Trony a Napoli chiude licenziando 105 addetti. La Rinascente a Genova chiuderà nel 2018 lasciando a casa 60 dipendenti. La Honeywell si sposta in quell’area europea dove il sistema fiscale è pari a zero se confrontato a quello italiano con 420 lavoratori a rischio licenziamento. Federcontribuenti: ”in Italia nel 2017 ha chiuso una attività ogni 8 ore”. Ripresa occupazionale, idee per la campagna elettorale.
Colossi come Trony, come la Rinascente e come le multinazionali per anni hanno divorato l’Italia distruggendo il tessuto industriale, minacciando l’indotto fino alla sua capitolazione e mungendo latte fino a scoppiare e ora, ”vorrebbero mungere altre mucche senza pagare pegno”. Secondo Federcontribuenti occorre cambiare le norme a livello di politica nazionale ed europea, ”a partire dal fatto che le tasse devono versarle dove lavorano non dove hanno la sede fiscale. Parliamo di 240 mld di euro che l’Italia ha perduto in 5 anni e che potevano servire per creare nuova occupazione mantenendo in vita le nostre aziende che invece son state uccise dai colossi”.
È indispensabile quindi farsi carico di una riforma dell’attuale sistema tributario nazionale ed europeo. ”Pensiamo solo agli acquisti di questo mese fatti su Amazon, alla perdita di entrate sul territorio nazionale e ai danni imposti al tessuto commerciale italiano. Quando le corporazioni non pagano le imposte che dovrebbero pagare, finisce che ad essere tagliate sono le spese pubbliche essenziali. La raccolta fiscale ricade sulla gente comune, di solito attraverso l’aumento delle imposte al valore aggiunto cioè l’IVA”.
Dobbiamo porre un freno al ricatto del capitalismo per dare corpo e concretezza alla blanda ripresa che comunque si ravvisa.
Cambiando la politica fiscale sia in Italia sia in Europa, allineando gli stipendi e le tasse sarà più facile rende l’Europa un unico grande blocco economico, regolamentare l’occupazione e rendere più facile la ripresa di tutti i Paesi membri. ”Costringendo le multinazionali a versare le imposte dove fanno reddito, anche solo mettendo i propri prodotti sui nostri scaffali, garantire un ricambio occupazionale sarà più facile e meno costoso per la nazione. Perché senza giustizia fiscale non c’è sviluppo”.
Conclude Marco Paccagnella, ”i consumi si concentrano purtroppo dove il sistema fiscale viene eluso, se non evaso del tutto. Una politica riformista metterebbe in paro i conti per i servizi essenziali ai cittadini, creerebbe un fondo dove attingere per premiare fiscalmente le imprese che creano sviluppo ed occupazione e garantirebbe un pari trattamento davanti al fisco. Attrarre grandi investitori che arrivano, distruggono e si nutrono fino a smembrarci per poi andarsene non ci sembra una strada da percorribile più. Erano le nostre fabbriche, negozi, PMI che davano sia lavoro sia entrate con continuità, le stesse che le multinazionali e lo Stato hanno divorato. Cambiamo rotta per dare consistenza e futuro alla ripresa, cambiamo le politiche occupazionali e fiscali verso i colossi del mercato e rendiamo l’Europa unita e coesa perchè di abbassare i salari non si deve neanche parlare, dobbiamo invece parlare di importanti incentivi fiscali alle imprese che creano lavoro e che si sviluppano sul territorio”.
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