Al punto in cui siamo, questo mortificante carico fiscale ci appare come una forma pulita di pizzo, di estorsione. Invece di ricattarci con una P38, lo Stato, ricatta i contribuenti con altre forme di violenza e di tortura come banche ed Equitalia: la manovalanza degli aguzzini.
Se per il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, gli aumenti del prelievo forzano «una pressione fiscale già fuori linea» e favoriscono «le condizioni per ulteriori effetti recessivi», per noi di Federcontribuenti il prelievo forzato agisce come il più feroce clan, mortifica i lavoratori e uccide ogni speranza di salvare il bilancio familiare o la propria azienda. La «Corruzione sistemica, pregiudica l’economia», e tale feroce corruzione si annida tra i giochi di potere attraverso il conflitto di interesse.
«Aziende locali, 34 miliardi di debito». «Sono 5.000 gli organismi costituiti e partecipati dagli enti locali e il loro indebitamento è valutato in oltre 34 miliardi di euro». L’ipocrisia non trova spazio in casa Federcontribuenti, nessuna buona fede da parte dei gestori e controllori degli enti pubblici, con i mezzi di cui oggi si dispone è diabolico ritenere gli amministratori pubblici non responsabili. La mano destra sa sempre cosa fa la mano sinistra. Per Nottola la corruzione «si annida frequentemente» nelle società miste pubblico-privato che gestiscono i servizi pubblici.
«Frodi su fondi Ue, in Italia un miliardo di euro in 10 anni». Le frodi legate alla illecita utilizzazione di fondi comunitari – dice Nottola – hanno determinato in Italia, malgrado l’impegno dei nuclei speciali della Guardia di finanza, la sottrazione al bilancio dell’Unione europea, negli ultimi 10 anni, di oltre 1 miliardo di euro».
Al di la di chi è il padre di Equitalia, nessuno dei big oggi in corsa per le politiche e presenti da tempo immemore nel Parlamento ha mai alzato un dito per fermare il sistema di riscossione più barbaro della storia. L’urgenza sta nel varare una legge contro il conflitto di interessi, che, oltre a vietare di presiedere più consigli di amministrazione, estendendo ai famigliari il divieto, deve vietare ai massoni la candidatura essendo, il loro giuramento di segretezza, in conflitto con il giuramento alla Costituzione italiana che invece ordina la trasparenza. La riforma del sistema bancario deve colpire i fenomeni come MPS e Banco Desio, deve imporre alle banche di dar credito ai piccoli imprenditori ad un tasso di interesse più agevole rispetto ai grandi delle multinazionali. La pressione fiscale deve scendere, tornando alla percentuale degli anni 90, cioè garantendo la proporzione tra stipendio e costo della vita.
Infine, lo Stato non può più poggiarsi sulle spalle dei contribuenti, il suo ingranaggio succhia soldi va fermato.
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Un commento
Piero Paris
INQUISIZIONE FISCALE
A causa dell’insopportabile pressione fiscale, molti negozi, bar, attività artigianali, piccoli esercizi e venditori ambulanti sarebbero costretti a chiudere se dovessero emettere lo scontrino (più demenziale che fiscale) per ogni Euro incassato.
Ne risulterebbe un popolo di disperati alla ricerca di qualsiasi tipo di sostentamento come nel Medio Evo, dove ad imperare era la santa inquisizione e che ora certi sedicenti tutori della legalità stanno trasformando in inquisizione fiscale.
Non è necessario inventare dei ridicoli strumenti, come redditometro, bancomat o riduzione del contante e sguinzagliare tanti scagnozzi con conseguente aggravio del peso fiscale. I possessori di SUV, barche e ville milionarie si scovano controllando gli appositi registri della motorizzazione, capitanerie e catasti immobiliari.
Al fine di evitare una pericolosa rivolta sociale, finché si è ancora in tempo bisogna smetterla con questo accanimento burocratico che alimenta una massa di politici chiacchieroni, enti inutili ed un esercito di cacciatori a caccia di piccoli evasori che altrimenti non potrebbero sopravvivere.
da COCOMIND.com – La voce del dissenso