconsegnata con delega di utilizzo dei dati. E, né entro il 12/11/94, né entro 10 giorni dalla data della ricezione della richiesta di archiviazione del fascicolo n° 593/94 da parte del PM Pietro Pollidori, non ha depositato nessuna relazione, né si è opposta a tale richiesta di archiviazione. E il GIP – SEDE, in virtù delle mancate opposizioni: del Maresciallo dei CC Giordano Epifanio; della persona che lui conosceva di fonte certa che il Signor Sanfilippo Giacomo gli aveva praticato l’usura; della Guardia di Finanza di Agrigento, ha archiviato il caso per insostenibilità dell’accusa in giudizio. Quindi, caso è stato chiuso, sia per quanto riguardava l’usura, sia anche, per quanto riguardava l’evasione fiscale, falsamente dichiarata dalla Guardia di Finanza di Agrigento, con nota n° 112 UG del 15/02/95, trasmessa alla Procura di Agrigento circa tre mesi dopo che il caso era stato archiviato, con la quale, faceva presente che deve essere sottoposta a controllo fiscale l’attività della ditta Sanfilippo Giacomo con sede in Favara contrada Bagli, in quanto, era conscia, che in quella documentazione bancaria non si ravvisava l’evasione fiscale, come confessò il reo confesso Garziano Rosario che aveva partecipato: al controllo e al sequestro della documentazione bancaria; alla perquisizione del 16/02/95 e alla verifica fiscale iniziata il 20/02/95 e terminata il 20/04/95. In questo lasso di tempo, i tre militari delle Fiamme Gialle, stilarono un PVC pieno di trappole, lacci e laccioli. Un vero e proprio cappio messo al collo del Signor Sanfilippo Giacomo, se non si opponeva seduta state, come da pagina 36 del PVC; Se non si accorgeva degli errori di sommata risultanti nel foglio 16 riguardante l’anno 1992 e nel folio 18 riguardante l’anno 1993; E se non registrava le conversazioni con uno dei tre militari forcaioli, il Brigadiere Garziano Rosario, che ha buttato dal suo putrido stomaco persino il primo latte che prese dalla sua santa mamma. Confessò anche, che fu il loro Capitano, Fabio Migliori, a ordinagli di camuffare quella verifica, e lui, ha sottofirmato il PVC sol perché era un militare sott’ordine e non si poteva rifiutare. Tale falsità vengono confermate anche, dal Tenente Gaspare Cilluffo con nota prot. N° 292/UG/5442 sched. del 02/05/95, che attesta: gli operanti la verifica non disponevano né dispongono di nessun elemento certo. Dal PM Pietro Pollidori che non si è visto arrivare nessuna relazione su quella documentazione consegnatogli nell’Agosto ‘94. E dal GIP Rita Carosella, che nella Sua liberatoria non ha messo la clausola: comunque resta indagato per evasione fiscale.
Che il PM Pietro Pollidori, la nota prot. N° 292/UG/5442 sched. non l’ha accettata. Ma l’accettò l’irascibile PM Stefano Dambruoso della stessa Procura di Agrigento, che, come si ricorderà, in quell’epoca era mancante di Procurato Capo e i Magistrati facevano come kappa gli pareva. Infatti, ha firmato l’accesso fiscale, nel quale si leggeva: letta la nota n° 112 UG in data 15/02/95 del Comando Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento. Ritenuto che, nella fattispecie, per poter eseguire il programmato intervento di carattere fiscale necessita, ai militari operanti acquisire tutta la documentazione amministrativa contabile ovunque essa si trovi; letti gli articoli 52 del DPR 26/10/1972 n° 633, recante la istituzione e disciplina dell’imposta sul valore aggiunto n° 633 del DPR 09/09/1973 recante disposizione comuni in materia di accertamento della imposta sui redditi. Autorizza l’accesso presso l’abitazione ed altre pertinenze, del sig. Sanfilippo Giacomo.
L’indomani, i militari delle Fiamme Gialle capitanati dal Capitano Fabio Migliori eseguirono la perquisizione che, stando alla documentazione reperita e a quanto dichiarato dal reo confesso Garziano Rosario, quella perquisizione altro non era che, un complotto ordito ai danni del Signor Sanfilippo Giacomo, a cui si aggiunse la violazione dell’articolo 14 della Costituzione.
Che di conseguenza a ciò, il Signor Sanfilippo Giacomo venne condannato fino al terzo grado di giudizio penale per il reato di evasione fiscale mai commesso. Sentenze, che nel Marzo 2001 vennero revocate in virtù della Sentenza emessa nel ‘99 dalla Suprema Corte di Cassazione che ha annullato senza rinvio la Sentenza emessa in data 03/06/96 dal Tribunale penale di Agrigento, relativamente all’anno 1994 perché il fatto non sussiste.
Che il Funzionario Vetro Giuseppe e gli altri Funzionari di dubbia professionalità della Agenzia delle Entrate di Agrigento, hanno emesso una caterva di accertamenti per gli anni: 1992 – 1993 – 1994 – 1995, in virtù di quelle falsità, errori che si leggono nei fogli 16 e 18 e l’abuso di potere commesso dai militari delle Fiamme Gialle, nell’avere incluso al PVC anche l’anno 1994 e 1995, quando, per l’anno 1994 c’erano 41 giorni alla scadenza dei termini per la presentazione dei redditi e per l’anno 1995 c’era un anno in più. Come si evince dalla querela del 10/11/2011.
Che alcune Commissioni Tributarie di Agrigento e di Palermo hanno emesso più Sentenze nel merito, rigettando i ricorsi presentati dall’esponente giacomo Sanfilippo, per favorire i Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Che, a sua volta avevano favorito i tragici militari delle Fiamme Gialle già mentovate. E i componenti delle Sezioni 1 e 29, il 09/05/05 sono stati querelati presso la procura di Agrigento.
Che la sezione 2 della CTP di Agrigento presieduta da Zoda Luigi, ha emesso tre Sentenze in totale arbitrio con l’articolo 12 e 18 del D lgs 546/92 rigettando i ricorsi presentati dall’esponete Sanfilippo Giacomo. I cui componenti di detta Commissione sono stati querelati presso la Procura di Agrigento per abuso di potere. E per occultamento di atti di Ufficio nei confronti del direttore pro tempore Leto Pietro. Come da querela del 2011.
Che la Sezione 20 della CTR di Palermo ha annullato con il rinvio due Sentenze emesse dalla su citata Sezione 2 della CTP di Agrigento. E i componenti della Sezione 3 della CTP di Agrigento hanno emesso in totale arbitrio le Sentenze n° 258/09 e 259/09, in quanto, il Signor Sanfilippo Giacomo non fu stato avvisato che si dovevano discutere in Camera di Consiglio le dette Sentenze annullate col rinvio ed hanno emesso le Sentenze 258/09 e 259/09. E per questo, ha sporto querela presso la Procura di Agrigento per occultamento di atti di Ufficio e per violazione dell’articolo 59, 1° comma punto b) del D lgs 546/72, nei confronti dei componenti di detta Sezione. E per occultamento di atti di Ufficio nei confronti del Leto Pietro. Come da querela del 2011.
Che a ordire il primo complotto ai danni del Signor Sanfilippo Giacomo è stato il Maresciallo Giordano Epifanio della Caserma dei Carabinieri di Favara.
Che il secondo complotto l’hanno ordito i tre militari delle Fiamme Gialle di (AG) già mentovati.
Che il terzo complotto l’hanno ordito: il Vaiarelli Salvatore della Agenzia delle Entrate di Palermo; il Leto Pietro Pasquale; la Galluzzo Antonina e forse anche lo Spoto Stefano, della Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Che a tirare le fila ai due militari delle Fiamme Gialle, Falsone Nino e Garziano Rosario è stato il loro Capitano Fabio Migliori, che a sua volta, veniva manovrato dal Magistrato che il reo confesso non ha riferito il nome, che non potendomi incastrare per il fatto di usura mi ha voluto incastrare per il fatto… Come da pagina 5 della trascrizione delle registrazioni fatta eseguire dalla Procura di Agrigento.
Che il regista di questo filmi di fantascienza è stato l’irascibile PM Stefano Dambruoso, che non ha voluto dare importanza alcuna alla nota prot. N° 292/UG/5442 sched. sottoscritta dal Tenente Cilluffo Gaspare.
Che la Procura di Agrigento capitanata poi, dal Procurato Ignazio De Francisci ha archiviato più querele sporte dal Signor Sanfilippo Giacomo, nei confronti: del Maresciallo Giordano Epifanio; dei tre militari delle Fiamme Gialle già mentovate; di più Funzionari e dirigenti della Agenzia delle Entrate di Agrigento; dell’Ispettore Vaiarelli Salvatore, Funzionario della Agenzia delle Entrate di Palermo; dei componenti della Sezione 2 e 3 della CTP di Agrigento; dei componenti delle Sezioni 1 e 29 della CTR di Palermo. L’esponente si opponeva a tali archiviazioni. Ma il GIP Walter Carlisi, non sentiva ragioni e condivideva le archiviazioni dei PM.
Che l’esponente in virtù di tutti i soprusi subiti ha pubblicato più scritture mai controverse da nessuno dei nominati con nomi e cognomi nelle sue scritture.
Che il direttore pro tempore Leto Pietro e Spoto Stefano, rappresentante legale della Agenzia delle Entrate di Agrigento, senza avere i requisiti, hanno querelato per diffamazione il Signor Sanfilippo Giacomo, presso la Procura di Agrigento, che ha aperto il fascicolo n° 834/08. Alla archiviazione del caso non si sono opposti, né il Leto Pietro Pasquale, né lo Spoto Stefano. E il GIP Stefano Zammuto ha condiviso e fatto proprie le richieste del PM Andrea Bianchi ed ha archiviato il caso. Dalla quale e derivata la seconda pubblicazione del GIORNALE LA VOCE CHE TUONA e le due diffide del 03/06/2010 e 07/06/2010. Che, sia nel giornale che nella seconda diffida, l’esponente, intimava al Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti e per conoscenza al direttore pro tempore della Agenzia delle Entrate di Agrigento, di pagare la somma di € 7.500.000,00 come risarcimento danni per i due sopraggiunti infarti cardiaci che gli hanno cagionato seriamente la salute, per danni morali ecc. ecc.
Che non risulta che il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, né risulta che i dirigenti della Agenzia delle Entrate di Agrigento, abbiano intavolato una transazione di accordo per quella somma intimata, né risulta una rivendicazione di legittimità dei loro atti impositori depositati nel Maggio del 2008 dallo Spoto Stefano, nel momento in cui venne interrogato dalla PG aliquota Carabinieri di stanza presso la Procura di Agrigento, né risulta che il Ministro Giulio Tremonti e il Ministro Tommaso Padoa Schiappa, quest’ultimo deceduto, abbiano inviato l’ispezione Ministeriale più volte invocato dall’esponente Giacomo Sanfilippo.
Che la Procura di Agrigento già capitanata dal dott. Ignazio De Francisci, sulla legge che premia chi denuncia fatti di estorsioni ed altro, ha usato due pesi e due misure. Come in effetti, il sig. Ignazio Cutrò di Bivona Agrigento che ha assicurato alla giustizia i suoi aguzzini, è stato premiato. Mentre invece, all’esponente Giacomo Sanfilippo che ha denunciato più volte alla Procura di Agrigento, fatti di tentati estorsioni e di complotto dimostrabili nella trascrizione delle registrazioni Sanfilippo – Garziano trascritte dalla stessa Procura e in altri documenti depostati nei fascicoli, i PM Caterina Salusti e Laura Cameli, fanno proprie le richieste del 05/02/04 e 25/06/04, dal Colonnello Giuseppe Conti della Guardia di Finanza di Agrigento, che chiedeva di valutare la possibilità di far conoscere le decisioni assunte in merito all’eventuale rilevanza penale delle affermazioni dell’esponente ( Sanfilippo Giacomo) nei confronti dei militari del corpo della Guardia di Finanza. Fascicolo n° 16 deposito con la querela del 10/11/2011. Il Procurato capo, i due PM e il GIP Walter Carlisi, lo fanno perseguitare e perseverare dai Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento con delle cartelle di pagamento emesse a fronte di più Sentenze illegittime e incostituzionali emesse da più giudici Tributari della CTP di Agrigento e della CTR di Palermo.
Il dott. Attilio Befera che innanzi alla nuda e cruda verità ha preferito, come gli altri personaggi politici, giudiziari e istituzionali, nascondere la testa nella sabbia come gli struzzi, farebbe una cosa giusta se rassegnasse le proprie dimissioni.
Copia della presente sarà trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Presidente Mario Monti, nelle vesti di Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Alla presente si allega:
copia cartella di pagamento n° 291201100181100115 di € 19.802,96 relativamente all’anno “94;
copia avviso intimazione n° 29120129014655650000 di € 21.061,11 relativamente all’anno “94;
copia avviso intimazione n° 29120129014655751000 di € 29.657,98 anno ’92- 93;
copia istanza della Presidenza Consiglio dei Ministri, Presidente Mario Monti, nella veste di Ministro dell’Economia e delle Finanze;
Copia intimazione di pagamento di € 7.500.000,00 più interessi maturati dal 07/06/2010, al soddisfo e cancellazione nominativo dalle liste degli evasori fiscali, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, nelle veste di Ministro dell’Economia e delle Finanze;
La documentazione attinente a questo esposto si trova agli atti di codesta Spettabile Procura.
Questo esposto denuncia sarà pubblicato e inviato dove l’esponente riterrà opportuno.
Con il riserbo di depositare ulteriori documenti.
E con facoltà di pubblicare ed inviare documentazione di specie dove riterrà opportuno.
Resta a disposizione di codesta Procura per qualsiasi chiarimento in merito.
Favara, li 02/07/2012.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA (AG)
TEL. FAX. 0922.32115 – Cell. 347.6862733
Opera pubblicata: IGNOMINIE EPOCALI VOL. I
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AL DIRETTORE PRO TEMPORE ED
AL RESPONSABILE LEGALE DELLA
AGENZIA DELLE ENTRATE VIALE DELLA
VITTORIA 92100 AGRIGENTO
Oggetto: LA RESA DEI CONTI.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara, ed ivi residente in contrada Bagli 53, si riferisce:
Alla diffida del 10/04/2013 che richiama le diffide e lettere denunce del:13/06/01 – 02/08/01 – 25/09/01 – 06/12/01 – 12/02/02 – 06/03/02 – 14/03/02 – 19/10/02 – 12/11/02 – 31/01/03 – 25/10/03 – 20/11/03 – 04/02/04 – 04/03/04 -10/03/04 – 09/05/06 – 03/06/06 – 10/06/06 – 20/06/06 – 12/10/06 – 21/11/06 – 18/12/06 – 18/12/06 – 25/09/07 – 09/01/08 – 08/02/08 – 08/02/08 – 23/03/09 – 22/06/09 – 03/06/2010 – 07/06/2010 – 31/01/2012 – 08/03/2012 – 11/04/2012. Mirate ad ottenere la cancellazione del mio nominativo dal registro degli evasori fiscali, la cancellazione delle ipoteche, la cancellazione dei fermi amministrativi, la cancellazione dei pagamenti emessi abusivamente a ruolo da codesta Agenzia delle Entrate in virtù di più Sentenze Tributarie illegittime ed incostituzionale emesse da una manica di Giudici con nani cervelli delle CTP e CTR. rimaste senza esito alcuno. Così come, l’ultima diffida del 10/04/2013. Allegato 1 cartella 1 CD-R in allegato. Denominato complotto Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Per cui, il 26/04/2013 ho dovuto sporgere querela presso la Procura di Agrigento, nei confronti del direttore pro tempore ed il responsabile legale della Agenzia delle Entrate di Agrigento in carica dalla data 15/04/2013, per rifiuto documentazione, inadempienza professionale, occultamento di atti di Ufficio e favoreggiamento verso terzi. Allegati 2 e 3 cartella n° 1.
Alla diffida del 10/04/2014 nei confronti della SERIT – Agrigento riguardante l’intimazione di pagamento n° 29120139002865253000, cartella di pagamento n° 29120040010482330000 di € 170.822,08 del 20/05/2004, notificami ai fini interruttivi della prescrizione, in data 09/04/2014 tramite il municipio di Favara. Ciò al fine di estorcermi del danaro in nome e per conto della già diffidata e querelata Agenzia delle Entrate di Agrigento. File 7 cartella 2.
La SERIT – Agrigento, con nota del 24/04/2014 ribadisce ancora una volta che le superiore richieste devono essere proposte esclusivamente nei confronti dell’Ente Impositore. Cioè, all’Ufficio delle Entrate di Agrigento, che, proclamandosi titolare del credito, ne richiede la riscossione per il tramite dell’Agente. File 8 cartella 2.
(((Il direttore pro tempore della Agenzia delle Entrate di Agrigento, Leto Pietro Pasquale, che tramite mia lettera – denuncia del 25/10/03, pagine 45-47 File 4 cartella 3, si trovò innanzi a quel falso PVC stilato dai tre sotto indicati millantatori militari delle Fiamme Gialle di Agrigento. Che in data 27/08/94 avevano chiesto ed ottenuto dal PM Pietro Pollidori la documentazione reperita nelle banche nei mesi di Giugno e Luglio 94 per l’utilizzo ai fini fiscali. Peraltro, attestato nella Pagina 6 File 3 cartella n° 3.
Che, non avendo rilevato alcuna evasione fiscale non hanno inoltrato verbale alcuno. Il PM Pietro Pollidori in mancanza di comunicazione documentale da parte dei detti Militari delle Fiamme Gialle chiese ed ottenne dal GIP Rita Carosella l’archiviazione del procedimento penale n° 593/94. Pagine 26 – 29 File 6 cartella 3.
Quindi, la documentazione bancaria di cui sopra per due ordini motivi non doveva essere adoperata per la verifica fiscale e generale nei miei confronti, autorizzata illegittimamente dallo sparatore alla CROCE ROSSA PM Stefano Dambruoso.
Il primo motivo, è che tale documentazione era a disposizione della Guardia di Finanza di Agrigento sin dal 27/08/94 e per la mancata relazione da parte della Guardia di Finanza al PM Pietro Pollidori, il procedimento penale n° 593/94 venne archiviato;
Il secondo motivo, è che nello stesso provvedimento d’archiviazione non si legge comunque resta indagato per evasione fiscale. Quindi, un vero e proprio abuso di potere sia da parte della Guardia di Finanza, sia da parte del PM Stefano Dambruoso della Procura di Agrigento.
La Guardia di Finanza di Agrigento che per loschi scopi che leggeremo più avanti, in data 15/02/95 e non entro la data della richiesta di archiviazione, né entro 10 giorni dell’avviso della richiesta di archiviazione avanzata al GIP – SEDE dal PM Pietro Pollidori. E cioè, tre mesi dopo che il provvedimento penale 593/94 era all’archiviazione deposita nota n° 112 UG presso la Procura di Agrigento, nella quale si legge che la ditta Sanfilippo Giacomo deve essere sottoposta a controllo fiscale eccetera, eccetera. Il PM Pietro Pollidori che per il fatto che aveva chiesto ed ottenuto dal GIP Rita Carosella l’archiviazione del detto provvedimento 593/94 non l’ha preso in considerazione.
A prenderla in considerazione è stato lo sparatore alla CROCE ROSSA PM Stefano Dambruoso e seduta stante emette illegittimo provvedimento n° 112 UG delegando la Guardia di Finanza per la perquisizione della mia abitazione e per il controllo fiscale e generale nei miei confronti.
Illegittimo, in quanto, non ha osservato quanto si legge nella prima pagina ed emette provvedimento che si legge nella seconda pagina, che viene annientato dalle attestazioni dei tre viscidi militari delle Fiamme Gialle, che per la verifica hanno adoperato la documentazione reperita nelle banche nel Giugno e Luglio 94. pagina 6 File 3 cartella 3;
Dalle attestazioni, che per i redditi conseguiti nell’anno finanziario 1994 il soggetto verificato è ancora nei termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi e pertanto le situazioni accertate vengono qui di seguito esposte allo scopo di fornire all’Ufficio elementi di valutazioni. Pagina 31 File cartella 3;
Dalle attestazioni del Tenente Gaspare Cilluffo della stessa Guardia di Finanza di Agrigento, che afferma, durante le operazioni di verifica sono stati svolti controlli incrociati presso imprese e persone che avevano intrattenuto rapporti economici con il signor Sanfilippo Giacomo. Ciò, al fine di ricostruire i ricavi dell’esercizio delle attività economiche connesse con l’allevamento di conigli e la mediazione in affari e ulteriori operazioni aventi vantaggi economici delle quali gli operanti non disponevano né dispongono di nessun elemento certo. Queste ultime operazioni, come si evince dall’allegato n° 3 (verbale delle operazioni compiute a carico di Sanfilippo Michele) non hanno evidenziato situazioni tali da dover essere fatti oggetto di menzione in questa trattazione. Pagina 92 cartella 3.
A completare l’opera sono stati i Funzionari della locale Agenzia delle Entrate che nella loro totale incapacità di intendere e di volere hanno emesso più accertamenti per gli anni 1992 – 1995. Quando erano più che certi che nel foglio 18 che si riferisce all’anno 1992 esiste una contabilità di lire 24.481.000 errata. Corretta lire 23.735.000 Pagina 51 File 3 cartella 3;
E nel foglio 20 che si riferisce all’anno 1993 esiste una contabilità di lire 49.177.319 errata. Corretta lire 60.864.319 pagina 69 File 3 cartella 3;
Ma i Funzionari di pessima professionalità non si sono fermati solo ad emettere gli accertamenti per gli anni 1992 -1993 ignorando i superiori errori di sommata. Assolutamente. Hanno continuato ad emettere accertamenti anche per gli anni 1994 e 1995.
Quando era loro dovere informare il direttore pro tempore dott. Coppola e successivamente il dott. Giorgio Verduci della locale Agenzia delle Entrate, che il PVC stilato dai tre militari delle Fiamme Gialle con l’anima nera come la pece era ed è pieno dei vizi già citati; Dal vizio che si legge nella prima pagina sottoscritta dal PM Pietro Pollidori, che attesta: considerato che appare assolutamente necessario acquisire al procedimento penale n° 593/94 copia relativa alle dichiarazioni dei redditi per gli anni 1992 e 1993 di Sanfilippo Giacomo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli. Quindi, gli iniqui operanti la verifica non avevano alcun motivo di includere alla verifica anche gli anni 1994 e 1995;
E dal vizio, che al momento della chiusura del tragico PVC, per l’anno 1994 c’erano 41 giorni per la presentazione della dichiarazione dei redditi e per l’anno 1995 c’era un anno in più. E perciò doveva essere assolutamente invalidato.
E alle terrificante attestazioni del reo confesso Maresciallo già Brigadiere Garziano Rosario della Guardia di Finanza di Agrigento. Peraltro, trascritte dall’audio-cassetta dalla Procura di Agrigento in virtù del fascicolo n° 2095/1 mod. 45. Che, stando al numero del fascicolo è stato aperto per le due denunce con invio libro CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2 edito nel Settembre 2001. Al Procuratore Piero Grasso della Procura antimafia di Palermo e al Procuratore Pier Luigi Vigna della Procura antimafia di Firenze. E non sulla mia prima querela del 05/02/02 sporta nei confronti di: Fabio Migliori Capitano; Falsone Nino Maresciallo M.; Garziano Rosario Maresciallo già Brigadiere della Guardia di Finanza di Agrigento. E nei confronti del Maresciallo dei Carabinieri di Favara, Epifanio Giordano. Pagine 5 e 6 File 3 cartella 3.
Ed affidato al PM Carmine Olivieri, dalla quale trascrizione prendiamo in esame le pagine 2,4,5,6,8,13,14, 15,16,21,25,26,28.
A pagina 4, il Maresciallo reo confesso attesta: il Capitano quando abbiamo fatto gli accertamenti bancari aveva visto che lei faceva, da una parte li metteva, dall’altra parte li prendeva. Erano giro banca e non c’era nulla e poi nulla ai fini fiscali;
A pagina 5 attesta: l’Autorità Giudiziaria autorizzò a fare il controllo fiscale nei suoi confronti non potendolo incastrare per altre cose l’ha voluto incastrare per il fatto… ha capito cosa è stato? Nella stessa pagina attesta: che non si poteva rifiutare di firmare il PVC perché era un militare sott’ordine. Quindi, un ubbidir tacendo;
A pagina 13 attesta: lì per lì non era niente, perché era un atto e gli mancava il biglietto da potere allegare. Il biglietto che gli mancava, e che mi estorse con il suo sporco potere, era il mio biglietto da visita che per darmi delle arie avevo messo che ero procacciatore di affari;
A pagina 14 attesta: siccome la legge bancaria, purtroppo non contempla il fatto che… siccome lei faceva come i giochi di tre carte… quelli li passava qua, quelli li passava là, bastava un po’ di attenzione in più… ma comunque… guardi non è cosa del maresciallo Falsone perché ricevette degli ordini dal capitano;
A pagina 15 attesta: ha ricevuto ordine dal capitano… questo glielo posso assicurare io che il capitano disse, andate a fare questa verifica generale… ed è venuto pure lui. Ma chi l’ha ordinata di farla camuffata? Il capitano o il Maresciallo di testa sua l’ha camuffata? Risponde: e vabbè… la firmata pure il capitano la verifica… eh… e certo lui. Poi, al Maresciallo gli ha consigliato delle cose… io ad esempio non firmavo per modo di dire va… io intanto non firmavo… non è lo stesso… non cambia niente… se gli diceva… lei firmasse… sarà indulgente… sarà che… intanto… ahh… voi due parlavate… a me neanche mi scoglionava proprio vedere tanti altri lavori a Favara che ci stavano gente che fanno fatture false dalla mattina a sera… proprio da lei che vendeva conigli dovevano venire?;
A pagina 21 attesta: la fonte del suo male non è stato il Maresciallo Falsone, ma il Maresciallo Giordano dei Carabinieri di Favara, soprattutto un suo amico che ha fatto il delatore, dicendo al Maresciallo che dava danaro a strozzo. Poi il resto chiaramente l’ha fatto il Maresciallo Giordano per fare carriera;
A pagina 25, alla mia affermazione che avevo mandato il libro CAINI PER VIRTU’ FAVARA DUE pubblicato nel Settembre 2001, al Colonnello della Guardia di Finanza Giuseppe Conti, risponde: io innocente sono;
A pagine 26 attesta: che ho fatto bene a mandare il libro al Colonnello della Guardia di Finanza; al Colonnello dei Carabinieri; al Prefetto di Agrigento; alla dirigenza della Agenzia delle Entrate di Agrigento; al presidente del Tribunale di Agrigento; al Procuratore Capo della Procura di Agrigento, perché aprissero una inchiesta. Risponde, gli elementi li hanno tutti;
A pagina 28 nega di avere usato la documentazione bancaria requisita nei mesi di Giugno e Luglio del 94 per le indagini riguardante il fascicolo 593/94 art. 644, procedimento archiviato in sede di indagini dal GIP Rita Carosella per delle SIT a mio carico. E tanto altro ancora. Pagine 14 – 44 File 4 cartella 3.
Le pagine di questa cartella si leggono in lingua sicula. Nelle pagine 168 – 178 del libro IGNOMINIE EPOCALE VOL I si leggo in lingua nazionale. Cartella 4. Così come nelle pagine 80-89 del Sito Internet in intestazione.
Anziché porre rimedio all’intricante situazione ch’era quello che non avevano fatto i dottori Coppola e Verduci, di formulare nota informativa nei confronti dei tre millantatori militari delle Fiamme Gialle; nei confronti del Maresciallo guerrafondaio Giordano Epifanio dell’Arma Benemerita; nei confronti dei dirigenti e funzionari incapaci di intendere e di volere che hanno emesso gli accertamenti per gli anni 1992 – 1995 e depositarla presso la Procura di Agrigento per le dovute indagini preliminari e alla conclusione delle indagini iscriverli nel registro di notizie di reato loro commesso. Il 18/11/03, per non far scoprire gli scheletri che tenevano gelosamente nascosti nei loro armadi, tirò dalla sua parte l’Ispettore Salvatore Vaiarelli e gli ha fatto attestare quanto a lui, ai militari delle Fiamme Gialle e agli altri annidacchiati all’interno della locale Agenzia delle Entrate di Agrigento faceva comodo. Pagine 49-62 File 4 cartella 3.
Infatti, il subdolo Vaiarelli, nella sua relazione Ispettiva non parla del dossier rielaborato già in possesso dal direttore pro tempore Leto Pietro Pasquale. Come in effetti, si legge nelle note prot. n° 268/03 UI e prot. n° 93835/03 UI. Sottoscritte dal direttore pro tempore della Agenzia delle Entrate Direzione Regionale della Sicilia Ufficio Ispettivo di Palermo, dott. D’Amato. Pagine 63-75 File 4 cartella 3.
Il dott. Mazzarelli della Agenzia delle Entrate direzione Regionale di Palermo, in virtù di tutte quelle scelleratezze attestate dal Vaiarelli, formula nota informativa e la invia al Generale B. Cosimo Sasso della Guardia di Finanza della Regione Sicilia.
Quest’ultimo, formula nota informativa e la invia al Colonnello Giuseppe Conti della Guardia di Finanza di Agrigento.
Quest’ultimo, formula due note informative e le manda al Procuratore Capo della Procura di Agrigento dott. Ignazio De Francisci.
Quest’ultimo, affida le dette note al PM Caterina Salusti affinché soddisfi le richieste del Colonnello Conti che gli chiedeva di valutare la possibilità di far conoscere le decisioni assunte in merito all’eventuale rilevanza penale delle affermazioni dell’esponente Giacomo Sanfilippo nei confronti dei militari del Corpo della Guardia di Finanza. Pagine 76-79 File 4 cartella 3.
Nelle pagine 80-83 File 4 cartella 3, si legge la richiesta di archiviazione del provvedimento n° 834/08 mod. 21 iscritto sulla querela sporta presso la Procura di Agrigento per diffamazione nei miei confronti, dai due MARAMALDI Leto e Spoto, della Agenzia delle Entrate di Agrigento, affidato al PM Andrea Bianchi. Che, dopo le relative indagini avanza richiesta di archiviazione al GIP – sede. Il GIP Stefano Zammuto, il 13/05/2010 condivide le ragioni addotte nella richiesta che precede, che fa proprie, dispone l’archiviazione del procedimento e la restituzione degli atti al PM.
Mentre dalla prima, alla quarta pagina del File 4 cartella 3, si legge l’annullamento senza rinvio della Sentenza relativamente all’anno 1994 perché il fatto non sussiste. Da parte della Suprema Corte di Cassazione. E la revoca della Sentenza 259/96 emessa arbitrariamente dal Giudice di legge penale Maria Agnello Presidente del Collegio giudicante di Agrigento.
Il 31/01/2012 ho formulato ulteriore diffida e l’ho inviata alla Agenzia delle Entrate di Agrigento diretta dal direttore pro tempore La Rocca Giuseppe, già querelato in data 10/11/2011;
Al direttore Generale delle Agenzie delle Entrate e direttore di EQUITALIA Attilio Befera;
Al Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti. Ma, evidentemente: Attilio Befera; Mario Monti ed il direttore pro tempore dell’Ente Fiscalità Roma, chiamato in causa da Mario Monti, si sono fatti querelare per inadempienza professionale.
Cartella 5 per Attilio Befera.
Cartella 6 per Mario Monti.
Cartella 7 per l’Ente Fiscalità Roma.
Cartella 8 per gli esposti – denuncia a Giulio Tremonti.
Cartella 9 per gli esposti – denuncia a Tommaso Padoa Schioppa.
Cartella 10 per le Sentenze Tributarie emesse da una manica di giudici con nani cervelli.
Cartella 11 per le Sentenze penale revocate dal giudice Maria Agnello.
Cartella 12 per tutte le querele.
Cartella 13 Sanfilippo – Agenzia Entrate – Palermo.
Cartella 14 Sanfilippo Procura inchiesta usura ed evasione fiscale.
Cartella 15 per la trascrizione audio-assetta.
Cartella 16 per la costituzione parte civile.
Cartella 17 per Procure: (AG) (PA) (CL) (FI) e Procura Generale Corte di Appello di Palermo.
Cartella 18 Sanfilippo – Carabinieri di Favara e Agrigento.
Cartella 19 per la relazione Vaiarelli; direttore pro tempore Mazzarelli di Palermo; Guardia di Finanza di Palermo; Guardia di Finanza di Agrigento e Procura di Agrigento.
Cartella 20 per complotto Guardia di Finanza Agenzia Entrate.
Cartella 21 per Sanfilippo – presidenti e Ministri d’Italia.
Cartella 22 per opposizione alla richiesta di archiviazione al GIP, avanzata dal PM Antonella Pandolfi, procedimento penale 5718/11 mod. 21, che, come gli altri PM: Carmine Olivieri; Caterina Salusti; Laura Cameli della Procura di Agrigento e Sergio Carnimeo della Procura di Caltanissetta, che per non fare scoprire le iniquità commesse dai due PM sparatori alla CROCE ROSSA Pietro Pollidori e Stefano Dambruoso; Quelle dei tre associati per delinquere militari delle Fiamme Gialle già citati, che per favorire chi di loro dovere che mi voleva condannato per evasore fiscale, se non per usura, falsificarono il PVC; Quelle dei dirigenti e funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Trasformata a postribolo di gentaglia viscida e malfamata dall’insediamento del Leto Pietro Pasquale; e quelle commesse dai giudici poveri di cervello che emisero più Sentenze con il rigetto poggiandole sulla Sentenza penale n° 259 emessa e successivamente revocata dal giudice Maria Agnello. Ignorando i richiamati fogli 18 e 20 che presentano degli errori di sommata non indifferente. Ignorando le attestazioni dei tre vili militari delle Fiamme Gialle, che per i redditi conseguiti nell’anno finanziario 1994 il soggetto verificato è ancora nei termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Pagina 31 File 3 cartella 3.
Ignorando la Sentenza della Suprema Corte di Cassazione che ha annullato senza rinvio la Sentenza n° 259 del 96 relativamente all’anno 1994 perché il fatto non sussiste da cui derive la revoca delle Sentenze penale. Pagine 1- 4 File 4 cartella 3.
Addirittura, il Giudice Luigi Birritteri che ha presieduta la Commissione Tributaria Provinciale di Agrigento del 07/02/2000 ha emesso la Sentenza n° 52/2000 col rigetto richiamando gli anni di imposta 1992 – 1993 – 1994; attestando che il PVC è esente da vizi; richiamando il foglio 20 che come già detto presenta una contabilità errata di lire 11.687.000 e richiamando la Sentenza penale n° 259 del 96, che come già detto è stata revocata dallo stesso Giudice Maria Agnello.
Il PM Antonella Pandolfi non controverte le mie scritture pubblicate con forte accuse fondate nei confronti di più personaggi appartenenti a vari Istituzioni e dopo 27 mesi di pettinare bambole emette una piatta richiesta di archiviazione. Pagine 2 File 1 cartella 19))).
Cartella 23 per le memorie difensive depositate in Tribunale GIP in data 15/04/2014.
Cartella 24 per ulteriore memorie difensive al Tribunale GIP Agrigento del 15/05/2014.
PER QUANTO SI LEGGE SOPRA E NELLE RISPOSTE DELLA SERIT – AGRIGENTO DEL 04/04/2013 e del 24/04/2014
Si diffida l’attuale direttore pro tempore e l’attuale responsabile legale della locale Agenzia delle Entrate di Agrigento a provvedere una volta per tutte alla cancellazione del mio nominativo dal registro degli evasori fiscali, la cancellazione delle ipoteche sui miei beni immobili, la cancellazione dei fermi amministrativi sui miei beni mobili, la cancellazione dei pagamenti emessi abusivamente a ruolo da codesta Agenzia delle Entrate. E di erogare la già richiesta somma di € 7.500.000,00 più interessi maturati dal 07/06/2010, come risarcimento danni per lesione alla mia immagine e al mio decoro di persona onesta e per i due sopraggiunti infarti cardiaci che hanno cagionato seriamente la mia salute.
CON AVVERTIMENTO
Che trascorso infruttuosamente il termine di 10 giorni dalla data di ricezione della presente diffida, mi vedo costretto, mio malgrado, a sporgere querela presso la Procura di Agrigento, nei confronti dell’attuale direttore pro tempore e dell’attuale responsabile legale della Agenzia delle Entrate di Agrigento. Per: Abuso di potere; tentata estorsione continuata e aggravata; Omissione di querela nei confronti dei millantatori militari delle Fiamme Gialle, dirigenti e funzionari infedeli della Agenzia delle Entrate di Agrigento; Reiterazione di reato continuato e aggravato dalla continuazione della negazione d’accoglimento delle mie su citate richieste mai controverse: Né da parte di codesta Agenzia delle Entrate di Agrigento, né da parte della Agenzia delle Entrate di Palermo, né da parte di Attilio Befera, né da parte dell’Ente Fiscalità Roma, né da parte di Mario Monti, né da parte di Giulio Tremonti, né da parte di Tommaso Padoa Schioppa, né da parte della SERIT – Agrigento, né da parte dei 5 PM: Olivieri, Salusti, Cameli, Carnimeo, Pandolfi; Occultamento di atti di Ufficio e favoreggiamento verso i summentovati millantatori militari delle Fiamme Gialle e verso i dirigenti e funzionari infedeli della Agenzia delle Entrate di Agrigento che hanno emesso più accertamenti in virtù d’un PVC pieno di vizi. E più cartelle di pagamento a fronte di più Sentenze Tributarie emesse da una manica di giudici privi di senso logico.
Copia della presente diffida sarà depositata presso il Tribunale GIP di Agrigento.
Sarà pubblicata sul Sito Internet in intestazione e sarà inviata ove l’esponete riterrà opportuno.
Allegati:
Copia diffida alla SERIT – Agrigento del 10/04/2014;
Copia risposte dalla SERIT – Agrigento del 04/04/2013 e del 24/04/2014;
Copia delle su citate pagine trascritte dalla Procura di Agrigento 2,4,5,6,8,13,14,15,16,21,25,26,28.
Uno CD-R della dimensione 587 MB 359 File 85 Cartelle.
In attesta di Vostro cortese riscontro si porgono,
Distinti saluti.
Favara, li 15/05/2014.
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
DIFFIDA ADEMPIMENTO ALLA SERIT – AGRIGENTO AD ESIBIRE DOCUMENTZAIONE RELATIVA AL TARTASSAMENTO CON MINACCE PER IL RECUPERO DELLE SOMME DA ME NON DOVUTE ALLA AGENZIA DELLE ENTRATE DI AGRIGENTO.
Per leggere la diffida adempimento, le memorie difensive e l’opposizione clicca su http://www.sanfilippo-editore.it e vai su lettere e denunce. Nello specifico, alle pagine 322 – 336.
GIACOMO SANFILIPPO RACCOMANDATA N° 14475456150-5
EDITORE
C/DA BAGLI 53, 92026 FAVARA (AG)
TELEF. 0922.32115 – Cell. 347.6862733
Opera pubblicata IGNOMINIE EPOCALI VOL. I
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ALLA SPETTABILE DIREZIONE SERIT – SEDE
DI 92100 AGRIGENTO
Oggetto: Diffida adempimento.
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, si riferisce all’intimazione di pagamento n° 29120139002865253000, cartella di pagamento n° 29120040010482330000 di € 170.822,08 del 20/05/2004, notificami ai fini interruttivi della prescrizione, in data 09/04/2014 tramite il municipio di Favara. Per dirle, di smettere di tentare di estorcermi del danaro in nome e per conto della già diffidata e querelata Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Qualora codesta SERIT – Agrigento è in possesso di documentazione da parte della locale Agenzia delle Entrate, recante la data dopo il 10/04/2013, data in cui il direttore pro tempore di detta Agenzia delle Entrate è stato diffidato a: revocare gli importi reclamati; cancellare il mio nominativo dal registro degli evasori fiscali; cancellare le ipoteche sui miei beni immobili e i fermi amministrativi emessi abusivamente da detta Agenzia delle Entrate. E successivamente querelato unitamente al legale responsabile di detta Agenzia delle Entrate, per inadempienza professionale, occultamento di atti di Ufficio e favoreggiamento verso terzi. Dove si legge che la locale Agenzia delle Entrate autorizza in eterno codesta SERIT – Agrigento a mandarmi minacciose cartelle di pagamento nel tentativo di riuscire ad estorcermi somme di danaro da Essa reclamate con delle cartelle di pagamento emesse sulla scorta di più Sentente illegittime ed incostituzionale decise da una manica di Giudici Tributari partigiani e privi di senso logico, codesta SERIT – Agrigento si adoperi alla vendita dei miei beni immobili già pignorati e i miei beni mobili col fermo amministrativo.
Qualora codesta SERIT – Agrigento non è in possesso di alcun documento di continuazione di tartassamento con minacce per il recupero di somme da me non dovute alla più volte diffidata e querelata Agenzia delle Entrate di Agrigento, sarà codesta SERIT – Agrigento a sporgere querela nei confronti del direttore pro tempore della Agenzia delle Entrate di Agrigento, per mancata comunicazione inerente al mancato riscontro alla diffida del 10/04/2013.
Si precisa che, trascorso infruttuosamente il termine di 10 giorni dalla data della ricezione della presente, mio malgrado, sporgerò querela nei confronti del direttore pro tempore di codesta SERIT – Agrigento, per tentata estorsione con minacce, calunnia e favoreggiamento verso l’Agenzia delle Entrate di Agrigento.
La presente sarà pubblicata sul Sito internet in intestazione e sarà inviata ove l’esponente ritiene sia di dovere.
Per la diffida del 10/04/2013 vedi fax inviatovi in data 11/04/2013 ore 10.58. Comunque, può scaricarla alle pagine 286-288 del Sito Internet in intestazione.
Distinti saluti.
Favara, li 10/04/2014
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
MEMORIE DIFENSIVE DA INTEGRARE AL PROCEDIMENTO PENALE N° 5718/11.MOD. 21. OPPOSTO ALLA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE AVANZATA DAL PM ANTONELLA PANDOLFI AL GIP – SEDE AGRIGENTO
Per leggere le memorie difensive e l’opposizione clicca su http://www.sanfilippo-editore.it e vai su lettere e denunce. Nello specifico, alle pagine 322 – 349.
GIACOMO SANFILIPPO
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ALLA SPETTABILE SEGRETERIA DEL GIP
PRESSO IL TRIBUNALE DI AGRIGENTO
OGGETTO: memorie difensive da integrare all’opposizione alla richiesta di archiviazione del procedimento penale n° 5718/11 RG MOD. 21 avanzata al GIP – SEDE dal Sostituto Procuratore dott.ssa Antonella Pandolfi ai sensi dell’art.408, co. 2° CPP.
In data 08/10/2012, sporgevo querela per inadempienza professionale, occultamento di atti di Ufficio, abuso di potere continuato e aggravato dalla continuità dell’emissioni di avvisi di pagamento, iscrizioni di ipoteche sui miei beni immobili e fermi amministrativo sui miei beni mobili in virtù di numerose cartelle di pagamento emesse abusivamente dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento, nei confronti dell’attuale dirigente e del – dei dirigenti della SERIT – Agrigento, che dal 04/02/04 ad oggi si sono susseguiti. Allegato 1 pagine 3.
In data 06/03/2013, diffidavo lo Staff di Direzione Segreteria Affari Generali in persona del Procuratore Sebastiano Padovani presso piazza Metello 28 Agrigento. Nella quale si legge: Diffida revoca importi, cancellazione del mio nominativo dal registro degli evasori fiscali, cancellazione delle ipoteche emesse illecitamente da codesta SERIT – Agrigento. Avvertendolo: Che trascorso infruttuosamente il termine di 10 giorni mi vedevo costretto, mio malgrado, ad esporre denuncia presso la Guardia di Finanza di Agrigento che provvederà sequestrare e verificare il fascicolo col mio nominativo. E denuncia – querela per favoreggiamento alla Agenzia delle Entrate di Agrigento, tentata estorsione, falso e calunnia, presso la Procura di Agrigento. Allegato 2 pagine 9.
In data 18/03/2013 sporgevo querela nei confronti del Procuratore Sebastiano Padovani, per tentata estorsione, falso, calunnia e diffamazione ai miei danni. Con costituzione di parte civile, sia nei confronti del soggetto nominato, sia nei confronti della già querelata SERIT – Agrigento. La cui somma da pagare in solido Padovani – SERIT sarà uguale a quella intimata al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Allegato 3 pagine 2.
In data 03/04/2013, la SERIT – Agrigento riscontra la mia diffida del 06/03/2013 attestando che ogni azione tesa al disconoscimento del debito, recato dai ruoli formati a mio carico, nei confronti degli Enti Impositori titolari del credito. Cioè, l’Agenzia delle Entrate di Agrigento. Allegato 4 pagine 2.
In data 10/04/2013 diffidavo il direttore pro tempore della Agenzia delle Entrate di Agrigento a revocare gli importi reclamati; cancellare il mio nominativo dal registro degli evasori fiscali; cancellare le ipoteche sui miei beni immobili e i fermi amministrativi emessi abusivamente da detta Agenzia delle Entrate. Copia di tale diffida è stata inviata a mezzo fax all’attenzione del Procuratore della SERIT Sebastiano Padovani. Ed inoltre, ho inviato presso lo Spettabile Comando Compagnia Guardia di Finanza di Agrigento, un esposto denuncia avente ad oggetto: sequestro e verifica del mio fascicolo presso la Agenzia delle Entrate di Agrigento. Successivamente l’ho querelato unitamente al legale responsabile di detta Agenzia delle Entrate, per inadempienza professionale, occultamento di atti di Ufficio e favoreggiamento verso terzi. Allegato 5 Pagine 13.
In data 09/04/2014, tramite il municipio di Favara mi viene notificato ai fini interruttivi della prescrizione, l’intimazione di pagamento entro 5 giorni della data di notifica dell’avviso n° 29120040010482330000 €170.822,08 per cartella di pagamento emessa in data 20/05/2004.
Il 10/04/2014 è stata indirizzata alla dirigenza della SERIT – Agrigento, diffida adempimento ad esibire la documentazione da parte della locale Agenzia delle Entrate attestante la continuazione del tartassamento con minacce per il recupero di somme da me non dovute alla Agenzia delle Entrate di Agrigento. Con avvertimento: che trascorso infruttuosamente 10 giorni dalla ricezione della diffida, mi vedo costretto, mio malgrado, a sporgere querela nei confronti dell’attuale direttore pro tempore della SERIT – Agrigento, per tentata estorsione con minacce, calunnia e favoreggiamento verso l’Agenzia delle Entrate di Agrigento. Allegato 6 pagina 2.
Con tale notifica, i già diffidati e querelati direttore pro tempore ed il responsabile legale della Agenzia delle Entrate di Agrigento, in carica all’atto della ricezione della diffida del 10/04/2013, hanno commesso e fatto commettere alla SERIT – Agrigento ulteriore reiterazione di reato già denunciato nella querela depositata in Procura di Agrigento, in data 10/11/2011 e in altre diffide e querele depositate nel fascicolo 5718/11 mod. 21, opposto all’archiviazione e sotto oculato esame da codesto Spettabile Tribunale GIP dal 10/03/2014;
Dal Procuratore Capo dott. Renato Di Natale. Allegato 7 pagina 1;
Dal Procuratore Generale della Corte di Appello di Palermo. Allegato 8 pagine 2;
E dal Ministero dalla Giustizia in persona del Ministro Andrea Orlando. Allegato 9 pagine 3.
GIOVA RICORDARE
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Il grande Generale condottiero di guerre con gli elefanti e con innumerevoli militari senza Dio né Santi, Annibale, il cui motto era: “gran differenza v’è tra il saccheggiare le terre altrui e il vedere messe a fuoco e straziate le proprie”, venne sconfitto a ZAMA l’attuale CARTAGINE, dal piccolo Generale Scipione l’Africano.
Troy, dopo più di 10 anni di battaglie promosse dai Greci, venne tratta in inganno dal cavallo di legno costruito dall’ingegnoso Achille, e dalla complicità del tragediatore Sinone, venne rasata al suolo.
Il PM Antonella Pandolfi ch’era conscia che questa iniqua storia era incardinata sulle falsità e che esistevano tre CAVALLI DI TROY. Perché non ha posto rimedio alla ricezione della querela del 05/12/2012 per inadempienza professionale sporta nei confronti del Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia e delle Finanze, Mario Monti, se non prima, ed ha aspettato invece, 27 mesi per formulare una piatta richiesta di archiviazione? Vedi allegato 7 dell’opposizione.
I Greci, perché Paride rubò la moglie a Menelao, hanno pareggiato i conti con la distruzione di Troy.
Scipione l’Africano, perché Annibale aveva ammazzato in campo di battaglia, suo padre e suo zio, fratello di suo padre, pareggiò i conti con Annibale. Ed ha messo fine anche alla seconda guerra Punica.
Per la mia incruenta guerra voluta dal guerrafondaio Maresciallo dei Carabinieri di Favara, perché voleva fare carriera a mie spese e che va avanti per lunghi 20 anni senza testa e senza coda, col bene stare dei sette sotto mentovati PM, sarà codesto Tribunale GIP ed il Procuratore Generale della Corte di Appello di Palermo che avocherà a se il fascicolo di cui trattasi, a mettere fine a questi soprusi commessi nei mie confronti e a far pareggiare i conti con la Giustizia agli implicati in questo colossale complotto politico giudiziario.
Nell’ordinare al PM Antonella Pandolfi di iscrivere correttamente i capi di imputazione come da pagina 14 della querela nei confronti dei signori: La Rocca Giuseppe, nato il 23/12/1963 ad Agrigento ed ivi residente in Agrigento in via Plebis Rea n° 47;
Spoto Stefano, nato il 30/10/1950 per fatale residenza in Agrigento, via Regione Siciliana n° 109.
Già iscritti nel registro di notizie di reato in data 15/11/2011 per (inadempienza professionale, occultamento di atti di Ufficio, reiterazione di reato e tentata estorsione continuata e aggravata dalla complicità delle già citate CTP, CTR e SERIT – Agrigento) e rinviarli a giudizio.
E ordinare l’esperire le indagini e rinviare a giudizio per i reati commessi dai personaggi nominati nelle diffide e querele depositate nel fascicolo 5718/11/Mod. 21, di cui ci stiamo occupando.
E ordine l’esperire le indagini con il rinvio a giudizio nei confronti degli altri personaggi che si leggono nelle querele già archiviate nella totale inosservanza della legge, dai PM: Carmine Olivieri; Caterina Salusti; Laura Cameli; Antonella Pandolfi. Alcune delle quale le hanno archiviate con la ridicola dicitura scadenza dei termini, pur essendo le denunce – querele presentate in continuativo e nessuna delle quale la Procura di Agrigento le ha dichiarate improcedibile, o reato infondato, pur avendo agli atti documentazione di dominio pubblico; atti giudiziari e atti di Ufficio.
(Commettendo il più grande errore che uno PM possa commettere, per favorire una manica di criminali organizzati nascosti sotto nobile vesti di più Istituzioni, e per avere lasciato in mezzo al fascicolo n° 2068/04/mod.21 del 03/06/04, le quattro compromettente note appresso indicate:
Nota del 15/01/2004/prot.120/RIS del Direttore della Agenzia delle Entrate direzione Regionale della Sicilia, al Generale B. Cosimo Sasso Comandante Regionale Sicilia Guardia di Finanza via Cavour 2 Palermo, a firma dott. Mazzarelli;
Nota del, data non leggibile, n° 9557/262/prot. del Comando Guardia di Finanza Regionale Sicilia al Comandante Provinciale Guardia di Finanza – Agrigento per l’esame e, previo contatti con l’AG competente le valutazioni della portata delle affermazioni scritte nella documentazione in essa contenuta, per le eventuali iniziative di competenza, a firma Generale B. Cosimo Sasso;
Nota del 05/02/2004 prot. 2801/OPER/262 a firma del Colonnello Giuseppe Conti della Guardia di Finanza di Agrigento, alla Procura di Agrigento, chiedendo al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, di valutare l’eventuale rilevanza penale delle affermazioni dell’esponente Giacomo Sanfilippo nei confronti dei militari e del Corpo della Guardia di Finanza;
Nota del 14/06/2004prot.17599/OPER/162 a firma Colonnello Giuseppe Conti della Guardia di Finanza di Agrigento, alla Procura di Agrigento, chiedendo di valutare la possibilità di far conoscere le decisioni assunte in merito all’eventuale rilevanza penale delle affermazioni dell’esponente Giacomo Sanfilippo nei confronti dei militari del Corpo della Guardia di Finanza. Allegato 17 pagine 4).
Così, tutti i personaggi da me citati in tutte le querele che per i loro loschi scopi si sono implicati in questo colossale complotto politico giudiziario, la smetteranno di reiterare reati giorno dopo giorno e di nascondersi sotto le toghe dei Magistrati come nella fattispecie.
Per quanto riguarda invece, la disciplina nei confronti dei PM: Pietro Pollidori e Stefano Dambruoso che per voler far di me persona onesta, un criminale. E Per i PM: Carmine Olivieri; Caterina Salusti; Laura Cameli; Antonella Pandolfi e Sergio Carnimeo della Procura di Caltanissetta, chiamato in causa dalla Procura di Agrigento per fatti sussumibili a reati commessi da Magistrati, nello specifico Pietro Pollidori, che per cercare di occultare le scelleratezze commesse da una turba formata da: Spie di paese; militari dell’Arma Benemerita e del Corpo della Guardia di Finanza; Funzionari della Agenzia delle Entrate di Agrigento e di Palermo; Funzionari della SRIT – Agrigento e di Palermo; Politici di alto rango; Magistrati dell’AG di Agrigento, Pietro Pollidori e Stefano Dambruoso, capitanati dal dott. Ignazio De Francisci; Giudici di primo, secondo e terzo grado penale; Giudici Tributari di Agrigento e di Palermo; CSM. E altri due PM della Procura di Agrigento che non hanno nulla a che vedere in questa sede. Hanno trasformato la Procura di Agrigento e di Caltanissetta a FUCINA DEI CICLOPI, se ne occuperà l’attuale Ministro della Giustizia Andrea Orlando)
Si chiede inoltre, l’audizione per la deliberazione in Camera di Consiglio quanto alla mia opposizione alla richiesta di archiviazione del procedimento penale n° 5718/11/mod.21. del 10/03/2014, dandomene comunicazione a mezzo Ufficiale notificatore del provvedimento che codesto Tribunale GIP emetterà ai sensi dell’art. 410 c.p.p e 127 c.p.p.
Allegato:
uno fascicolo composto di 17 allegati.
Con Osservanza.
Favara, li 15/04/2014
Giacomo Sanfilippo
Giacomo Sanfilippo
ESITO ALLA MIA DIFFIDA DEL 10/04/2014 ALLA SERIT AGRIGENTO PER LA CARTELLA NUMERO 29120040010482330000 € 170.822,08
Per leggere le memorie difensive e l’opposizione clicca su http://www.sanfilippo-editore.it e vai su lettere e denunce. Nello specifico, alle pagine 322 – 349.
La SERIT – Agrigento in data 24/04/2014 risponde alla mia diffida del 10/04/2014 già depositata presso il Tribunale GIP in data 15/04/2014.
In riferimento alla Sua del 10/04/2014, si significa che l’Agente della riscossione non può accogliere le richieste da Lei avanzate, non essendo condivisibili le motivazioni riportate nella nota in riscontro.
Preme, infatti, rilevare che la normativa speciale che regola il sistema di riscossione a mezzo ruolo non consente all’Agente della riscossione di valutare la fondatezza delle ragioni creditorie vantate dall’Ente Impositore negando ogni possibilità di sospendere /annullare un credito iscritto a ruolo.
L’esercizio di tale facoltà, infatti, è di esclusiva competenza dell’Ente Impositore, che, quale titolare del credito tributario, è l’unico soggetto legittimo (oltre, naturalmente l’Autorità Giudiziaria) ad emettere un formale provvedimento amministrativo di sospensione dell’iscrizione a ruolo e/o cartella di pagamento.
Peraltro, soltanto l’Ente è a conoscenza dei presupposti dei quali scaturisce l’iscrizione a ruolo e, quindi, si trova in condizione di poter valutare la legittimità del credito azionato.
Per tanto, la scrivente società – ricevuta la trasmissione del ruolo da parte dell’Ente impositore – è tenuta a notificare la cartella di pagamento e ad avviare, persistendo la situazione debitoria e non sussistendo cause ostative, le procedure cautelari e/o esecutive previste dalla legge.
Nel caso di specie, l’Agente della Riscossione ha notificato la cartella di pagamento e perseverando l’inadempimento dell’obbligazione tributaria, ha proceduto alla notifica dell’intimazione di pagamento relativa al superore debito.
L’attività di notificazione della cartella di pagamento e dell’avviso di intimazione in argomento è stata, correttamente, eseguita in ossequio alle disposizioni normative vigenti in materia.
La mancata osservanza di detta disciplina esporrebbe questa società, in caso di inesigibilità del credito al rigetto del discarico da parte dell’Ente Impositore ed alla connessa responsabilità patrimoniale sancita dall’art. 19 ss. D lgs 112/99.
Tanto premesso e ritenuto che la particolare situazione da lei esposta non può essere motivo di disapplicazione o interpretazione arbitraria delle regole di diritto la cui inosservanza, peraltro, contrasterebbe con le funzioni demandate dalla legge all’Agente della Riscossione, si rappresenta che le superiori richieste devono essere proposte esclusivamente nei confronti dell’Ente Impositore, nel caso che ci occupa l’Ufficio delle Entrate di Agrigento, che, proclamandosi titolare del credito, ne richiede la riscossione per il tramite dell’Agente.
Si ribadisce, pertanto, la regolarità delle formalità poste in essere in osservanza alle disposizioni di legge previste in materia nonché la correttezza dell’operato dell’Agente della Riscossione.
Nel restare a disposizione per ogni altro eventuale chiarimento, è doveroso, a questo punto, sottolineare come qualsiasi azione intrapresa nei confronti dello scrivente non può che ledere l’immagine dell’agente della Riscossione, il cui operato non solo è improntato, costantemente, alla trasparenza ed all’efficacia/efficienza del pubblico servizio ma è, soprattutto contrassegnato dal pieno rispetto delle leggi.
Distinti saluti.
Riscossione Sicilia SPA
Il Procuratore Armando Lo Leggio.
Giacomo Sanfilippo
GIACOMO SANFILIPPO RACCOMANDATA 14608368651-4
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ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO
IL TRIBUNALE DI AGRIGENTO
IN PERSONA DEL DOTT. RENATO DI NATALE
OGGETTO: GIUOCO A CARTE SCOPERTE
Il sottoscritto Giacomo Sanfilippo, nato il 24/01/1941 a Favara ed ivi residente in contrada Bagli 53, Autore ed Editore delle opere letterarie: CAINI PER VIRTU’ FAVARA 2, pubblicata nel Settembre 2001; IGNOMINIE EPOCALI VOL I, pubblicata nel Marzo 2006; GIONALE LA VOCE CHE TUONA prima edizione, pubblicata nel Febbraio 2008; GIORNALE LA VOCE CHE TUONA seconda edizione, pubblicata nel Giugno 2010; Della intervista televisiva OPINIONI di Teleacras – Agrigento del Giugno 2004 e dell’art. di giornale pubblicato dal GIORNALE LA SICILIA del Luglio 2006. Mai controverse dai nominati con nomi e cognomi nei miei incontrovertibili scritti.
Affinché codesta Procura capitanata dal dott. Renato Di Natale faccia un passo indietro riconoscendo i propri errori commessi dal 12/05/94 al 21/03/2001 dai perfidi costruttori di criminali da uomini onesti, PM: Pietro Pollidori e Stefano Dambruoso.
E dal 28/06/2002 ad oggi commessi dai ricusanti PM: Carmine Olivieri; Caterina Salusti; Laura Cameli; Antonella Pandolfi. Ricusanti, in quanto, hanno riconosciuto l’art. 21 della Costituzione e non hanno rimandato a giudizio i personaggi richiamati nelle querele.
Il PM Pandolfi, titolare del fascicolo n° 5718/11/Mod. 21, pur non avendo in 27 mesi svolto indagine alcuna, chiese al GIP – SEDE l’archiviazione del su citato procedimento penale, e nell’ultimo brano attesta: (Ebbene, dalla ricostruzione fornita dallo stesso denunciante, non appare integrata alcuna delle fattispecie penali dal medesimo indicate, né altre condotte penalmente rilevanti ad opera dei Funzionari odierni indagati, essendo del tutto evidente che l’intera questione esaurisce il suo rilievo in un altro ambito (amministrativo/Tributario), così come peraltro dimostrato dai numerosi ricorsi intentati dal medesimo Sanfilippo avverso gli avvisi di accertamento e/o le cartelle esattoriali, e pertanto solo in quella sede – e non in questa lo stesso dovrà e potrà trovare adeguata tutela).
Fortemente da me criticata con l’opposizione alla richiesta di archiviazione che si discuterà in Camera di Consiglio in data 29/09/2014 innanzi al GIP Alessandra Vella.
E fortemente smentita dal Procuratore Armando lo Leggio della SERIT Agrigento che attesta:
L’esercizio di tale facoltà, infatti, è di esclusiva competenza dell’Ente Impositore, che, quale titolare del credito tributario, è l’unico soggetto legittimo (oltre, naturalmente l’Autorità Giudiziaria) ad emettere un formale provvedimento amministrativo di sospensione dell’iscrizione a ruolo e/o cartella di pagamento.
Le invia il documento sottoscritto in data 24/04/2014 dal su citato Procuratore Armando lo Leggio. Che contrasta fortemente con le attestazione del PM Pandolfi. E degli altri PM.
Qualora codesta Procura ritenesse che le archiviazione delle mie più querele leggibili nelle sottocartelle: 1, 5, 7, 13, cartella 6 del CD-R in allegato, siano state legittime e il documento del lo Leggio è un vero e proprio attacco alla Procura capitanata dalla SV Illustrissima. E alla più volte diffidata e querelata Agenzia delle Entrate di Agrigento, per mancato adempimento alle richieste che si leggono nelle più diffide, del quale documento a firma del lo Leggio e già in possesso sin dal 16/05/2014. In Udienza in Camera di Consiglio del 29/09/2014, se non prima, mi faccia avere una copia della denuncia – querela già sporta entro il 13/08/2014 per infamia ed altro, dalla Agenzia delle Entrate di Agrigento.
E una copia della denuncia – querela sporta per infamia ed altro da codesta Procura nei confronti del Procuratore Armando lo Leggio.
In mancanza di tale documentazione attestante l’avvenute querele per infamia ed altro, da parte della Agenzia delle Entrate di Agrigento. E da parte di codesta Procura di Agrigento, sporta nei confronti del Procuratore Armando lo Leggio della SERIT Agrigento. La più volte diffidata e querelata Agenzia delle Entrate di Agrigento, in Udienza del 29/09/2014 presso la Camera di Consiglio del Tribunale GIP di Agrigento, si addossi e ci si addossino, le proprie responsabilità e codesta Procura faccia un passo indietro riconoscendo i propri errori commessi dal Maggio 1994 ad oggi. Come in effetti, il Tribunale penale di Agrigento in persona del Giudice Maria Agnello, in data 21/03/2001 nel sottoscrivere l’ordinanza della revoca della Sentenza n° 259/ 96, ha riconosciuto i suoi madornali errori.
Che innescarono una serie di querele e codesta Procura le ha archiviate con molta leggerezza.
AD OGNI INIZIO C’E’ UN FINE
Il tribunale penale di Agrigento e’ caduto sulla Sentenza emessa dalla Suprema Corte di Cassazione.
La Procura di Agrigento è caduta nel camminare per lunghi 244 mesi con due piedi in una scarpa. Cioè, nel volere far di me un criminale a tutti i costi. Nel ricusare per ben 4 volte a non iscrivere nel registro di notizie di reato ai più querelati. Altrimenti, i quattro PM summentovati avrebbero dovuto controvertere le mie pubblicazione e iscrivermi nel registro delle notizie di reato per false pubblicazioni e per vilipendio verso le Istituzioni e oscurare il mio Sito Internet http://www.sanfilippo-editore.it visitato da più di dieci milioni di persone italiane e mondiali. E sulle attestazioni del Procuratore della SERIT – Agrigento Armando lo Leggio.
L’Agenzia delle Entrate di Agrigento è caduta nell’emettere più accertamenti a fronte d’un PVC pieno di vizi; nell’avere nel 2003, ordito un complotto ai mie danni; nell’avermi querelato nel 2008 e nel non avere esitato le mie numerose diffide. Tranne la prima del 2004.
Si rappresenta che la documentazione inerente al pro memoria si legge nella cartella 23 del CD-R in allegato.
Copia della presente sarà inviata al Procuratore Generale della Corte di Appello di Palermo;
Sarà pubblicata sul Sito Internet in intestazione, su facebook e sarà inviata ove l’esponente ritiene sia di dovere.
L’esponente resta a disposizione di codesta Procura per ogni pur minimo chiarimento in merito.
Allegati:
Copia documento del 24/04/2014 a firma del Procuratore della SERIT – Agrigento Armando lo Leggio;
Copia inviata in pari data al Procuratore Generale della Corte di Appello di Palermo;
Copia Pro Memoria udienza del 29/09/2014 per la deliberazione in Camera di Consiglio quanto alla mia richiesta di opposizione all’archiviazione del fascicolo 5718/11.Mod 21.
Uno CD-R della dimensione 676 MB 414 file 94 cartelle.
Uno CD-R della dimensione 119 MB 118 file 21 cartelle inerente al fascicolo 3694/13 mod. 21. Sanfilippo Giacomo – Lupo Rosario.
Sicuro di un Suo benevole accoglimento, si porgono distinti saluti.
Favara, li 01/09/2014
Giacomo Sanfilippo