Cosa diavolo sta succedendo in Italia? Abbiamo una infinita lista di nomi, vittime di truffa aggravata o di attività criminali, in attesa della giustizia. Addirittura per alcuni tipi di truffa si fa fatica a farsi accettare la denuncia. Stessa cosa se denunci atti intimidatori o di subire estorsione, vi sembra normale? Siamo sicuri che basti riformare i tempi della giustizia per dare alle vittime ristoro? Fino a 2 mila giorni per giungere in cassazione. Federcontribuenti:”Sapete cosa significa subire una pesante truffa, essere minacciati o intimiditi sul luogo di lavoro, subire violenza fisica e psicologica e non poter contare sulla giustizia? Devi venire letteralmente ucciso in italia per vedere subito partire la macchina investigativa e poi giungere in tempi equi alla conclusione di un processo. Se sei vittima di mafia o hai subito una qualunque truffa si rischiano le ragnatele e sapete chi subisce questa illogica lentezza? La parte lesa che nel frattempo può essere assassinato od ucciso economicamente”.
Nessuna iniziativa per l’economia privata, smembrata tra racket, banche e fisco; nessun vero progetto per il sociale, ormai conta solo la movida dove il 78% di questi locali è controllato dalle organizzazioni criminali; nessun pugno duro contro i comandati e i raccomandati, nelle regioni fanno come gli pare. Tutto gestito fuori dal parlamento, dalle scuole alla sanità alle aziende partecipate o amiche multinazionali. Il gruppo affaristico si autofinanzia costituendo nuove società in un matrimonio tra opposte potenze e danno in dote gli amici che contano – oggi contano più gli amici in Regione che quelli alla Camera. Sul rogo ancora quei giornalisti con il pallino delle inchieste e della verità. Al tempo del covid e dei bonus edilizi questi matrimoni tra società sono moltiplicati.
Prendiamo Nadia Gentili, ha denunciato una decina di anni fa la mafia a Chiavari e cosa ha avuto in cambio? La morte civile ed economica per ”distrazione” di certe procure ma, non solo. Era il 6 maggio 2019 quando, Nadia Gentilini, consegnava a mano al Presidente Mattarella, al CSM all’attenzione di Davigo, Alla direzione Nazionale Antimafia De Raho, e al ministro di Giustizia Bonafede l’ultima di una lunga serie di denunce rimaste inascoltate e grazie a queto silenzio, oggi a distanza di 7 anni, contro Nadia un nuovo procedimento di pignoramento figlio di quella cupola lasciata lavorare in santa pace.
Pensate che ad Ostia è dai tempi dell’assassinio di Pasolini che si sapeva della presenza di un patto criminale, è da 30 anni che si sa che tutto il lungo mare è sotto il controllo della criminalità locale che si è poi sposata con la mafia siciliana e campana e solo oggi, qualche arresto in pompa magna e tutte le vittime che per una vita hanno dovuto scendere a patti con chi gli prometteva di dargli fuoco? Potremmo addirittura citare la tragedia di Montagna Longa del 1972; alle vittime disintegrate dentro l’aereo abbattuto nessuna giustizia; al tempo altre correnti, altre bombe, l’apparato affaristico politico stava venendo alla luce perché disturbarlo? Già giravano voci sul CSM del tempo.
La mafia non si clona, non si rigenera in quattro e quattr’otto – la mafia, tutte le mafie in realtà subisco solo miserabili attacchi più mediatici che altro e non certo per colpa degli investigatori. Se Falcone e Borsellino avessero lasciato la toga per fare i capi politici o i sindaci sarebbero rimasti in vita. 40 anni di sangue – 40 anni di scandali, di correnti, di ipotesi, congetture e ricostruzioni investigative fantasiose hanno permesso di giungere nell’anno 2020 con lo stesso carico mafioso a coprire il cielo sopra la nostra testa.
Volete riformare la giustizia? Partite dal ministero di Giustizia e passate poi per il CSM e a scendere nelle singole procure. I dati come le denunce e le segnalazioni li avete nei cassetti, apritele e fate pulizia. Soprattutto date spazio e poteri agli investigatori di attivarsi nell’immediato di una denuncia, ciò per salvare quante più vite possibile e contrastare efficacemente la lotta all’evasione fiscale.
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La mafia, lo ripeto ancora una volta, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società.
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Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo.