Benzina, diesel, gas. I prezzi dei carburanti in un anno sono aumentati del 9,8%. Federcontribuenti: ”tutti abbiamo notato questa impennata sul prezzo dei carburanti eppure in Italia il costo per un litro di benzina senza tasse e accise sarebbe di 50 centesimi a litro”. Sulla benzina abbiamo una componente fiscale pari al 64% del costo totale, vale a dire 1,012 euro a litro, mentre il prezzo industriale per litro è pari a 0,560 euro. Diesel, componente fiscale pari al 61% cioè più 0,879 euro a litro mentre il prezzo industriale è di 0,570 centesimi di euro.
In media in Italia il costo di un pieno di carburante si aggira intorno alle 60 euro, ebbene, il 64% vale a dire circa 38,4 euro non se le beve l’auto, ma lo Stato perchè tanto è il carico fiscale su ogni litro di carburante, il 64% del prezzo finale. L’addizionale sulla benzina è di 0,728 euro al litro; 61 centesimi per il gasolio, 14 centesimi per il gpl e 40 per il gasolio da riscaldamento.
”Eliminando tasse e accise il costo a litro sarebbe uguale con gli altri Paesi europei, vale a dire circa 0,50 centesimi a litro. E anche se gli altri Paesi tassano il carburante l’Italia resta in testa alla classifica per il peso fiscale a litro: ben 1 euro in più a litro”.
Le conseguenze.
L’andamento dei prezzi di carburante influisce sui prodotti a largo consumo perchè, se il trasporto aumenta del 10% i prodotti che acquistiamo aumentano dell’11% e i contribuenti pagheranno un 42% in più di tasse – non dimentichiamo l’IVA sui prodotti – a coprire le spese di trasporto e per l’aumento del prodotto che acquista.
Nel solo 2017 i balzelli sui carburanti hanno assicurato un guadagno per lo Stato pari a 26 miliardi di euro conquistando il quarto posto sulla scala delle Entrate Erariali.
Siamo fuori limite, ”Salvini si ricordi della promessa”.
Il costo industriale è pari a 60 centesimi di euro, ”tutto il resto se lo prende lo Stato e inoltre, non era incostituzionale applicare l’IVA sulle tasse? Perchè sul prezzo finale del carburante per litro paghiamo l’IVA. La paghiamo ovunque anche 3,4 volte sullo stesso bene acquistato”.
I vincoli europei.
L’Unione europea ha stabilito una quota minima di accise sui carburanti sotto la quale non si può scendere però, la quota minima è la metà delle tasse applicate dall’Italia. ” Per la Ue la quota minima sulla benzina è di 0,359 euro. Abbiamo quindi i margini per ridurre almeno la metà di tutte le tasse per litro di carburante”.
L’amara considerazione del presidente Marco Paccagnella: ”più delle tasse dirette rendono quelle indirette portando denaro fresco e in modo continuato nelle casse dello Stato. Proviamo a immaginare ogni giorno ognuno di noi quanta Iva versa allo Stato. Facendo la spesa, prendendo la macchina o il treno, comprando medicine o un pacchetto di caramelle o un caffè al bar. Una progressione a rovescio perchè le tasse vengono decise sui consumi gravando maggiormente sulle classi meno abbienti, si vede come in effetti la distribuzione del carico tributario avvenga non già in senso progressivo e neppure in misura proporzionale, ma in senso regressivo il che costituisce una grave ingiustizia sociale, che va eliminata, con una meditata e seria riforma”.
Visto che le tasse indirette secondo uno dei padri della Costituzione Italiana sono quelle che offrono il maggior gettito fiscale, come si fa ad affermare che le tasse pagate sono progressive ed eque e tanto più costituzionali?