Allarme della Federcontribuenti: ”il settore industriale sta attaccando lo Stato italiano innescando un pericoloso effetto domino. Nel mese di febbraio 2019 sono state presentate 111.331 domande di NASpI segnando un incremento del 3,1% rispetto al mese di febbraio 2018.
Almaviva, Whirlpool, Arcelor Mittal, Knorr, Dacca, Mercatone Uno, Auchan e altre all’orizzonte. La richiesta dell’integrazione salariale è aumentata del 6,1%, la cassa integrazione straordinaria + 11,1% e quella ordinaria +4,7% per un totale di 66milioni di ore di cassa integrazione per oltre 130mila posti di lavoro salvaguardati, ma non reggeremo a lungo l’onda d’urto; in questo modo si mettono a rischio le casse dell’INPS e di conseguenza le PMI potrebbero subire l’ennesima ondata anomala.
Che sia un complotto o meno orchestrato per mettere a rischio lo Stato italiano non è dato saperlo e a questo punto non è importante. Fatto sta che nel giro di una boa importanti aziende stanno spostandosi in altri Stati membri della UE dietro il paravento di un costo del lavoro e fiscale più competitivo. ”Potremmo chiamarlo, – spiega il presidente della Federcontribuenti Marco Paccagnella -, un ricatto di natura strettamente politico. Di natura politica perchè queste aziende vengono attratte o corrotte da Stati UE pronti a defiscalizzare costo del lavoro e regime fiscale pur di impedire il rafforzamento economico nel nostro Paese.
È chiaro l’intento minaccioso, ma noi dobbiamo evitare l’effetto domino”.
Strappare il cordone ombelicale.
”L’errore è stato puntare sulle grandi aziende, sulle holding, senza paracadute. Nei contratti, al fine di renderci appetibili e competitivi, abbiamo concesso soldi e poteri che son serviti alle holding per ingigantirsi mentre le nostre PMI perivano nell’isolamento, a colpi della sleale concorrenza e obbligandoli ad un regime fiscale impietoso, tra i più pesanti di tutti gli Stati UE. Non dobbiamo dimenticare, prima che sia troppo tardi, che abbiamo risorse invidiabili che dobbiamo solo incentivare e riportare alla vecchia gloria. In futuro chi vuole aprire in Italia le proprie sedi dovrà sottostare alle stesse regole imposte alle nostre PMI: zero aiuti pubblici e investimenti sul territorio in cambio di una defiscalizzazione pari al valore dell’investimento con contratti non inferiori a 10 anni”.
Federcontribuenti fa appello alla popolazione civile.
”I consumatori possono fare la differenza in questa guerra. Acquistando prodotti solo se realizzati in Italia e boicottando chi ha tutta l’intenzione di metterci in ginocchio. Il potere lo ha chi possiede il capitale e noi abbiamo scelto il momento e il modo peggiore per battere i pugni a Bruxelles; siamo in una posizione politica di isolamento e siamo economicamente fragili, sospesi sul filo delle possibilità”.
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