Il 60% delle cartelle in scadenza al 31 dicembre non è stato pagato: intimazioni in tempi record per mezzo milione di contribuenti interessati, e più della metà sono P. IVA.
Federcontribuenti: “L’Agenzia delle Entrate Riscossione ha già spedito migliaia di intimazioni di pagamento con la richiesta di saldare entro 5 giorni onde evitare procedure esecutive e cautelari come fermi amministrativi, ipoteche e pignoramenti. I contribuenti tuttavia non devono farsi prendere dalla disperazione, ma subito farsi assistere possibilmente da una Associazione che può garantire una tutela a 360 gradi”. Al momento non vi sembra esserci alternativa al pagamento per espressa previsione normativa di cui articolo 3 comma 14 lettera b) del dl 119/2018, secondo cui decaduti i piani non è possibile procedere con la rateizzazione del debito residuo ai sensi dell’articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602.
Al momento, nel 2022, sembrano terminati rinvii e aiuti come le disposizioni emergenziali sull’ accesso ai piani di rateazione per i debitori sia quelle che prevedevano la decadenza dopo 10 rate non versate sia quelle che consentivano l’accesso senza Isee. “Allarmati dalle ingiunzioni di pagamento, 5 giorni per pagare importi anche di 30 mila euro e oltre, i contribuenti non devono cedere alla paura ma reagire subito, al momento dell’arrivo della cartella esattoriale stessa, in quanto la legislazione mette in campo strumenti di tutela che spesso i contribuenti ignorano”. La rateazione rasenta una forma di abuso creditizio nei confronti di tutti i cittadini italiani: “non è possibile rateizzare le bollette di luce, acqua, gas e anche le scadenze fiscali garantendo un minimo importo per la sopravvivenza, il costo della vita ha superato di gran lunga la capacità reddituale della stragrande maggioranza delle famiglie italiane”.
Cosa fare quando arriva la cartella esattoriale o l’ingiunzione di pagamento
Per i debiti dovuti esiste la possibilità di presentare nuovi piani di rateazione, anche se decaduti dai benefici precedenti, entro il prossimo 30 aprile 2022. “I termini ristretti per impugnare una cartella o quei categorici 5 giorni per saldare un debito onde evitare l’esecuzione forzata paralizzano un cittadino che cede alla disperazione. Affidatevi senza paura ad una associazione che, gratuitamente, valuterà la cartella o l’intimazione e saprà guidarvi verso una risoluzione della problematica senza che questa causi gravi disagi o danni al contribuente stesso”. Tra le altre novità, slitta dal 31 gennaio 2022 al 30 giugno 2022 il termine per restituire, senza sanzioni e interessi, il saldo Irap 2019 e il primo acconto Irap 2020 non versati e sospesi dal dl Rilancio.
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