Federcontribuenti: ”rischio crollo per 5 milioni e 77 mila lavoratori coinvolti in oltre 800 mila imprese italiane. Dal 2019 per tutte le srl sarà l’anno del dragone”. Intanto i cittadini entrati nella soglia di povertà diventano 9 milioni e 300 mila. ”Un numero destinato a crescere come cresce il numero delle imprese fallite”.
Per tutte le srl italiane, ”piccole società con due o tre soci che nulla hanno a che vedere con le holding il rischio concreto è un ecatombe come quella accaduta per gli artigiani e i piccoli commercianti. La forbice nascosta nella finanziaria darà un ulteriore colpo secco allo sviluppo economico e all’occupazione con ulteriori ripercussioni sui conti pubblici chiamati a sostenere, come meglio potranno, i nuovi poveri”.
Esempio di tassazione perversa.
In una piccola srl con 2 soci – e sono la maggioranza in Italia – abbiamo un guadagno di 40.000 mila euro e su questo importo dobbiamo scalare l’IRES pari al 24%, quindi 9.600 euro; l’IRAP pari al 3,5%, quindi 1.400 totale rimasto 29 mila euro.
Ai soci viene distribuito un utile pari a 10.000 euro ciascuno, ma le tasse non sono finite. Entrambi i soci dovranno ”pagare su questi 10.000 euro il 23% di IRPEF cioè 2.300 e i contributi INPS per un minimo di 3.500 euro l’anno. Poi ci sono le spese del commercialista, le bollette e altre cose che ogni srl deve pagare per mantenersi in vita. Quanto resta ai soci? 15 mila euro in 2 poco più di 1.200 euro al mese”. Dal 2019 il loro reddito mensile scenderebbe a 1.000 euro.
Se già fosse difficile sopravvivere a questa tassazione nel 2019, come riporta la finanziaria, in poche resteranno aperte e l’effetto ricadrà sugli stipendi dei lavoratori e sugli indotti. ”Al momento il nuovo governo non sembra aver preso coscienza di questo nuovo dramma che sta per abbattersi sui lavoratori. Invece di abbassarsi la percentuale di tassazione salirà del 3% toccando la soglia record di una tassazione che oscilla tra il 70 e il 73% su quanto guadagnato e pensare ad un possibile aumento IVA è come immaginare di scavare una buca e seppellirci una volta per tutte”.
Come funziona nelle grandi aziende?
Le grandi aziende, quelle quotate in borsa, le multinazionali non hanno il disturbo fiscale; primo perchè hanno la sede legale fuori dall’Italia e secondo perchè nei loro bilanci figurano voci che possono scalare l’imponibile fino al 35%. Con le sponsorizzazioni e le donazioni e i bonus come quelli regalati dal nostro Paese, la tassazione per le imponenti società, dal guadagno vertiginoso, il problema fiscale è aggirabile e senza le file interminabili alla nostra Agenzia delle Entrate. Inoltre godono di pacchetti all inclusive: tante sedi apri, tanti precari assumi tanta percentuale paghi al nostro Stato compresi i contributi e l’assicurazione.
Conclusioni.
”Il tempo a disposizione non permette al nuovo governo di tergiversare, – tuona il presidente della Federcontribuenti, Marco Paccagnella, – non vorremmo che anche questo governo mantenga un occhio di riguardo per le multinazionali e gli investitori a strozzo che investono in Italia. Il nostro scopo è difendere ad ogni costo le nostre imprese – quelle che danno reale occupazione – , intraprendendo subito un percorso di salvaguardia dagli aumenti fiscali, un percorso che conduca alla pace fiscale quelle imprese realmente in difficoltà e di varare quanto prima una legge che imponga un minimo salariale pari a euro 1.000”.
AIUTACI AD AIUTARE
Abbiamo rifiutato da sempre i finanziamenti pubblici previsti per le grandi Associazioni perché, la nostra politica, prevede di sedere al tavolo dei cittadini e non dei politici. Oltre all'assistenza e alla tutela in tutte e le sedi per quanto riguarda il diritto bancario, fiscale, tributario, commerciale verso contribuenti, utenti e consumatori il nostro impegno é anche di dotare i nostri iscritti di servizi importanti nel pieno rispetto del Codice del Consumatore.
Entra in Federcontribuenti e troverai un mondo di servizi, tutela e offerte senza sorprese.