Ennesima proroga per rottamare vecchie cartelle esattoriali. Federcontribuenti: ” abbiamo perso il conto delle rottamazioni se non fosse che le conseguenze ricadono sulle 4,558 mila PMI e che rappresentano il 90% di tutta la forza produttiva ed occupazionale del Paese: 6 milioni di occupati per un giro d’affari di 886 miliardi di euro, pari al 11,6% del Pil e con un monte debiti fiscali esigibili pari a 50 miliardi e per i quali viene negato il DURC senza il quale lavorare è impossibile come è impossibile farsi pagare o commissionare altri lavori”.
Secondo il presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella, “non solo non si è messo mano ad una vera riforma fiscale, ma si è lasciato che ai vecchi guai se ne aggiungessero altri in quanto la pressione fiscale passa dal 61,2% del 2017 al 68,5% nel 2019 visti gli aumenti delle imposte indirette regionali e comunali e le accise. “Su un reddito lordo pari a 50 mila euro – sottolinea Federcontribuenti – togli 13,235 di saldo Irpef; 5,241 di acconto Irpef; addizionale regionale 956 euro; addizionale comunale 236 euro; e addizionale comunale in acconto altri 53 euro; camera di commercio 71 euro; Irap 1,689 euro; acconto Irap 797 euro; Inps acconto da 7,191 euro e Inps saldo pari a 3,779. Totale da versare euro 33,248. Poi ci sono le tasse come persona privata e le utenze domestiche e quanto altro e infine l’IVA”.
Perché si continua a prorogare la rottamazione delle cartelle esattoriali?
Perché ci si ostina a voler recuperare 800 mld di debiti fiscali inesigibili? “147,4 miliardi sono dovuti da soggetti falliti, 85 miliardi da persone decedute e imprese cessate, 95 mld da nullatenenti”. Per altri 30,4 miliardi la riscossione è sospesa per provvedimenti di autotutela o sentenze. Restano 459,2 miliardi di cui oltre il 75% si riferisce però a contribuenti rispetto ai quali sono già state tentate invano azioni di riscossione. È dal 2013 che si cerca di recuperare questi miliardi di euro di debiti fiscali pur sapendo che almeno il 94% di questo monte debiti non è recuperabile. Vogliono giustificare la voce in bilancio?”
Dal 2013 al 2019, cosa è cambiato.
Nella prima rottamazione si scontava la sanzione ma non l’aggio che invece aumentava, ora la rottamazione-ter, valida indipendentemente dall’Isee, e il «saldo e stralcio» (sotto i 20mila euro di Isee) permettono di spalmare in cinque anni i debiti affidati alla riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017, inclusi quelli delle precedenti «rottamazioni» rimasti inevasi: la prima rata scade il 31 luglio e le altre rate scattano il 30 novembre, il 28 febbraio e il 31 maggio di ciascun anno fino al 2023, in tutto sono 18 rate.
Il paradosso.
Chi lavorava nel 2017 e oggi è disoccupato non rientra nel saldo e stralcio, chi invece nel 2017 non aveva reddito e oggi lavora rientra nel saldo e stralcio. Si calcola che in tutto il debito degli italiani con l’Erario si aggiri sopra gli 800 miliardi di euro, ma solo il 6% delle cartelle, 50 miliardi circa, possono ancora essere incassate dallo Stato. ”La verità è che, calcoli alla mano, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione incasserà solo 3 miliardi e 1,9 miliardi nel 2020.
Cosa andava fatto?
«La frode fiscale non potrà essere davvero considerata alla stregua degli altri reati finché le leggi tributarie rimarranno vessatorie e pesantissime e finché le sottili arti della frode rimarranno l’unica arma di difesa del contribuente contro le esorbitanze del fisco». Luigi Einaudi 1907.
L‘evasione fiscale ha un introito pari a 200 miliardi di euro, mentre i contribuenti hanno maturato un debito verso lo stato pari a 51,9 miliardi di euro, ”significa che stiamo facendo la guerra alla parte sbagliata della popolazione, – spiega Marco Paccagnella -, vessiamo la parte che contribuisce alle spese dello Stato graziando sistematicamente gli evasori totali”.
Ma il Fisco lo sa chi sono gli evasori?
In questi giorni è scoppiata una nuova tangentopoli in Lombardia, soldi in nero frutto di evasione fiscale. Partiamo da qui! ”Nelle scrivanie impolverate di Roma ci sono decine di interrogazioni parlamentari dove si citano dati precisi sul numero degli evasori. Mentre i lavoratori dipendenti e i pensionati da soli valgono l’80% del gettito fiscale gli evasori totali aumentano invadendo sezioni come la sanità privata fino a lambire tutte le altre categorie che in modo o nell’altro nascondo al fisco ingenti patrimoni e redditi”.
La riforma delle commissioni tributarie.
”La riforma è necessaria perché i giudici tributari devono essere giudici professionali, ben pagati, indipendenti dal Ministero dell’economia e delle finanze e competenti a decidere le delicate e difficili questioni tributarie che in caso di errori che possono portare al fallimento delle aziende o, peggio ancora, al suicidio dei contribuenti. Ormai è arrivato il momento indifferibile di smantellare totalmente le attuali commissioni tributarie e creare giudici tributari a tempo pieno non più dipendenti dal Ministero dell’economia e delle finanze, ma dalla Presidenza del Consiglio dei ministri”.
Sempre cara mi fu la riforma fiscale.
”Diciamolo a chiari lettere, attualmente il carico fiscale nella sua totalità aggredisce oltre il quinto del reddito di ognuno. Che prendano un pallottoliere al governo e decidano una buona volta di sommare tutte le volte che infilano le mani nelle tasche dei contribuenti e per quale somma”.
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