Articolo 53 della Costituzione italiana: ”Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. ” Il popolo dei precari, dei pensionati minimi, delle buste paga, come anche i piccoli esercenti ed imprenditori hanno largamente superato questo limite pagando più tasse di quanto effettivamente guadagnano. In Italia il prelievo sulle buste paga raggiunge la cifra record di 53,5%, la pressione totale sulle imprese è del 68%. È qui, sulle aziende e sul lavoro, che il peso del fisco raggiunge record mondiali e dove è più facile incappare nelle barbarie di banche o Equitalia. Ecco le priorità del nuovo governo e non possiamo permetterci questa situazione di stallo che piace ai tecnici ma non a noi.
Benchè le iniziative lodevoli non mancano ora bisogna concretizzarle.
Nel 2010 la spesa pubblica era di 793 miliardi, ma nel 2015 arriverà a 815. Mentre il gettito tributario negli stessi anni passerà da 724 a 821 miliardi. Un inseguimento senza fine che ha messo in ginocchio il sistema economico del Paese. Ecco perché il dopo-elezioni non sarà facile. I 2 mila miliardi di debito pubblico e le esigenze dell’integrazione europea hanno infatti espropriato l’Italia della sovranità in materia di politica economica. Da qui in avanti sarà ancora peggio: l’Italia sarà obbligata a rispettare i limiti ferrei del fiscal compact, dovrà sottoporre le leggi di bilancio alla Commissione europea prima ancora di portarle in parlamento, non potrà più sgarrare.
Stanno per iniziare i controlli retroattivi da redditometro, l’Iva aumenterà di un punto, a breve ci sarà l’appuntamento per l’acconto Imu.
I cittadini devono rendersi conto che questa euforia post elettorale, questa pausa per capire come formare il governo che verrà, non ha fermato la macchina amministrativa.
Se non si formerà velocemente un nuovo esecutivo e se non si prederanno apposite contromisure, l’aumento dell’aliquota Iva ordinaria dal 21 al 22% diverrà operativa dal prossimo 1° luglio 2013. Allo stesso modo in assenza di modifiche o di interventi normativi entro il prossimo 18 giugno 2013 tutti i proprietari immobiliari, compresi i possessori della prima casa, dovranno tornare alla cassa per versare il primo acconto 2013 dell’imposta municipale unica, l’Imu. Sul redditometro, ricordando la recente sentenza di un giudice di Napoli che lo ha condannato, nei prossimi giorni, l’Agenzia delle entrate inizierà la campagna di accertamenti retroattivi sull’annualità 2009 utilizzando i nuovi parametri e il nuovo paniere di beni e servizi rilevanti approvati con il famigerato decreto ministeriale del 24 dicembre 2012. In dirittura di arrivo le scadenze per presentare le comunicazioni telematiche. Ce ne sono due sulle quali i dubbi degli operatori sono molteplici: quella sui beni in uso a soci e familiari e il nuovo spesometro. La comunicazione sui beni ai soci preoccupa soprattutto per la necessità di dover comunicare anche i finanziamenti e i versamenti effettuati dai contribuenti in un passato più o meno remoto e sempre in essere alla data di entrata in vigore della norma istitutiva (17 settembre 2011). Per lo spesometro, non è stato predisposto ancora il modello di comunicazione, i principali dubbi attengono alle operazioni per le quali non vi è obbligo di fattura e in particolare a quelle operazioni transitate all’interno dei corrispettivi giornalieri o mensili. Anche per questi due adempimenti, in assenza di novità normative, i contribuenti dovranno a breve mettersi al lavoro per riuscire in tempo utile a effettuare l’invio telematico dei modelli entro il prossimo 2 aprile (beni ai soci) e 30 aprile (spesometro).
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