Un informatore, persona vicino a Draghi e che ci impone di mantenere segreta la sua identità, ci svela il piano B dei potenti della UE: dichiarare il default per lo Stato italiano e commissariarci. Non è un segreto, il risultato delle elezioni nostrane non sono piaciute ai partner europei, specie alla Germania e tenevano nella manica l’asso. C’è stato un incontro, tra vertici, dentro un salotto discreto, dove, amministratori di diversi Stati si sono incontrati calpestando i tappeti circoscritti della UE. Abbiamo tempo, sempre secondo la fonte, fino al prossimo agosto, massimo inizio settembre. Rischiamo di subire una speculazione dalla proporzione mai sperimentata prima in Italia. Siamo chiari, ci aspettavamo un piano B, ma nessuna fervida immaginazione poteva arrivare a tanto. È quindi reale il sospetto che la UE voglia commissariarci, siamo una mina vacante e rischiamo di tirare giù l’economia di tutta l’area euro, dopo l’esito uscito dalle urne, non ci sono più dubbi, non siamo in grado di autodeterminarci, ci siamo bocciati anche su l’ultima prova prima di un default, inevitabile o pilotato deciso magari da altri per togliersi dall’imbarazzo che porta ad un sempre più probabile crollo una civiltà che ha fatto la storia del mondo ed ora sembra “scaduta”. Per l’ennesima volta abbiamo dimostrato di non essere in grado di garantire la legittima sovranità del nostro Stato!
L’analisi attuale.
Grillo ha stravinto, ha avuto ciò che voleva, la frattura: una faglia che ha tagliato in due i piani della storica partitocrazia spazzandola via come un potente terremoto. Ora sembra intenzionato a tenere in stallo non solo i big, ma tutta la popolazione italiana. Non può tenerci in ostaggio. Una vittoria politica di puro stampo popolare, anche se legittima e attesa, non può tuttavia avere l’ardire di credere che bastano i buoni propositi per togliere l’Italia dalle grinfie di predatori che attendono l’ennesimo nostro passo falso. Non si poteva credere che bastasse salire sull’Olimpo per spazzare via con un soffio balaustre erette in cinquant’anni di Repubblica. Ci sono questioni altrettanto primarie che necessitano di persone prima conoscitrici di questi meandri e poi capaci di studiare piani meticolosi a controvertere questi oscuri impianti senza mettere a rischio una intera nazione.
Si stanno riorganizzando. Niente sarà più come prima: prima di Grillo, prima delle dimissione del Papa. Segnali che fanno tremare chi è nel sistema e riconosce i sintomi di una imminente guerra fredda. Grillo ha la responsabilità di agire e lasciare per ora desideri di vendetta. Abbiamo, oltre all’orgoglio nazionale, da difendere risorse strategiche.
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