Federcontribuenti: ”gli ospedali invece di assumere direttamente gli infermieri comandano alle cooperative che li ingaggiano guadagnando su ogni ora di lavoro dell’infermiere dai 5 ai 7 euro. I contribuenti pagano le tasse per avere un SSN eccellente senza sapere che una parte dei loro soldi vanno alle cooperative per assumere gli infermieri. Gli infermieri assunti dalle cooperative per lavorare nelle strutture sanitarie pubbliche o private sono degli autonomi, come ogni altra P.IVA”.
Una pratica sconcertante, quella di utilizzare le cooperative per assumere gli infermieri, nata ben prima del Covid, ”ma ora si sta esagerando e pertanto, richiediamo un intervento urgente da parte del governo in concerto con il Ministro della Sanità soprattutto in vista dell’introduzione, facoltativa per le regioni, dell’infermiere di famiglia”.
Nel d.l si legge che, mentre per ogni medico di famiglia è previsto in media un tetto massimo di circa 1500 pazienti, ci sarà un solo infermiere di famiglia per 6.250 pazienti. Un carico di lavoro quattro volte superiore, sottopagati e senza alcuna tutela come malattia o altro.
Comunemente si pensa che l’infermiere sia una figura professionale inserita dentro il SSN quando invece è, effettivamente, una figura professionale extra SSN a contratto autonomo. Ad avere un rapporto stretto con gli ospedali pubblici e privati sono le cooperative che assumo infermieri autonomi da inserire negli ospedali: ”che senso ha questo passaggio di mani, perché una struttura sanitaria pubblica deve comandare ad una cooperativa un lotto di infermieri? Ci costa di più a scapito degli infermieri sottopagati ma, soprattutto dei contribuenti”.
Il sistema delle cooperative in ambito SSN degli ultimi 20 anni.
La cooperativa utilizza liberi professionisti, non liberi come inquadramento lavorativo, ma con tutte le agevolazioni per la cooperativa. Le cooperative gestiscono interi reparti, anche oggi per il Covid, e anche le terapie intensive, con gravi conflitti di interesse.
Per la costituzione italiana la dipendenza occulta, (autonomo assunto senza alcuna libertà) è un reato perché si sfruttano i liberi professionisti come dipendenti negando loro ogni diritto del dipendente.
Gli infermieri a P.Iva, oggi assoluta maggioranza per la categoria, vengono chiamati con contratti a tempo e al rinnovo vengono ricattati se non intendono accettare le imposizioni della cooperativa.
Intere unità coronariche appaltate alle coop, ogni struttura sanitaria pubblica o privata ha fino al 60% degli infermieri assunti dalle coop e facciamoci due conti sul guadagno per queste cooperative.
La libera professione infermieristica per le coop è un grande affare sia da un punto di vista politico, sia economico; tutti ci guadagnano tranne i contribuenti, i pazienti e gli infermieri. ”Un guadagno politico perché si creano bacini di voto interni, esterni con l’amministrazione regionale; economici perché le risorse regionali destinate al SSN finiscono ad amici e parenti che gestiscono le coop per la gioia di tutti gli amici”. Una truffa anche allo Stato: ”l’azienda, truffa apertamente lo Stato usando personale sotto schiavitù a cui non vengono pagate né malattia né ferie e il loro compenso è totalmente dedotto dalle tasse e molte cooperative per loro concezione non versano nulla in Italia”.
A comprova di tutto ciò basta vedere le fatturazioni dei liberi professionisti che, dovrebbero avere più committenti per essere tali, invece hanno una media di 200 e più ore mensili di lavoro.
”Ricattati dai caposala, dal sitra e dall’amministrazione e dall’arroganza dei rappresentanti amministrativi. Nella gestione del Covid hanno brillato per ipocrisia; infermieri venuti a contatto con pazienti positivi invitati a non fare segnalazioni né tantomeno tamponi. Infermieri con familiari positivi in casa invitati continuare a coprire i turni e non segnalare. I capo sala che davano una mascherina chirurgia al giorno anche in reparti con sospetti pazienti Covid”.
Molti presidenti di coop sono anche eletti nell’ordine degli infermieri con gravi conflitti di interessi lì dove il Covid ha fatto più vittime e hanno avuto l’ardire di abbassare le tariffe del personale delle sale operatorie per accaparrarsi il mercato e la Regione è ben a conoscenza del fatto.
I liberi professionisti infermieri i nuovi schiavi visto che la maggior parte delle cooperative pagano per la cura dei pazienti con la SLA 11.50 euro all’ora.
”In Sicilia una cooperativa per la rianimazione Covid ha offerto agli infermieri liberi professionisti 13.50 euro all’ora, loro ne prendevano dall’ospedale 30 euro ora.
Oltre a questa ignominia sugli stipendi i liberi professionisti infermieri debbono versare ad ENPAPI il 16% + 4% del loro fatturato. Questo dovrebbe essere il fondo pensionistico, qui si apre una voragine di misfatti che continuano a subire”.
Federcontribuenti è pronta ad interrogare il ministero della Sanità, oltre che di diffondere in Procura memorie importanti. Agli infermieri diciamo denunciate!