Non chiamiamole più manovre di salvataggio ma, manovre di distruzione di massa. Non un governo dei miracoli, ma, un governo con il coraggio di agire.
Solo sul mattone si è arrivati a 57 miliardi di imposte. L’iniziale manovra di emergenza varato dal Governo Monti è rimasta una imposta ingiusta e priva di una strategia generale. Nessuna manutenzione alla norma, l’Imu continua a premiare le case sfitte e a penalizzare le locazioni a canone concordato e le imprese di costruzione continuano a pagare le imposte sulle case invendute. Da gennaio la riforma del lavoro si finanzia con un aumento dell’Irpef sugli affitti. E da luglio la Tares presenterà un conto più salato di un miliardo a famiglie e imprese. Il sistema fiscale italiano non è solo iniquo ma privo di programmazione, paghiamo per pareggiare i debiti pubblici e privati e non vi è traccia di sviluppo. Stiamo, in pratica, investendo soldi, tasse, nel nulla, a fondo perduto.
Le richieste del mondo civile pervenute tramite le varie sigle sindacali e associazioni di categoria sono inequivocabili: immunità totale per la prima e unica casa di proprietà; chiusura immediata di Equitalia con riforma del sistema della riscossione e istituzione di una commissione di inchiesta per reati contro l’umanità; riforma del sistema bancario; alleggerimento del carico fiscale; pagamenti in tempi certi dalla PA. Pochi punti che da soli rivoluzionano un intero sistema disfatto e fallito.
Perchè il fisco non conosce tregua e non si reca a consultazione da Bersani: secondo i conti della Federcontribuenti, seppur da domani la produzione ripartisse a pieno regime, le PMI non ce la farebbero a pagare i debiti fiscali e bancari accumulati e per questo più del 50% del comparto produttivo decotto è destinato comunque a fallire.
Queste le primissime misure urgenti, poi, in linea con l’idea di rivedere il sistema fiscale in Italia: abolizione totale di tutte le imposte dirette e indirette, comunali e nazionali con l’introduzione di un’unica tassa ad importo diviso a seconda dei redditi. Sarà l’Erario a suddividere le entrate ai vari enti e sarà compito della Corte Dei Conti tenere sotto controllo spese e sprechi. La nostra mastodontica macchina fiscale è un ginepraio convulso di voci, sigle, scadenze e doppie imposte su lavoratore e contribuente. Inoltre si chiede la detrazione totale delle spese aziendali, tale ad aiutare concretamente l’evasione fiscale: queste misure ci porterebbero ad una tassazione negli standard europei. Se di miracoli dobbiamo necessariamente parlare, senza rischiare il default, azzardiamo l’ipotesi di inserire una forma di condono fiscale in formula remunerativa, concessione aperta solo a famiglie e imprese in reale e documentabile stato di emergenza economica.
Il condono fiscale, del resto, viene adottato anche da stati con altissima rigidità fiscale, come gli USA.
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