Squinzi ha detto una cosa sacrosanta: ” i risparmi dei cittadini sono il tesoro di ogni singolo Stato e, pertanto, vanno assolutamente difesi ”. Le anomalie del Trattato di Maastricht, ci hanno reso più deboli e più dipendenti dal dollaro. Da convinti europeisti siamo decisamente stufi: della Merkel e del suo ruolo da professorina e della poca capacità dei nostri governanti di inquadrare le storture che ci fanno sembrare a noi italiani come dei poveracci. Rispolveriamo quindi il nostro progetto europeo, la nostra visione di Europea che non si può certo fermare alla sola moneta unica.
Sappiamo che la UE è formata da 27 Paesi non più sovrani.
L’Euro è rimasta una moneta sintetica che non appartiene a nessuno, un prodotto di trattati europei di puro stampo ideologico. Manca infatti una Banca Centrale che la renda una valuta vera. La BCE non è di nessuno Stato ed è controllata dalle Banche. I trattati Europei hanno affidato ogni decisione alla Commissione Europea, organismo non eletto da nessuno, formato da chi ha potere finanziario: lo stesso potere finanziario che quando c’è, come ora, aria di crisi si affida al dollaro e non all’euro. Noi eleggiamo il Parlamento Europeo che non ha potere sulla BCE e quindi sull’emissione di moneta. Prima funzionava così: Banca d’Italia, che era gestita realmente dallo Stato e non dalle banche come ora, emetteva, su indicazione del Governo, quanto denaro era necessario per fare gli investimenti: opere pubbliche, autostrade, sanità, pensioni, stato sociale, ecc…e attraverso le tasse lo Stato recuperava il denaro emesso, lasciando abbastanza liquidità in giro. Ora invece, quando abbiamo bisogno di denaro, lo chiediamo alla Commissione Europea, che risponde: niente soldi senza il pareggio del tuo debito. E scatta l’austerità: tagli al sociale, morte dell’impresa, assenza di liquidità. Oggi infatti il denaro si compra nel mercato finanziario emettendo titoli che alla scadenza si devono pagare, realmente pagare, e non come una volta che per ogni bisogno emettevi la tua moneta e potevi coprire così tutte le necessità e far prosperare il paese. Come fa l’America con la Fed che emette tanti dollari quanti ne occorrono agli Stati Uniti per reggersi in piedi ed imperare nel mondo. Il problema non è uscire dall’Euro ma cambiare i trattati che regolamentano la zona Euro e l’emissione di moneta, come anche la questione dei debiti sovrani. L’euro è chiamato a convivere con una moltitudine di curve di tassi di interesse a scadenza. Ogni paese membro ha la sua curva, assurdo. La zona euro non può contenere simili differenziali è controproducente e illogico. Il crollo della Grecia si deve proprio ad una mancata politica europea di difesa dell’euro. Per nascondere i suoi guai, il governo ellenico, non potendosi appoggiare ad una banca centrale propria, si è affidata alla Goldman Sachs, una casa di investimenti americana che non ha fatto altro che trasformare il debito pubblico ellenico in derivati, guadagnandoci 300 milioni di commissioni peggiorando la sua posizione fino al crollo. Così pensata l’Europa è l’anello debole dell’economia nazionale, incapace di dare sviluppo e innescare l’economia dei Paesi membri. Prima di tutto l’euro deve vivere in una Europa con una omogenea politica fiscale! Cosa chiederemo? Prima di tutto Draghi deve mettere in moto una gigantesca riforma sulla missione della BCE, questa deve diventare una vera banca centrale ed emettere denaro per salvaguardare la zona euro, la quale zona, deve avere una eguale politica economica e fiscale. Se la zona euro attuerà questa politica di allineamento l’euro diventerà una moneta internazionale forte e decisiva anche nei mercati internazionali. Ogni paese membro deve avere lo stesso costo di produzione e consumo, la stessa politica fiscale, stesso contratto nazionale di lavoro. Il divario tra questi stati oggi è la prima causa della crisi economica attuale. È tempo che l’Unione Europea diventi la madre di ogni Stato membro e una madre tratta in egual modo ogni figlio, difende tutti i figli e assicura loro la stessa crescita e mantenimento. Inizieremo con l’esportare questo progetto europeista in ogni Paese membro, getteremo le basi di una nuova politica fiscale ed economica che coinvolga tutti i Paesi.
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