Renzi, come dice lo stesso numero uno di Confindustria, ” potenza nel motore ce l’ha ” e ci si riferisce a tutti quei nomi e a quelle potenze finanziarie che hanno dato al neo premier l’appoggio politico necessario. Il premier non potrà quindi scontentare chi lo ha sostenuto e prima di occuparsi dei cittadini dovrà risolvere i guai finanziari di chi gli ha dato in breve fama e denaro. Ad esempio, le aziende di Carlo De Benedetti stanno per cedere sotto il peso di 2 miliardi di debiti e di inchieste varie per reati gravissimi ed è tra i sostenitori del premier.
” Proponiamo al neo premier Renzi un patto, – annuncia il presidente Paccagnella -, noi di Federcontribuenti presenteremo gli imprenditori in difficoltà economica da noi accertata e il premier studierà per loro un piano di aiuti, dal blocco fiscale per i casi più gravi, ad un rientro dal debito in maniera indolore. Abbiamo già la prima richiesta di aiuto da presentare”.

La Zanardi Editoriale con oltre 100 lavoratori ha già avuto il suo tragico epilogo: lo scorso 13 febbraio il titolare Giorgio Zanardi si è impiccato. Ieri nell’azienda c’è stato un furto di rame, 4 km e mezzo per danni fino a 450 mila euro: rimasti senza energia elettrica è il colpo di grazia. Dalla Presidenza stanno partendo lettere e telefonate ai ministri preposti per cercare aiuto e salvare questa azienda, intanto, chi vuole, può donare all’azienda qualche euro attraverso la Federcontribuenti. Dopo il suicidio di Giorgio Zanardi si è parlato di aggressività da parte delle banche, motivo per cui si stanno analizzando i movimenti bancari per individuare chiare responsabilità, ora però l’azienda ha immediato bisogno di soccorso.
Tornando all’istituzione di una banca dati degli imprenditori in difficoltà, ci si propone di fare una cosa molto semplice, ogni imprenditore che ha raggiunto la Federcontribuenti per richiedere soccorso verrà schedato: la scheda conterrà i dati societari, il bilancio e i motivi del fallimento. Questo lavoro meticoloso dovrà servire al governo come strumento di precisione avendo la consapevolezza delle anomalie fiscali, bancarie, riscossive e burocratiche.
Un bar di Milano è stato fatto chiudere per tre giorni per aver evaso, in 5 anni, 7 euro e i proprietari hanno dovuto esporre sulla serranda il motivo della chiusura: come un marchio d’infamia.
Eddy, il fornaio di Pomigliano che si è ucciso la scorsa settimana perchè ” beccato” dagli ispettori del lavoro non in regola con i dipendenti: la moglie e una ragazza part time che si guadagnava qualcosa.
Il nostro sistema fiscale non permette le assunzioni a meno che non si disponga di un giro d’affari di tutto rispetto, inoltre l’elevato calo dei consumi fa registrare guadagni assolutamente non in riga con i parametri fiscali e se l’Istat denuncia un incremento del nero va detto che, questo nero, permette a molte famiglie di non morire di fame o finire in strada.
Poi ci sono casi come questo di un lavoratore autonomo: ”da Equitalia ho ricevuto per anni cartelle esattoriali per le più disparate ragioni. Bolli di circolazione per auto che non ho mai avuto intestate, tasse
comunali non pagate, discrepanze con gli Studi di Settore, contestazioni per pagamenti INPS etc, negli anni ho portato pezze giustificative che attestavano la regolarità dei pagamenti, disdette ai comuni, copie di registri di acquisto/vendita che attestavano la mia regolarità. Ho contattato regione, equitalia e comuni sbattendo sistematicamente contro un muro di gomma e dopo ogni conquista di ragione dopo pochi mesi ricevevo le stesse richieste gravate da interessi e more. Stanco di girare a vuoto ho deciso di pagare e ho aderito alla Compensazione dei Crediti di Imposta con le Cartelle esattoriali. Ho pagato fino al 22 gennaio 2014 e ho Pagato Tutto il residuo utilizzando la simil-sanatoria del pagamento entro il 28 febbraio 2014 in un’unica soluzione. Chiedendo ad Equitalia la minuta delle cartelle che andavo a Sanare definitivamente mi sono reso conto che mi hanno calcolato per la rateazione anche le Cartelle Esattoriali che avevo Compensato nel 2010”.
Le nostre piccole imprese non hanno nessun tipo di assistenza, nè di tipo economico e nè tanto meno politico e siccome da noi, vista l’elevata corruzione e la criminalità organizzata troppo libera di muoversi indisturbata, non è possibile fare un discorso di no tax alle start up, la Federcontribuenti propone l’assistenza economica e politica solo per quelle società e aziende certificate dall’Associazione che ne garantirebbe l’onestà. ”Siamo stati sempre contrari a condoni e sanatorie,- spiega Paccagnella -, ora ravvisiamo il bisogno di questi strumenti se vogliamo veramente salvare la parte produttiva del nostro Paese. Pensare che sino a qualche anno fa, sarebbe stato sufficiente la cancellazione delle sanzioni, degli interessi di mora e l’aggio e un maggior controllo, dagli enti preposti alle attività delle banche, come noi chiedevamo, ora la situazione è disperata e accertato il reale stato debitorio di un azienda, se si vuol salvare il patrimonio lavorativo ed economico italiano, non si potrà fare altro che un condono tombale!”