Cartelle esattoriali, nessuna pace fiscale in vista e si pagheranno anche quelle scadute e non più esigibili. Federcontribuenti: ”rate fino a 5 anni con un interesse che passa dallo 0% allo 0,3%. Ricordiamo anche a questo governo che solo il 16% di tutto il monte riguarda cartelle esattoriali esigibili il restante è un baule fatto di contribuenti non più viventi, oppure rimasti senza nulla oppure di cartelle esattoriali scadute da 15 anni”.
I debiti fiscali e tributari inclusi bollo auto e violazione del codice della strada hanno una prescrizione imposta con Legge che va dai 10 ai 3 anni, ”capite quindi che nessuno può imporre il pagamento di cartelle esattoriali che si trascinano dal 1999. Chiudere definitivamente il cassetto contenente tutte le cartelle prescritte significava dare respiro ai contribuenti ed aziende superstiti”.
Basta leggere i numeri sulla vecchia rottamazione che ha portato un mancato gettito di 9 miliardi. ”se non hai soldi non paghi oggi come non paghi domani anche perchè le scadenze si sommano con le sempre maggiori richieste del fisco. Ricordiamo che un datore di lavoro paga come titolare di una impresa e come cittadino privato”.
Perchè nessuno ha mai pensato di chiudere definitivamente con queste cartelle non più esigibili?
”La cifra degli oltre 800 miliardi di euro, la somma di tutti i debiti mai recuperati, torna utile quando si deve presentare il bilancio e la copertura per le manovre politiche. La usano come mezzo politico arrecando danni sempre maggiori. Questi 800 miliardi di euro non esistono se non sulla carta”.
E la necessaria ed urgente riforma della giustizia tributaria?
Sembrerebbe non interessare nemmeno questo governo, ”eppure dovrebbe viste le persecuzioni a danno dei contribuenti e gli scandali legati alla corruzione nelle stesse commissioni e tra i giudici di pace. La necessità sta nel rendere il giudice speciale tributario in un giudice a tempo pieno, professionalmente competente e indipendente dal MEF per principi di imparzialità, indipendenza e soprattutto equo come stabilito dall’art. 111 della Costituzione”.
Attualmente abbiamo un fiume di ricorsi davanti ai giudici della Corte di Cassazione, ”circa 11.200”. La Corte Costituzionale, nel corso degli anni, è più volte intervenuta sollecitando il legislatore a riformare strutturalmente la giustizia tributaria. ”Fin quando interpreteremo la Legge, stabilita per tutelare i diritti di tutti, nuoceremo gravemente alla salute dei conti pubblici e insisteremo con il ledere i diritti di cittadini messi in ginocchio e lasciati senza la possibilità di recuperare una serenità economica che aiuterebbe tutti”.
Accettiamo che un reato di stupro si estingua per decorrenza dei termini ma non la prescrizione sulle cartelle esattoriali. ”L’incostituzionalità resta intrinseca al fattore fiscale e della riscossione; chiediamo più di quanto il reddito concede e obblighiamo a subire l’aggressione del recupero sequestrando stipendi, pensioni e piccoli beni”.
Le cartelle prescritte riguardano il 60% dei ricorsi presso le Commissioni tributarie: ”queste manovre rappresentano il fallimento di tutte le politiche economiche e fiscali degli ultimi 20 anni e obbligano i contribuenti ad una doppia tassazione perchè si chiede loro di saldare il passato e il presente in una unica soluzione neanche fossero milionari o benestanti come chi le Leggi le scrive ma non le subisce!”.
Il contribuente che non ha impugnato una vecchia cartella di 20 anni fa rischia di vedersela nuovamente piovere addosso con tutti gli interessi e con il rischio di perdere la casa, lo stipendio o la pensione.
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