«La Lorenzin ci risulta essere il ministro della Salute, dunque è il ministro anche degli ammalati e non solo di chi li ha in cura. Non vogliamo dalla stessa né opinioni personali in merito né lezioni di filosofia, vogliamo che agisca nel pieno rispetto dei diritti civili, come dei diritti dell’uomo, dando agli ammalati ogni dignità e possibilità di cura. Non sta a lei decidere della sorte degli ammalati, lei dovrebbe solo far rispettare la legge. Saccomanni invece, vista la copertura finanziaria e i risparmi oggettivi riscontrati dal Comitato 16 Novembre ad avvallare le loro richieste, deve dirlo chiaramente qual è l’impedimento politico a procedere nei loro confronti». Dopo averli costretti più volte a manifestare mettendo a nudo le proprie debolezze, dopo averli costretti al caldo o alla pioggia a sottostare davanti al ministero, dopo averli indotti con la propria malattia ad arrivare ad uno sciopero della fame e della sete, dopo che Raffaele Pennacchio, disabile grave, è morto al ritorno dell’ultima massacrante manifestazione, nuovamente il Comitato 16 Novembre torna sotto il ministero dell’Economia e Finanze il prossimo 20 novembre con il suo carico di respiratori, lettighe, sedie a rotelle e mascherine allo scopo di ottenere ciò che si chiede da anni: ridurre del 25%, pari a 4.500 milioni, i posti letto in Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) e similari. Tale progetto consentirà il “ritorno a casa” di pazienti che avranno un finanziamento pari al 50% del costo pubblico. Il progetto si attuerà in due anni, 2014/2015, generando risparmi per 2.250 milioni totali, 1.125 milioni l’anno; finanziare i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e relativo nomenclatore tariffario, costo presunto 800 milioni; portare il Fondo Non Autosufficienza (FNA) a 600 milioni, riservare il 50% ai gravissimi. L’importo verrà utilizzato prioritariamente per consentire ai pazienti di “restare a casa”; il 25% del finanziamento verrà erogato come contributo caregiver; tutti i contributi dovranno essere esenti ISEE in quanto prestazioni assistenziali; riconoscimento dell’invalidità al 100% e dell’indennità di accompagnamento in presenza di diagnosi conclamate tipo SLA o SMA1.
Fa sapere il Comitato: «saremo in sciopero della fame e della sete e andremo ad oltranza fino all’ottenimento di ciò che è un nostro diritto: libertà di scelta e assistenza dignitosa».
Conclude Paccagnella di Federcontribuenti: «Solo in uno Stato come l’Italia, ove la democrazia non è più il farò guida, le persone non autosufficienti gravissime, sono costrette ad andare davanti a un palazzaccio a chiedere i propri diritti! Ricordiamo a lor signori, che nel caso dovesse verificarsi un altro decesso, durante la protesta, attribuiremo la responsabilità ai ministri competenti con la correità di tutto il governo!»
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