“Lo stato liberi 14 miliardi di versamenti Iva su fatture che non onora”
Appello di Federcontribuenti per una immediata iniezione di liquidità al sistema economico
Si apre uno spiraglio per il 30 per cento degli imprenditori veneti che si trovano alle prese con il pagamento di tasse e versamenti Iva su introiti fantasma. La speranza arriva da una innovativa sentenza destinata a segnare la giurisprudenza in campo penale collegato alla normativa fiscale. Nonostante sia stato riconosciuto il fatto di avere evaso l’ Iva, un imprenditore toscano infatti è stato assolto: il Gip di Firenze ha riconosciuto nei giorni scorsi che non si è trattato di una scelta volontaria, bensì della reale mancanza di liquidità , dato che che la situazione della ditta, già in una condizione economica difficilissima, si era ulteriormente aggravata per colpa di un cliente che non aveva pagato un importante lavoro. Questa la motivazione con la quale il Gip di Firenze ha assolto un imprenditore accusato di non aver versato 176mila euro nel 2007.
Dei 70 miliardi circa di debiti che la Pubblica Amministrazione ha nei confronti delle aziende (fonte elaborazione del Governo), ben 37,8 mld (pari al 54 per cento del totale) sono in capo alle Asl (Aziende sanitarie locali). Sono le Asl, infatti a detenere la quota di debito più elevata nei confronti delle imprese private italiane, seguite dai Comuni, con un importo da saldare pari a 14 miliardi di euro (20 per cento del totale), dai Ministeri, con mancati pagamenti pari a 11,9 miliardi (17 per cento del totale) e dalle Regioni, assieme alle altre Amministrazioni locali, con uno stock di debito pari a 6,3 miliardi di euro (9 per cento del totale).
“Su quei 70 miliardi le aziende italiane sono chiamate a pagare oltre 14 miliardi di Iva per denari mai percepiti. Inoltre quelle fatture per introiti fantasma, perchè mai percepiti di fatto dalle aziende vanno a comporre il reddito imponibile delle società che sono costrette ad aspettare oltre un anno molto spesso prima dell’effettivo versamento di quanto dovuto dalla pubblica amministrazione – spiega Marco Paccagnella, presidente nazionale di Federcontribuenti Italia – crediamo che se si bloccasse questa emorragia di denaro in cui lo Stato ha il doppio ruolo di cattivo pagatore ma spietato esattore sugli stessi propri debiti con una beffa in più: se non hai i soldi per versare l’Iva perchè lo Stato non ti ha ancora pagato, ti bussa invece puntualissima Equitalia che ti aggiunge sanzione, interessi e aggio dal giorno successivo al mancato pagamento. Spezzando questo circolo vizioso, potremmo rimettere subito in moto l’italia”.
Dello stesso avviso Diego Moscheni, segretario nazionale di Federcontribuenti Italia – nel momento in cui un imprenditore stacca una fattura diventa debitore dell’Iva nei confronti dello Stato a prescindere se il pagamento viene incassato o meno. Questa situazione è grottesca, e sfiora l’assurdo quando la fattura è emessa nei confronti della pubblica amministrazione. Lo stesso Stato che non paga poi esige il pagamento dell’Iva su versamenti che non ha mai effettuato. Chiediamo che il Governo blocchi almeno questa mostruosità giuridica, compensando in automatico crediti e debiti verso la pubblica amministrazione. Si tratterebbe di una partita di giro a costo zero per le casse statali, ma evidentemente reimmetterebbe in circolo da subito 14 miliardi di euro: per intenderci più di quanto incamerato finora con l’Imu. Per migliaia di imprese italiane quell’ammontare segna la differenza tra resistere o soccombere alla crisi”.
Nella foto a sinistra Marco Paccagnella e a destra Diego Moscheni durante una recente iniziativa contro il caro carburante
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