Inail, ( Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul LAVORO ) è un ente pubblico sottoposto alla vigilanza del ministero del lavoro e delle politiche sociali. Il suo compito è quello di garantire rimborsi al lavoratore infortunato. Da qualche tempo copre anche le malattie professionali. L’Inail è un’assicurazione obbligatoria, cioè, il datore di lavoro è obbligato a versare le quote annuali: 1000 – 1500 euro a dipendente.
Molte sono le segnalazioni che accusano l’ente di non rimborsare nessuna quota, nemmeno dinanzi a prove certificate di malattia o di infortunio. Un Tecnico di Radiologia nell’Ospedale di Milazzo lo scorso luglio ha subito un trauma alla colonna lombare evidenziata dalla risonanza magnetica. Subito ha iniziato la pratica di infortunio sul lavoro. La consulenza ortopedica gli assegnava 15 giorni di riposo e terapia, salvo complicazioni. Qualche giorno prima della scadenza dei 15 giorni d’infortunio, al controllo specialistico presso lo stesso ospedale dove è impiegato, dove si è infortunato e dove gli hanno fatto la prima diagnosi, gli viene prescritta una nuova cura e ulteriori 3 settimane di riposo. Pur munito del certificato medico e della documentazione prodotta dal pronto soccorso, durante la visita di controllo all’Inail, il medico preposto alla visita ha esordito chiedendo al signore di 64 anni come mai lavorasse ancora. Il punto è che il signore in questione non ha tutti i contributi versati, problema di molti lavoratori italiani. Per 20 anni ha lavorato presso una struttura privata trovandosi alla fine con soli 4 anni e 2 mesi di contributi pagati. Il medico dell’Inail dopo una visita affrettata e senza tac o risonanze ha respinto la diagnosi specialista dell’ospedale di Milano definendo il signore in grado di lavorare. Niente rimborso. Tutti questi lavoratori difficilmente faranno ricorso contro questi abusi in quanto, gli stessi ricorsi, non solo costano troppo ma, difficilmente ottengono l’attenzione dovuta. Quando un lavoratore infortunato non riceve, per diritto, l’assistenza Inail deve mettersi in malattia perdendo ulteriori soldi dalla busta paga. È sempre la stessa storia, dietro lo scudo dello “stanare falsi infortunati” non si tutela la salute e si calpestano i diritti di migliaia di lavoratori. Migliaia le segnalazioni in questo senso, segno, che l’Inail resta un notevole peso economico per i contribuenti e i datori di lavoro senza garantire nessuna funzionalità ed utilità. Come per l’Inps così l’Inail: devono cessare di essere obbligatorie. L’obbligo per legge deve essere quello di garantire una adeguata pensione e copertura sugli infortuni sul lavoro e non sull’ente a cui versare soldi. Enti primitivi spesso covo di clientelismo e di scandali continui, un inutile aggravio economico per imprese e lavoratori cui solo compito e diritto risulta essere quello di pagare, tasse su tasse e servire una classe dirigenziale che inizia ad essere davvero insopportabile.