17 anni dietro le sbarre mafiose e la ”mia condanna sembra senza fine”. Sbarre invisibili che ”mi hanno avvolto come un sudario fino a spegnermi la vita, ma ciò che più mi ha uccisa è stata l’indifferenza, la mediocrità della magistratura in primis e degli organi dello Stato poi”.
Nadia Gentilini è una ex immobiliarista di Chiavari, ”nel 2000 mi sono opposta ad un disegno criminoso che mi era stato presentato dagli amministratori comunali, ed è iniziata una guerra contro la mia persona tale dall’avermi costretta alla fuga. Quando mi sono resa conto che, diventata teste chiave nel procedimento che portò alla condanna definitiva per tentata concussione dell’ex sindaco Vittorio Agostino e del figlio Alessandro, non bastava a liberarmi dalle intimidazioni, minacce e ostruzionismo di ogni genere, ho capito che c’era molto più di un colletto bianco sporco, ma un sistema criminoso ben congegnato e potente, tanto potente che tutt’oggi nessun magistrato ha avuto la forza di contrastarlo”.
Nadia Gentilini combatte una guerra solitaria da ben 17 anni: ”ho girato come una trottola per uffici, ho stampato centinaia di pagine per documentare quanto andavo gridando e in tutta risposta mi son vista archiviare denunce in tutta fretta perchè scomode, pericolose. Ho chiesto aiuto a Libera, ad onorevoli, mi sono rivolta a chiunque mi sembrasse capace di annientare questa nuvola tossica sulla Liguria. Ma niente. A tendermi una mano da qualche mese c’è la Federcontribuenti”.
”Abbiamo, tramite l‘onorevole Brugnerotto del M5S, per prima cosa presentato una interrogazione parlamentare – spiega il presidente della Federcontribuenti, Marco Paccagnella -, e in questo frangente la Gentilini è stata ricevuta per consegnare la documentazione a conferma della denuncia, significa che – ancora una volta – la Nadia Gentilini ha dato prova del sistema criminale che andava denunciando. Come ha potuto il Ministro Orlando rispondergli che – nessuna attività straordinaria di carattere ispettivo appare, allo stato, necessaria -? Quando un ministro non ritiene di dare ascolto, di approfondire anche solo spinto da un dovere morale e di coscienza, ad una donna che si batte da 17 anni contro un mostro, che se ne va in giro per l’Italia con una valigetta piena di carte parlanti, questo ministro è, ai nostri occhi, superficiale, pericolosamente superficiale”.
Cosa chiediamo? Cosa chiede Nadia Gentilini?
La Federcontribuenti, stanca della poca attenzione rivolta al caso, stanca di dover leggere ovunque inchieste e approfondimenti sull’esistenza e presenza morbosa della mafia – soprattutto calabrese – in Liguria, stanca dell’approssimazione degli organi di Stato presi da ben altre faide, ha pensato di: ”abbiamo aperto una pagina intitolata – Nadia Gentilini – su facebook; abbiamo promosso una petizione su – change.org – abbiamo fatto una video intervista a Nadia dove chiara e forte è la sua testimonianza. Ora non ci resta che arrivare a quante più persone ci è possibile per convincere l’Antimafia a ricevere e a dare la giusta attenzione a questa donna alla quale ricordiamo è stato tolto tutto: lavoro, proprietà e costretta a lasciare la città e che tutt’oggi teme per la sua vita e per la vita dei suoi familiari”.
Tanti sono i reportage, le inchieste, le denunce sulla presenza mafiosa in Liguria. Ricordiamo che la mafia – oltre ad essere una lurida montagna di merda – ama le zone borghesi, quelle a riparo da scandali, quelle tranquille dove agire indisturbati. Edilizia, rifiuti, appalti pubblici, ”non serve investigare troppo, basta seguire l’odore dei soldi”.
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