Domina Vacanze aveva fatto ricorso al TAR contro Federcontribuenti mentre il Tribunale di Roma ha dato ragione ”ad una nostra assistita che si è vista annullare sia un contratto di acquisto di un certificato associativo al “Vistas Castillo Beach Club” sia il finanziamento collegato vedendosi restituire 16 mila euro”.
Lo scorso 26 maggio 2020 il TAR si pronunciava così: ” l’AGCM ha ritenuto che la società Domina Vacanze S.p.A., in collaborazione con le società Domina S.r.l., Hit Hotel S.r.l. e Domina International S.A., ha posto in essere una pratica scorretta ed aggressiva nella attività di promozione e vendita di unità immobiliari in “comproprietà alberghiera” situate in varie località turistiche d’Italia e del mondo, segnatamente consistente nell’ingannevolezza delle comunicazioni commerciali utilizzate dai professionisti circa la natura e le caratteristiche principali dell’offerta, il costo del prodotto, il diritto di recesso spettante ai consumatori, gli elementi identificativi e il ruolo dei professionisti coinvolti, nonché nell’aggressività dell’attività post-vendita realizzata attraverso l’esercizio di un indebito condizionamento volto ad ottenere, anche mediante l’ostacolo all’esercizio dei diritti dei consumatori, somme non dovute ovvero l’acquisto di altri prodotti. L’attività indagata dall’Autorità riguarda l’offerta, con la formula della multiproprietà alberghiera, relativa a 14 strutture alberghiere sparse in varie località italiane e pubblicizzate sul sito domina.it, di proprietà di Domina Vacanze S.p.A. e gestite da Hit Hotel S.r.l., nonché l’Hotel Coral Bay, situato a Sharm El Sheikh.
Mentre il Tribunale ordinario di Roma – X Sezione civile – l’11 marzo 2020 ha dato ragione ad una consumatrice seguita dai legali della Federcontribuenti: ”tutto ha inizio con il solito buono vinto per un viaggio seguito dalla visita a domicilio di un funzionario che la induceva a sottoscrivere un contratto di acquisto di un imprecisato certificato associativo al “Vistas Castillo Beach Club”, il quale le attribuiva il diritto di godere di un appartamento, non precisamente individuato, in periodi settimanali floating non determinati, offrendo un “prezzo di favore” pari ad € 12.000,00 di cui € 500,00 da versare direttamente alla venditrice ed € 12.000,00, oltre spese, mediante finanziamento erogato dalla Finemiro Leasing spa”. Nello specifico il tribunale ha riconosciuto la totale mancanza di indicazione dell’oggetto del contratto sottoscritto che si presenta indeterminato ed indeterminabile e non è chiarito in alcun modo il collegamento tra il certificato di associazione ed il diritto di godimento. Lo stesso tribunale conferma l’indirizzo giurisprudenziale in tema di contratto di credito finalizzato esclusivamente a finanziare la fornitura di un bene o la prestazione di un servizio: ”deve ritenersi sussistente un collegamento negoziale tra i due contratti, atteso che il contratto di finanziamento è stato stipulato contestualmente alla sottoscrizione del contratto di compravendita del certificato associativo, la pratica di finanziamento è stata istituita dalla società venditrice, i ricorrenti hanno sottoscritto il contratto di finanziamento per il tramite di un agente”. Di conseguenza, la nullità che ha colpito il contatto di compravendita per indeterminatezza e/o indeterminabilità dell’oggetto non può che estendersi anche al contratto di finanziamento. Il giudice pertanto ha dichiarato: ” la nullità del contratto di acquisto e di finanziamento e ha condannato la società alla restituzione in favore della nostra assistita della somma pari a 16.416,00 oltre interessi legali a decorrere dalla domanda al saldo”. Spesso la Federcontribuenti è stata additata come associazione, che ha fatto della difesa dei consumatori vittime di multiproprietà, un motivo di lucro: ”queste ultime 2 sentenze ci danno invece conferma della ragione che da anni andiamo divulgando. Primo, liberarsi da questi contratti è possibile ma ha un costo non determinato da noi; secondo, risparmiare affidandosi ad altre società o associazioni con prezzi ridottissimi induce centinaia di consumatori dal finire in truffe ben architettate dalle quali è poi impossibile uscirne indenni. Infine nel mentre la Federcontribuenti è ancora viva dopo 20 anni di attività in difesa dei consumatori e contribuenti gli altri, dopo aver truffato migliaia di consumatori, spariscono nell’oblio!