L’arroganza, la strafottenza come la prepotenza sono diventati sistemi autorizzati e tollerati: forse perchè chi li esercita dovrebbe condannarli. I soldi ci sono, non mentite!
La Pubblica Amministrazione ha, di fatto, acquistato beni o servizi quando sapeva di non poterli acquistare, indebitandosi e mettendo sulla corda centinaia di imprenditori oggi aggrediti da banche e Equitalia. La stima dei 71 miliardi fatta dalla Banca D’Italia non tiene conto dei debiti accumulati dalle aziende partecipate dagli enti locali; gli enti sono 200, quante sono le partecipate? Secondo la Corte dei Conti sono circa 5 mila organismi privati, partecipati dagli enti locali, l’indebitamento è valutato intorno ai 38 miliardi di euro con fenomeni di cattiva gestione che si sono concretizzate “in assunzioni di massa illegittime e clientelari; in consulenze inutili; in sprechi per acquisti di forniture inutili e a prezzi fuori mercato”. La stessa Unione Europea sembra intenzionata ad avvallare questo sistema truffaldino e ingiusto considerato che si ferma solo ad ordinare di pagare entro due anni l’80% del suo debito verso le imprese per non gravare sul deficit.
I decreti governativi dello scorso anno, compensazione tra credito e debito, hanno messo in piedi un procedimento farraginoso inutile, gestito attraverso l’adesione facoltativa e non obbligatoria per le amministrazioni ad una piattaforma informatica centralizzata. Il risultato è stato molto inferiore alle attese: solo 3 milioni di crediti sono stati intercettati. Il tutto passa ad una commissione speciale, in attesa di capire con quale governo ci troveremo a vivere. Da notare che i debiti contratti dalla PA non ricadono, purtroppo, solo sugli imprenditori, ma, anche sui contribuenti che si trovano a pagare, a subire tagli, a rantolare per mancanza di liquidità.