Quando la morte diventa l’unica alternativa, quando l’idea del suicidio dà, inspiegabilmente, speranza e serenità, entrano in gioco Preferisco Vivere e Finalmente Liberi, due sportelli di Federcontribuenti diventati punto di riferimento per moltissimi cittadini caduti nel baratro della depressione e della disperazione. Domani, martedì 6 maggio, di questo si parlerà negli studi di TV7.
Preferisco Vivere è lo sportello che si occupa di chi, caduto in disgrazia economicamente e lavorativamente, sopraffatto dalla vergogna e dalla paura di finire sotto un ponte, matura l’idea della morte pur di non sentirsi un fallito. Lo stato d’animo di chi perde il lavoro o di chi, per il tramite di banche o Equitalia, perde la casa, è di angoscia. L’angoscia è l’anticamera nella quale nasce e matura l’idea di trovare conforto nella morte. Un processo psicologico spietato e veloce: se mi uccido non soffrirò più. Preferisco Vivere si pone come bastone fra le ruote di questo micidiale ingranaggio auto distruttivo: interviene sia sul piano psicologico, con il supporto di esperti, sia studiando il problema economico, con i legali di Federcontribuenti. Parleranno di questo:
- Marco Paccagnella Presidente di Federcontribuenti;
- Consuelo Rodriguez responsabile del Dipartimento “Preferisco Vivere”;
- Dr. Giovanni Prevedello per il Centro Studi Anticrisi;
- Dr. Giulio Maggia Psicologo Psicoterapeuta.
Il cittadino, da Preferisco Vivere, non viene visto né accolto come una cavia da laboratorio né, tanto meno, come una pratica da sbrigare. Viene piuttosto considerato per ciò che è, una persona in difficoltà con il diritto di ricevere l’aiuto e l’ascolto che si deve ad un essere umano, con tutto il rispetto e la dignità che gli si deve.
Finalmente Liberi è la commissione di inchiesta della Federcontribuenti sugli affidi minorili.
Siamo abituati a credere che, quando un minore viene allontanato dalla famiglia di origine è perchè alla base sussistono situazioni gravi di violenza fisica e psicologica di cui il bambino è vittima, così non è. La realtà è ben diversa e lo scopo del dipartimento è quello di fare luce su alcune gravi anomalie esistenti nel sistema che ruota attorno all’allontanamento forzato dei minori. Difetti nelle leggi vigenti come l’impossibilità di ricorrere in appello per quei genitori additati come inadatti, anche in assenza di prove, a crescere i propri figli. Bambini allontanati per momentanea difficoltà economica dei genitori, il sistema delle perizie, diventate un arma impropria, la pericolosità delle troppe sindromi diagnosticate nei bambini anche su segnalazione di insegnanti superficiali. Cosa c’è dietro? Quali rapporti sussistono tra servizi sociali, giudici e casa famiglia? Perchè un bambino in comunità arriva a costare 200 euro al giorno? Infine, cosa subisce un genitore a cui viene tolto un figlio? Interverrà sulla questione il Dr. Oscar Miotti vice Presidente ordine psicologi.
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